venerdì 30 maggio 2008

Che sensazione di leggera follìa

Non ho idea di come un genitore possa reagire alle notizie, circolate in questi giorni, che hanno come protagonisti due neonati, se io - che genitore non sono - sento in corpo una rabbia, un livore, un vero e proprio odio che mi spingerebbe a scendere in piazza e a incatenarmi a qualche cancellata.

La prima riguarda Davide, il bimbo di Foggia, nato con la Sindrome di Potter (o agenesia). E anche la beffa del destino: oggi Potter è per noi, non addetti ai lavori, solo Henry, il maghetto. Cose belle di favole, di magìe, di cappelli con le stelle disegnate.
Per Davide, invece, che ha compiuto 1 mese due giorni fa, significa non avere i reni, avere gli ureteri e la vescica pressoché inesistenti e i piedi torti. E Davide non ha più, per diktat della magistratura, in questa occasione più-veloce-della-luce, neppure la tutela del papà e della mamma: a loro si è sostituito un tomo fatto di articoli di legge e di comma, che lo obbliga ad essere "curato" e sottoposto a dialisi, terapia che sostituisce nel corpo umano, le funzioni dei reni. E che è dolorosa. Davide, e mi fa male dirlo, non credo sopravviverà: ma tornerà alla madre terra munito del conforto del codice sulla tutela dei minori.

L'altra notizia riguarda la bimba nata 10 giorni fa a Casale Monferrato, di cui in cronaca non ho trovato il nome, e che io chiamerò Chiara, con la speranza che il nome beneaugurante porti un po' di luce nella sua vita. La mamma di Chiara è in coma per un incidente stradale: un pirata della strada l'ha investita e se l'è svignata. Successivamente beccato, è ora indagato per omissione di soccorso. Azzardo: è libero, vero?
Il padre di Chiara non intende riconoscerne la paternità. Ma Chiara è fortunata: ha i nonni materni che non vedono l'ora di portarsela a casa, e adottarla, ma... (copio e incollo), "i tempi della legge e della burocrazia sono lenti e complicati e lei nel frattempo rischia di essere affidata ad un istituto".

Credo si sia arrivati alla frutta: da una parte abbiamo un magistrato così zelante da costringere Davide, malato terminale, a sopravvivere. Anzi, "a farcela". Così titolava ieri un articolo su Avvenire, a firma Enrico Negrotti: "Battaglia intorno a Davide. Che vuole farcela". Non una parola sul dramma di Chiara. All'altro capo dell'amato stivale abbiamo una bimba sana, con i nonni pronti a darle tutto l'amore di cui ha bisogno, ma non si trova uno straccio di giudice che mandi all'aria tutti gli scartafacci, di cui immagino ingombra la sua scrivania, che riesca a dire: "Portatevela a casa! Al resto ci penso io!".

C
irca due anni fa, si diede grande risalto ad una cosiddetta svolta epocale della chiesa cattolica, pronta ad abolire il limbo. Non so se l'abbia fatto: non seguo molto le iniziative d'oltre Tevere.
Ma so per certo - vedi l'articolo di Avvenire - che sa esattamente ove destinare bimbi innocenti utili alla propaganda: all'inferno. Sulla terra.

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mercoledì 28 maggio 2008

"Striscia" ad Agrigento

Non posso crederci! Quando ieri sera ho visto su Striscia la Notizia il breve reportage della brava Stefania Petyx sulla Valle dei Templi, ad Agrigento, per ora soffocata solo dall'abusivismo edilizio, ma minacciata da ben più imponenti progetti, mi sono detta: "Ma vuoi vedere che adesso, qualcosa succede?" Come si dice: la speranza è l'ultima a morire.
Magari ora, auspicando in un breve passaggio TV - foss'anche su Striscia - i politici locali muoveranno i propri onorevoli deretani e faranno gargarismi per far sentire alta la propria voce! Stay tuned...

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lunedì 26 maggio 2008

Il mattino dopo

Lunedì leggero e rilassante. E mi concedo un po' di divertimento con un'iniziativa lanciata da Serial Licker della quale ho avuto notizia da Calamar Inchiostro Nero.
Si tratta di scrivere un breve racconto, osservando tassativamente 3 regole:
  • Il titolo DEVE essere "Il mattino dopo"
  • Il testo non deve superare gli 8.000 caratteri di Word, spazi compresi
  • Il file deve essere inviato a seriallicker@gmail.com e sarà messo online su Il Mattino Dopo
L'ho fatto ed è stato un momento liberatorio: e bravo Serial Licker!

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domenica 25 maggio 2008

7° Cavalleggeri, caaaricaaa!

Non posso farci niente: ai miei tempi la filmografia era quella che era. Quando, bambini, guardavamo un film di cau-boi, io e mio fratello, necessariamente, dovevamo fare il tifo per loro, perché erano i buoni.
E non certo per gli indiani, che erano i cattivi. Il momento più emozionante era quello della carica finale e dell'inevitabile accerchiamento dei
crudeli pellerossa, quando i buoni, guidati dall'intrepido ufficiale con la spada sguainata, andavano eroici all'assalto. Rimanemmo col groppo in gola per giorni quando vedemmo il film della "vera storia" del generale Custer, con Errol Flynn: ma come? I cattivi che accerchiano i buoni e li fanno fuori tutti?
Fu un trauma, e penammo non poco a riprenderci.

A
distanza di anni, la storia si ripete: i buoni sono di nuovo accerchiati dai cattivi. E nessun biondo ufficiale è con loro a spron
arli, ad infondere coraggio e a dire "alzate la testa, miei prodi e combattete!". I cattivi, invece, senza neanche i visi pitturati di rosso e di giallo, e senza le piume sulla testa ma, anzi, in eleganti doppio petto, subdolamente li stringono all'angolo e li accerchiano, armati solo di qualche pezzo di carta con timbri e firme in calce: e il gioco è fatto.

Qualche giorno fa, sull'onda dell'emozione che diversi post di Tasti mi avevano suscitato, mi sono occupata della Valle dei Templi ad Agrigento e del progetto del rigassificatore che dovrebbe sorgere a meno di un chilometro dal quel sito archeologico posto, sin dal 1997, sotto la tutela dell'UNESCO e dichiarato patrimonio dell'umanità. Già questa notizia sarebbe sufficiente, a mio parere, per una rivolta.
Ma
apprendo oggi che non finisce qui.
Confesso che non sono mai stata brava in geografia: ma sono una curiosa. E allora, ecco il frutto della mia ricerca.


S
econdo l'ottimo Morici, autore dell'articolo riportato sopra, sono in cantiere nella provincia di Agrigento:
  1. Rigassificatore a Porto Empedocle, città natale di Pirandello e di Andrea Camilleri, a due passi dalla Valle dei Templi
  2. Centrale nucleare a Palma di Montechiaro, la terra de "Il Gattopardo"
  3. Termovalorizzatore a Casteltermini
  4. Maxi discarica ad Aragona, nota nel mondo anche per le Maccalube, curiose sorgenti idro-argillose che altrove amministratori più oculati hanno pensato bene di porre sotto stretti vincoli paesaggistici e culturali.
    Se avete aperto i link che ho segnalato, a parte i quasi 3 mila anni della Valle dei Templi, male che vada gli altri comuni hanno una storia di almeno 4 secoli che si vuole soffocare in un mortale abbraccio.

    D
    ov'è il generale Custer? Dov'è il gagliardetto del 7° Cavalleggeri? Perché non arrivano i nostri? Camilleri è di Porto Empedocle: una parolina a Montalbano non potrebbe dirla?
    Giuro che, nel silenzio cupo e assordante che accompagna la morte programmata di questo territorio così ricco di storia, mi accontenterei anche di un Pecoraro Scanio qualunque...

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    sabato 24 maggio 2008

    La chiesa e la sua "misericordia"

    Ritengo che ognuno di noi, nei meandri della propria memoria, conservi ancora il ricordo di quelle litanìe dei tempi del catechismo: dar da bere agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi... Per comporre questo post, sono andata a ripassarmi la lezione per vedere di che si trattasse.
    Sono le cosiddette 7 opere di misericordia corporale che ogni buon cristiano dovrebbe mettere in pratica. Che continuano con: alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti. Qui sotto c'è il panorama del quale "godo" dalla finestra del mio studio: la parrocchia.
    Ma questa mattina ci sono delle novità...Le frecce rosse indicano l'aggiunta di una cancellata (non ancora ultimata: nel cerchio rosso, a sinistra, si vedono le altre grate necessarie per completare l'operazione) a tutela dell'ingresso. Ingresso che viene regolarmente inchiavardato ogni sera.

    Alloggiare i pellegrini...
    Ebbene, da sempre - soprattutto in inverno - quella piccola porzione di spazio tra le scale e la porta d'ingresso offriva ricovero a senzatetto e clochard. Bianchi, gialli e neri. Giovani e vecchi. Non erano in molti, forse tre o quattro. Dormivano su cartoni, le loro povere cose infilate in buste di plastica o in carrozzine per bambini, recuperate dai cassonetti, diventate per loro un comodo trolley. Arrivavano a notte inoltrata perché, prima di quell'ora, ciondolano sul marciapiede davanti alla chiesa i giovani zombi ubriachi e strafatti appena usciti dai "circoli culturali" (leggi pub) che si concedono una coda di sane gozzoviglie: qualche altra birretta, un po' di musica a palla che esce dalle auto con le portiere aperte, una partitella di pallone (che se poi, si ammacca una vettura parcheggiata, chissene!) e magari anche una bella rissa liberatoria.

    Se ne andavano all'alba, prima delle sei, raccogliendo con cura cartoni e shopper, nulla lasciando che potesse palesare il proprio repentino passaggio di una notte: non ferire l'occhio del fedele al mattinale!
    Credo che non li rivedrò più: e so fin d'ora che mi mancheranno. Mi mancherà il loro pudore; il loro rispetto, fatto di silenzio e discrezione. Mi mancheranno i loro movimenti al rallentatore; mi mancherà la cura quasi ossessiva con cui piegavano gli indumenti prima di riporli nelle vecchie borse. Mi mancheranno i loro passi, stanchi e rassegnati, con i quali si allontanavano, in ore antelucane, dalla loro "casa sicura" di una notte, sotto la pioggia battente, contro il vento sferzante e al freddo.

    La cosa più ridicola di questa storia di ordinario cattolicesimo è che la parrocchia è intitolata a Santa Monica, madre di Sant'Agostino, uno dei padri della chiesa che, in uno dei suoi Discorsi, il 66, lancia un monito: "
    Ricordatevi dei poveri: fate il vostro dovere, voi che non l'avete fatto ancora. Credetemi: non ci perderete...". Oggi sono triste e melanconica (càpita...) e mi tengo il groppo in gola per la perdita dei miei amici senzatetto.
    Ma se domani il mio umore cambierà, inizierò a fare casino: non so ancora come, ma ci proverò...

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    venerdì 23 maggio 2008

    E ora, sputatemi in un occhio...

    Preciso che non ho votato la coalizione che ha poi espresso questo governo. Chiarisco anche, però, che mi sono sempre rapportata - nei confronti di ogni governo - non come elettore, ma come semplice cittadino: nel senso che, qualunque fosse la formazione al potere, ho cercato di mantenere nei suoi confronti un spirito critico, che prescindesse dal fatto che l'avessi votata o meno. Lo stesso farò con questa: l'aspetto alla prova dei fatti.

    D
    iscetterò dunque di mutui, partendo da una esperienza personale. Nel lontano 1994 io e mio marito abbiamo acquistato la casa (in cui ancora abitiamo) facendoci carico del mutuo che su di essa gravava: era in ECU: una "divisa" virtuale, progenitrice dell'euro, che allegramente fluttuava a seconda dell'andamento del mercato.
    Al momento dell'acquisto, la rata avrebbe dovuto essere - orientativamente - di circa 9 milioni a semestre (avevamo ancora le lire). In ogni caso, una bella sommetta.
    La faccio breve. Nel giro di 2-3 anni, grazie alle fluttuazioni dell'ECU, la rata semestrale è arrivata a sfiorare i 14 milioni: assolutamente impraticabile! Siamo dunque andati in banca ed abbiamo rinegoziato il mutuo: da ECU a lire, da tasso variabile a fisso. È vero che il pagamento del mutuo in ECU sarebbe finito nel 2004 e quello attuale (rinegoziato e prolungato nel tempo) mi scadrà nel 2012, ma se IO ho fatto la cazzata di assumermene l'onere, con chi debbo prendermela?

    Questo per dire che, nella recente proposta governativa di rinegoziazione dei mutui a tasso variabile, non ci trovo nulla di scandaloso. In primis perché, se i mutuatari sono così "strozzati" da non riuscire a far fronte all'impegno, potrebbero sempre, senza bisogno di alcun intervento dello Stato, rinegoziarlo a tasso fisso (e questa, mi sembra un'informazione latitante sulla grande stampa...). Se però continuano a preferirlo a tasso variabile, questa è una loro personale scelta.
    C'è inoltre da dire che la proposta del governo è tutt'altro che innovativa: nel lontano aprile 1995, il "governo tecnico" di Lamberto Dini ne fece una praticamente identica per i famigerati mutui in ECU, senza che suscitasse tutta questa levata di scudi.

    S
    arà per la mia formazione liberale (non liberista, attenzione!) il motivo per il quale non voglio, nel bene e nel male, troppa ingerenza dello Stato nella mia sfera personale. E sarà forse anche quella formazione che mi porta ad assumere personalmente le responsabilità delle decisioni che ho preso autonomamente, senza che nessuno mi puntasse un revolver alla tempia.

    E
    non mi si venga a raccontare la storia della "mancanza di trasparenza" delle informazioni che vengono date dalle banche in questo caso. Qui si decide "a pelle": voglio "provarci"? voglio "azzardare" e fare il fico, sperando di fregare il mercato dei mutui, e sperare di pagare domani una rata più bassa di quella che pago oggi? Bene. Scelta tua, ergo problemi tuoi. Oppure: non mi piace la roulette, non gioco al Bingo e neanche a 7 e mezzo a Natale, e voglio pagare sempre la stessa rata, qualsiasi cosa accada ad Hong Kong o al Nasdaq. Perfetto: scelta mia. Tranquillità mia.
    Ognuno è faber fortunae suae, artefice del proprio destino.
    Non amo auto-assolvermi dalle mie cappellate esclamando, sempre e comunque, "piove, governo ladro!"

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    martedì 20 maggio 2008

    S.P.Q.R.:
    Sono Paraculi Questi Romani!

    I titoli dei giornali di oggi non sono concordi: Travaglio è incompatibile (Repubblica, Adnkronos, Il Sole 24 Ore, La Stampa) o inammissibile (CorSera, l'Unità) come figura in un servizio pubblico? Il Devoto-Oli mi spiega che l'incompatibilità è "l'impossibilità di coesistere o conciliarsi nell'ambito di un opportuno o conveniente rapporto di reciprocità".
    Dunque, problema di coesistenza: insieme, Travaglio e la RAI, fanno impazzire la maionese.
    Mentre l'inammissibilità è una "pregiudiziale mancanza o insufficienza di condizioni o ragioni valide". Ed è diverso: non c'è ragione, manca - come dicono gli avvocati - il fumus boni iuris perché Travaglio vada in RAI.

    D
    ato che mi faccio sempre gli affari miei - e questi sono affari miei, porca vacca! - sono andata in rete a cercare il video dell'intervista rilasciata da Romani a Klaus Davi, per KlausCondicio, che vi beccate qui sotto.


    Esaminiamo ora un paio di punti dell'intervista.
    • Intanto, Romani ha detto che Travaglio è una figura inammissibile con la RAI (nonostante il titolo del servizio dica altro...): non può e non deve essere ammessa al servizio pubblico. Che siano previsti personaggi ammissibili e altri no, mi sembra una purga da MinCulPop. Tanto più che l'art. 3 del Testo Unico sulle comunicazioni (proprio quello invocato per sanzionare e mettere la museruola a Travaglio) afferma che è il servizio di Stato garantisce "la tutela della libertà di espressione di ogni individuo, inclusa la libertà di opinione e quella di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza limiti di frontiere". A meno che ora il giornalista non abbia perso anche la qualifica di individuo, non credo che lo si possa mettere all'indice.
    • Poi fa lo spiritoso erudito, Romani, dando lezioni di massmediologia e ci insegna che, se lui desse a Davi del pedofilo, e Davi rispondesse "non è vero", nel nostro "immaginario collettivo" rimarrebbe sedimentata (il verbo è suo, eh?) l'idea che Davi lo sia davvero. Per la serie, sikkome ke siamo kretini... Allora, giri questa lectio magistralis al Berlusca, perché noi, massa di coglioni che non siamo altro, siamo tutti ancora convinti che lo stalliere Mangano sia davvero un eroe, e non un mafioso condannato all'ergastolo!
    Per finire: ma chi è, 'sto Klaus Davi, col vestito della domenica stile picciotto anni '50? Ne trovo un cenno in un articolo vecchio di oltre 3 anni, pubblicato su L'Unità, a firma di... ma... cavolo! di Marco Travaglio! Ecco perché! Ora mi spiego tanto rancore e tanta schiena a 90 gradi innanzi al piccolo grande uomo!
    Joseph Pulitzer diceva:"Una stampa cinica e mercenaria prima o poi creerà un pubblico ignobile".
    Ma noi saremo più forti di tutta la carta stampata asservita al palazzo e di tutti gli informatori vassalli e leccaculo.
    E scusate il polacco antico.

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    venerdì 16 maggio 2008

    Lesa Maestà: chi è lo Re?


    L'Agcom (l'autorità garante per le comunicazioni) ha avviato un'istruttoria nei confronti della RAI per le trasmissioni Anno Zero del 1° maggio e Che tempo che fa del 10 maggio, contestando al servizio pubblico presunte violazioni degli artt. 4 e 48 del Testo Unico sul servizio televisivo.
    La procedura aperta nei confronti di Anno Zero riguarda la messa in onda dell'intervento di Beppe Grillo del 25 aprile precedente da Torino, in occasione del V2-Day, e le sue frasi nei confronti di Giorgio Napolitano: il comico genovese ha rimproverato il Capo dello Stato di essere il presidente dei partiti e non degli italiani, e di essere un sonnacchioso Morfeo, salvo destarsi all'improvviso e lanciare monìti.

    Per quanto attiene, invece, la trasmissione Che tempo che fa, l'istruttoria è ovviamente aperta per le oramai stranote "notizie" fornite da Marco Travaglio su Renato Schifani, Presidente del Senato: "notizie" che - come tutti sanno, tranne evidentemente i signori dell'Agcom - sono già di pubblico dominio, ampiamente riportate già dai giornalisti Lillo, Abbate e Gomez: quindi, in soldoni, minestra riscaldata...

    Quello che mi domando, a questo punto, è: chi conta di più? Napolitano o Schifani?
    Le affermazioni di Grillo su Napolitano sono, come detto, del 25 aprile: perché l'Agcom rileva solo adesso le "violazioni"? Com'è che all'improvviso Morfeo-Agicom si sveglia e apre il procedimento dopo ben 15 giorni? E com'è, invece, che si scapicolla, dopo solo 3 giorni, alla ricerca di "violazioni" nella trasmissione di Fazio, che è del 10 maggio?
    Avanzo un'ipotesi maligna: il trait-d'union è Travaglio e, tramite lui, inizia la purga nei confronti di Santoro e di Anno Zero di cui Marco è ospite fisso. Due piccioni con una fava. Anzi, tre piccioni: black-out in vista per Anno Zero, per Santoro e per Travaglio.
    Fine delle trasmissioni.

    C
    ome diceva Diego Abatantuono nel mitico "Attila, flagello di dio", chi è lo Re?
    Napolitano, di cui il Berlusca ha chiesto le dimissioni per poter concedere una carica istituzionale ad un esponente del PD?
    O Schifani, definito dal quotidiano austriaco "Der Standard" il vassallo di Berlusconi?

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    mercoledì 14 maggio 2008

    Kennst du das Land...

    ...wo die Zitronen blühen? Conosci il paese in cui fiorscono i limoni? domandava Goethe nel suo "Viaggio in Italia", compiuto tra il 1786 e il 1788, parlando della terra di Sicilia che tanto l'aveva ammaliato.
    E di Agrigento e della Valle dei Templi, in particolare, scriveva: "
    Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina al levar del sole... Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s'indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi ... corre invece a sud verso il mare".

    Ebbene, apprendo da Tasti (ha pubblicato 3 post esaustivi sulla vicenda) e da Gian Joseph Morici che, a meno di un chilometro di distanza dallo spendore della Valle (la bellissima foto è di Orazio Minnella, che spero non si rammarichi per averla io utilizzata in questo contesto da "crociata": se ci fossero problemi, sono a disposizione...), dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 1997, è stata approvata la costruzione di un rigassificatore, un mostro di cemento e ciminiere fumanti con impatto devastante sul paesaggio.
    Ma non solo. Verrà stravolto il litorale, con la costruzione di una banchina (d'ormeggio? n.d.r.) dotata di un molo lungo 800 metri verso il mare.

    Queste le tragiche notizie: già da tempo molti esponenti di primo piano della cultura e della politica (la Presidente del FAI, Giulia Maria Mozzoni Crespi, e ancora Dacia Maraini e Rita Borsellino) hanno lanciato il grido d'allarme, ma il progetto avanza, sospinto dal solito vento in poppa di interessi inconfessabili. Ma tanto, sappiamo di che si tratta...
    A questo punto, non resta che il passa-parola della rete: suggerirei a Tasti e a Morici di fornirci indirizzi mail (alla Commissione Italiana dell'UNESCO? Al Presidente della Regione Sicilia? ditecelo voi!) cui inviare anche la nostra accorata protesta.

    Last, but not least, prego i miei visitatori di far girare il più possibile la notizia: càpita, a volte, che i piccoli la spuntino... ricordate? Davide e Golia? E allora, armiamoci di sassi e di fionda e andiamo all'attacco. Grazie a tutti.

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    lunedì 12 maggio 2008

    Quelli che la politica-2...

    ...cominciano a non capirla più.


    "...tanto pe' comincia', a me quer regazzetto me piace puro..."
    "Ma che state a di', sora Luci', che ve piace Travajo?"
    "Sicuro, che me piace! Si c'avevo vent'anni de meno, mbe'...
    'n penzierino ce lo facevo puro!
    No come quell'artro... come se chiama?

    Quello coll'occhialoni... cor ciuffo sempre davanti all'occhi...
    L'artra sera stava da Santoro... co' Travajo..."
    "Ah, Sgarbi! Mbe' puro a mme me sta sur ca***!
    Oh scusate, sora Luci', m'è scappato!"
    "Figurete! Mbe', quello!
    Ma avete sentito le stronzate che stava a ddi'?

    Nun je la faceva a staje dietro a quello che diceva Travajo,
    e era bbono solo a di' le parolacce, quer fijo de' 'na mignotta!"
    "Mbe', certo che Travajo è proprio preparato!
    Quello sa tutto de' tutti!

    E Fazzio, l'avete visto Fazzio?"
    "Te credo che l'ho visto! 'ntanto,
    quanno ce stà quella pischelletta,
    la Littizzetto,
    me piscio proprio da le risate... Ma poi, sabbato,

    ce stava puro Travajo... te pare che me lo perdo?"
    "E der casino che è venuto fora... però...
    puro la sinistra s'è scocciata!"

    "E sti' cazzi! Poi, la sinistra... te la raccomanno, 'sta sinistra...
    J'aregge er moccolo a Berlusconi, 'sta sinistra...
    E poi, chi ha parlato?
    Quella secca secca, co li capelli come 'n ragazzino...

    Quella siciliana c'ha fregato er posto
    alla sorella de' Borsellino, quer poro fijo...
    E che poi ha preso 'na tranvata!"

    "Ah, la Finocchiaro..."
    " E bbravo, quella! Io nun capisco: si Travajo le cose le sa,
    perché cavolo nun le deve da dì?
    E poi, che ha detto 'na buscìa? No! Ha detto er vero, ha detto!
    L'hanno scritto puro su li libbri,
    e mica che hanno detto no, nun è vero!"

    "Ma dice che era robba de trent'anni fa..."
    "E che cacchio c'entra', a' Giova'? 'Nformete, prima de parla':
    quello... coso... come se chiama... Schifani, ecco!
    Era avvocato quanno c'ha fatto la società co' quei mafiosi,
    mica che era 'n regazzino!
    Io, quanno che ho fatto la società co la sora Lella...
    sai... la società tra noi donne, pe li prestiti piccoli...
    mbe'... jo contato i peli ner sedere, prima de falla!
    E nun so' avvocato!"

    "Mbe', certo... c'avete raggione su questo...
    però dice che su la televisione pubblica,
    pare bbrutto che se dicheno 'ste cose!"

    "Ma li mortacci loro! A' Giova'! E mò me stai proprio a ffa 'ncazza'!
    E 'ndove che le deve da di', 'ste cose?
    Su le reti che fanno le vendite de li materazzi?

    Che? Nu lo pagamo quel mortacci sua de canone a la RAI?
    E allora? Io le vojo sentì, 'ste porcherie c'hanno fatto!"
    "... però Di Pietro l'ha difeso..."
    "Ecco, vedi? Meno male che armeno uno ha preso le parti
    de quer regazzino! Lo so io mo',
    chi devo da vota', 'st'artra vorta...
    "
    "Vabbe', sora Luci'... mo' godemose 'sta bbella domenica de sole,
    che puro oggi c'avete fatto er comizzio!
    E ve ggiuro, che si ve presentate alle elezzioni, ve voto puro io!"

    Ecco il video dell'intervento di Marco Travaglio in "Che tempo che fa", da Fazio.



    giovedì 8 maggio 2008

    Agente 00 settete, agli ordini!

    Qualche giorno fa, ancora con le idee poco chiare sul punto, rispondevo ad un bel post di Okappa relativo alla messa on line delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani. Laura, giustamente, sostiene che, chi non ha nulla da nascondere, non dovrebbe risentirsi della visibilità data ai propri introiti. Vero. Ma osservavo anche che il fastidio degli onesti poteva derivare anche da una sorta di pudore - comprensibile e umanamente condivisibile - di chi, pur non fruendo di redditi elevati, intende proporsi, apparire, sembrare più abbiente di quanto non sia in realtà: magari, affermavo, mangiando pane e cipolla per tutto il mese. E di questa opinione, su tale aspetto della vicenda, sono ancora oggi.

    Per quanto riguarda, invece, il problema nel suo complesso, ammetto non ci sia nulla di scandaloso. Sicuramente non è bello e non è elegante. È come guardare da un buco della serratura, una sollecitazione al voyerismo fiscale. Tutto qui? No. Mi viene in soccorso una sentenza del TAR della Lombardia del 1981, riportata oggi da Punto Informatico, che testualmente recita:
    "L'art. 69 d.P.R. 29 settembre 1973 n. 600, che prevede il deposito degli elenchi dei contribuenti al fine di consentirne a chiunque la consultazione, non preclude altre forme di pubblicità idonee a perseguire lo scopo di pubblica utilità di una corretta informazione dei cittadini, conformemente ad una delle finalità della riforma del settore, che si prefiggeva, tra l'altro, una maggiore trasparenza del rapporto tributario attraverso controlli svolti anche mediante più ampie forme partecipative".

    È l'ultimo capoverso il nocciolo della questione: dunque, uno dei fini della riforma è quello di svolgere controlli anche mediante "più ampie forme partecipative". Che tradotto in soldoni, ed abbandonato l'orrido linguaggio socio-sindacale (per il quale, se almeno una volta non usi la parola "partecipazione", sei sterco di cavallo) significa che l'Agenzia delle Entrate del tuo Comune si aspetta, ed auspica, che noi tutti ci si trasformi in finanzieri volontari, pronti a segnalare anomalìe nel tenore di vita del vicino antipatico. Come? Né il DPR né la sentenza lo spiegano.
    Ma la risposta è ovvia: con la delazione.
    Dunque, da fan di CSI suggerisco:
    • munitevi di guanti di lattice per non lasciare impronte digitali;
    • acquistate carta da lettera e busta dal cartolaio più lontano dalla vostra residenza;
    • scrivete la lettera dello spione con la sinistra, se siete destrorsi, e con la destra se siete mancini (le scienze grafologiche, oggi, fanno miracoli!);
    • non leccate il francobollo, ma inumiditelo con la spugnetta: il DNA, ragazzi, il DNA!
    Ora, non vi resta che scaricare da E-Mule il file delle dichiarazioni del vostro comune (qui trovate tutte le istruzioni che vi occorrono) e... al lavoro, o Armata Visco-leone!

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    mercoledì 7 maggio 2008

    Dedicato...

    ... a quelle bestie di Satana con la testa rasata che, per una sigaretta negata, dicono, hanno assassinato un coetaneo: vorrei che il regime carcerario, cui auspico saranno presto sottoposti, fosse a immagine e somiglianza di quello di Buchenwald, Auschwitz e Dachau.

    ... agli esponenti del Pdl che non hanno ritenuto doveroso e opportuno stigmatizzare le deliranti esternazioni della terza carica dello Stato Italiano, Fini, con la veemenza che, ogni domenica sera, manifestano per gli errori arbitrali, per lo schema 4-4-2, e altre questioni di importanza vitale: il loro silenzio è di gran lunga più colpevole e omertoso della vigliacca e incivile protesta di Torino.

    ... ai democratici di Torino, stupidi, razzisti e intolleranti che alimentano un odio del quale non abbiamo bisogno, e che fomentano la nascita di schieramenti "l'un contro l'altro armati". A loro in particolare dedico la prima foto, un bel rogo di libri (Berlino, 10 maggio 1933) augurandomi ch'essi mai abbiano a vivere giornate buie come quelle che i loro nemici furono costretti a vivere giusto 75 anni fa.

    E dedico questo post anche ad Ariel, il mio fidanzatino ebreo dei tempi del liceo, dallo sguardo triste, che ritenevo fosse solo una posa per farmi battere il cuore più forte; e che seppi, solo più tardi, essere invece lo specchio della sua anima tormentata dai racconti dei familiari, che vissero la tragedia dei campi di sterminio sulla propria pelle.
    Ovunque tu sia, caro, auguri per i 60 anni del tuo Paese. Che possa trovare la strada della pace vera, affinché i suoi figli - in qualunque parte del mondo siano dispersi - non debbano più essere additati come la maledizione dell'intera umanità: credo che duemila anni di questa condanna siano sufficienti.

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    domenica 4 maggio 2008

    Le Olimpiadi, Freddy
    e la captatio benevolentiae

    Premetto che, con grande riprovazione della mia metà, non ho capi griffati: non me ne frega niente. Mmm... bugia: ne ho uno, una borsetta, che mi ha regalato mia cognata. Essendo di moda, è piccola, anzi, piccolissima! Ma io ci dovrei mettere dentro 2 porta occhiali; il portafoglio con le 84 carte plastificate (sconto alla Conad, carta di credito, bancomat, patente, tessera sanitaria, firma digitale, Blockbuster, etc.) e con lo scomparto degli spiccioli che esonda, tant'è gonfio di quei circoletti di rame che non riesco a spendere; le sigarette e l'accendino; lo spray nasale (dal quale sono dipendente) con i fazzoletti di carta; le chiavi di casa, studio, casa della zia... La borsetta griffata si riempie con i 2 porta occhiali, per cui sta là, nell'armadio tra le mie borse a valigia: antiche ma fruibili. Questo per dire che 'sto Freddy, che manda in onda i 3 spot televisivi sulle Olimpiadi, non sapevo fosse un'azienda italiana di capi sportivi che sponsorizza l'evento. Certo, gli spot sono ben fatti, suggestivi, intriganti: si guardano con piacere.

    M
    a è il parlato che mi infastidisce. E molto.
    Il filo conduttore di tutti e tre è riassumibile in questa parabola mediatica: sono giovane e amo lo sport; tutta la mia vita è stata scandita sui ritmi della preparazione all'Evento Epocale, le Olimpiadi, che potrebbe essere anche l'unico cui sarò chiamato a partecipare. "Sui blocchi porterò i miei muscoli allenati e tutta la mia vita", dice Simone Collio, che correrà per i 100 metri. "Le Olimpiadi, l'ultima leggenda: ci sono arrivata perché, sin da quando sono bambina, la vita va dove voglio io" (Elisa Santoni, ginnastica ritmica). "Il mio tuffo durerà due secondi, e dentro ci sarà tutta la mia vita..." (Tania Cagnotto, tuffo da 3 metri).
    Che dovrei fare, allora? Asciugarmi la lacrimuccia perché qualcuno vorrebbe boicottare le Olimpiadi, tarpando le ali ai sogni di una vita di questi ragazzi? E chissene frega! Mi spiace per loro, ma non sarà certo una tragedia (una tragedia vera, intendo), non correre, non giocare con un cerchio o non tuffarsi! La
    captatio benevolentiae che permea la pubblicità, con me non funziona. Non funziona quello stucchevole accattivarsi la simpatia del pubblico, predisponendolo ad una bonaria attenzione del messaggio.

    Q
    ualche giorno fa, Riccardo Gavioso ha pubblicato un bel post sui reati che, in Cina, prevedono la pena di morte. E giustamente ha rilevato come la stampa internazionale, che ha fatto a gara per seguire gli scontri di piazza tra dimostranti pro-Tibet e forze dell'ordine cinesi, con servizi praticamente quotidiani, sia stata molto, ma molto più "discreta" nel riportare la notizia del primo processo ai rivoltosi: 30 imputati, con pene che vanno dai 3 anni di carcere all'ergastolo, comminato a 3 persone, tra cui un monaco buddista. Se si considera che gli arrestati sono stati circa 2.000, la strage processuale è appena agli inizi. Se nel 1980, alle Olimpiadi di Mosca, ben 45 paesi (tra cui la Cina) boicottarono l'evento per protesta contro l'invasione dell'Afganistan da parte dell'allora URSS; se nel 1984, per rendere la pariglia, l'URSS a sua volta boicottò i giochi di Los Angeles, perché, ora, ci si stracciano le vesti al solo ventilare una diserzione dell'agone olimpico? Hai visto mai che c'entra qualcosa la crescita dell'import export con la Cina, che Emma Bonino dice essere a 2 cifre? Ma no, figuriamoci!
    Sono la solita maligna...
    Per chi li avesse persi, o non li rammentasse, ecco i 3 spot di Freddy pro Olympic Games, che non seguirò, mettendo in atto un boicottaggio personale (e chi è d'accordo, faccia lo stesso, almeno gli abbassiamo la audience!): e per sfregio, ci metto pure una bella cornice color arancione tibetano,

    fangala!


    sabato 3 maggio 2008

    Patologie: blogdipendenza

    Non so voi, che magari bloggate da più tempo, ma io credo proprio di esserne affetta. La mattina non vedo l'ora di spulciare il reader per vedere chi ha scritto cosa. E poi, lo stesso, sono in ansia mentre faccio scorrere la barra laterale sul mio ultimo post, verso il basso, per scoprire se qualcuno mi ha lasciato commenti , e poi, chi l'ha fatto.
    Ma la prima cosa che faccio, confesso, è andarmi a guardare Google Analytics: tutta colpa di Max che mi ha insegnato (tra tante altre cose) ad attivarlo.
    E questo, a distanza di un mese, è l'overlay della carta geografica
    elaborata per me da Google Analytics.È una finestra sul mondo! In verde viene indicata la provenienza degli accessi: quasi tutti dall'Europa, che è in verde più scuro; ma anche dagli altri continenti, verde pisellino! Guarda quante persone che non conosco, delle quali non condivido vite, emozioni, amori, idee... comunque, magari per caso, sanno di me: sanno che esisto! Ma ho un problema, cavolaccio...
    Non è venuto a trovarmi nessuno dall'Australia/Oceania!
    È completamente bianca! Non crederanno per caso di essere più furbi degli altri? Non crederanno di poter navigare in rete senza che, nemmeno uno di loro, abbia il "senso di me"?
    Ma ora li frego io.... Dunque...


    D
    a Wikipedia: il kangaroo (canguro) è un nome comune con cui si indicano oltre 50 specie della famiglia dei macropodidi (ordine dei marsupiali). Le più comuni sono il Canguro Rosso e il Canguro Grigio. Vivono in Australia, Nuova Guinea, Tasmania e nelle isole limitrofe...

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    giovedì 1 maggio 2008

    Napule è...

    La sera, dopo cena, in attesa dei miei amati cadaveri e delle autopsie su FoxCrime - il top per indurre un sonno ristoratore - guardo Striscia. Ieri è andato in onda un servizio su alcuni medici di base di Napoli che esponevano, all'ingresso del proprio studio, un cartello con la scritta: "Alla porta, 1 euro", con ciò intendendo che i pazienti dovevano lasciare l'obolo alla segretaria per essere visitati. Scandalo ripreso con la telecamera. Medico che cade dalle nuvole: "Non sapevo niente!" Cartello rimosso. Fine del servizio. E io, che mi ritrovo inconsapevolmente a formulare un pensiero: "Ecchecavolo! 'sti napoletani!"

    Ma che cavolo io, mi dico subito dopo! Quanti servizi di Striscia hanno denunciato falsi dentisti, o sedicenti medici marpioni che curavano il cancro col pendolino ed erano tutti del Nord? Perché, allora, quella considerazione? Me ne viene in mente un'altra. L'anno scorso mi hanno rubato la macchina, con tanto di satellitare installato. L'avevo assicurata contro il furto con una Compagnia convenzionata con il servizio, pagando il premio meno della metà. Quando ho dovuto preparare tutti i documenti per il risarcimento, mi sono accorta che l'ufficio sinistri che mi avrebbe dovuto liquidare aveva sede a Napoli. E ho cominciato a sudare freddo: i miei soldi non li avrei mai rivisti... Ho inviato il tutto a Napoli e... dopo 10 giorni mi spediscono l'assegno! Perché mi è sembrato tanto anomalo? Perché me ne sono meravigliata tanto? Perché... Napule è?

    E
    ppure con Napoli, e i napoletani, ho un rapporto d'amore del tutto speciale.
    La prima cotta, quella che ti prendeva alla pancia e ti faceva sentire strana, l'ho presa per un bellissimo ragazzo di Napoli, Massimo M.: io avevo 15 anni e lui 19. E non mi si filava di pezza... Ero una gnappetta di un metro e cinquantacinque (ma poi sono cresciuta di altri 5 centimetri, eh...), piatta sul davanti e sul didietro come una tavola da stiro, e a lui piaceva invece una stangona di 18 anni, 1 metro e settanta, con due poppe e un sedere da sballo, e due gambe lunghe che... vabbe', stendiamo un velo pietoso... E poi all'Università: Napoli e le sue canzoni.

    C
    'era un esame che volevo sostenere, Storia delle Tradizioni Popolari, per il quale volevo sviluppare una mia tesi: che le canzoni napoletane, quelle che conosciamo e cantiamo, sino a Tammurriata nera, potessero rientrare in quella tradizione popolare (nonostante la caratteristica dei canti popolari sia, per definizione, l'anonimato dell'autore e la loro trasmissione orale). Mission impossible! Il professore però era interessato, ma mi propose un do ut des: dovevo inserire l'esame come biennale nel piano di studi, anche se di solito, considerato un esame facile, lo si infilava nel mucchio tanto per rimpinguarlo. Affare fatto!
    Al primo esame, 30 e al secondo, con lo sviluppo della tesina indimostrabile, 30 e lode! E per mesi mi sono fatta coccolare dalla musica, dalle parole e dalle suggestioni di quelle canzoni: le cantavo in macchina a squarciagola, sovrastando con le mie stecche sia il concerto live di Massimo Ranieri al Sistina, che la collezione Napoletana, dell'inarrivabile Roberto Murolo, dieci 33 giri,
    duplicati in cassetta.

    Q
    ualche anno dopo, ancora Napoli e i napoletani: single, facevo campeggio in tenda e da sola al Lido di Fondi, tra Terracina e Sperlonga. Tazzone di latte e caffè la mattina, poi in spiaggia, dalle 9 alle 7 di sera quando, rientrata alla magione, mi strafogavo 2 etti e mezzo di cannolicchi Barilla al pomodoro e basilico da mangiare col cucchiaio. Ero una lucertola: unica deroga, il bicchiere di granita alla menta di Ciro, napoletano, che passava sulla battigia col suo carrettino del ghiaccio e degli sciroppi verso le 2 del pomeriggio. Se dormivo, faceva una buchetta vicino al mio asciugamano e me lo laciava in fresco: avrei pagato al suo ritorno, o il giorno dopo...


    E
    al campeggio c'era anche Anna, napoletana: mega-tenda con veranda, frigorifero, fornello a 6 fuochi, l'amaca, e chi più ne ha più ne metta! Per suo marito e i due figli, iniziava a cucinare alle 8 di mattina: e io, mentre bevevo il cappuccio, sentivo nelle narici il profumo delle sue grigliate e dei suoi sughi...

    Non ha resistito più di tre giorni, Anna: "Signuri', si avite famm', ve lo dongh'i', o' mangiare! Ve facite male, accussì! Nun è bbuono 'stò diggiuno!" Valle a spiegare che stavo benissimo così, e che non avevo desiderio di mangiare... Fatica sprecata. Spesso, la sera, al mio rientro in tenda, trovavo sul mio traballante tavolino un piatto, accuratamente riparato da una pellicola trasparente, pieno delle sue melanzane o dei peperoni grigliati cui aggiungeva, a freddo, olio, basilico e spicchi d'aglio spaccati! Erano coccole, e non un banale ristoro per il mio stomaco vuoto!

    M
    i domando allora, a distanza di secoli, perché, se Napoli e i napoletani per me furono (e sono ancora) tutto questo, perché - porca vacca! - me ne sono uscita in quel modo? Assuefazione imbecille e passiva del mio cervello alla ricezione di input esterni? Forse. La mia mente, inconsapevolmente, ha sviluppato un algoritmo per cui Napoli = Casino? Probabile. Se A sta a B come B sta a C, A e C sono uguali: se Napoli sta ai napoletani, come i napoletani stanno al caos istituzionalizzato, Napoli e il caos sono la stessa cosa... Ma non è così. Napoli e i napoletani non sono il disordine, la prevaricazione, il caos: li subiscono
    . Forse, dopo, si adeguano: tirano a campare, come si farebbe a Pordenone, a Vicenza, a Torino, a Roma e a Trapani.
    Nel loro DNA ci sarà magari un gene che li spinge ad adeguarsi, per sopravvivere, alle situazioni: secoli di sudditanza e di occupazione straniera non si possono cancellare con un colpo di spugna. Ma hanno anche un antidoto per i soprusi e le violenze di cui sono stati vittima, che altre città hanno sviluppato diversamente: e sono le loro canzoni. Una valvola di sfogo per essere altrove, in un altro posto, lontani. Avvolti in una soffice bambagia di note musicali, che sono carezze e coccole. Anomale, come quelle di Anna e i suoi peperoni: un amore a modo loro.

    E
    cco perché Napoli ci ha lasciato qualcosa che nessun'altra città italiana è stata in grado di regalarci. Provate a chiedere, a New York (io l'ho fatto!), in un locale in cui si fa musica, di suonarvi una canzone italiana: pensate di poter sentire "Sciuri, sciuri" o "O mia bela Madunina"? oppure "Roma, nun fa' la stupida stasera" o "Se me ghe pensu"? No, vi canteranno, tutti, O' sole mio! Perché quelle parole e quella musica, struggenti e vivifiche allo stesso tempo; piene dell'aspettativa per un giorno migliore (
    ... quanno fa notte / e 'o sole se ne scenne / me vene quase 'na malincunia...) siamo noi, gli italiani; e sono Napoli e i napoletani, amatissima città e amatissima gente.
    A loro chiedo scusa per quei pensieri venuti fuori da qualcuno che non ero io. E dato che mi voglio tanto bene, in chiusura mi faccio un regalo. Se vi volete bene, fate come me: ascoltate....



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