Sin da ragazzina avevo la quasi certezza di essere stata, in una precedente vita, una emigrante verso gli States. Non si sarebbero compresi, diversamente, il groppo in gola e la strana commozione che mi prendeva ogni volta che vedevo la Statua della Libertà: in TV, su un libro, ovunque. O di come riuscissi - con l'immaginazione - a orientarmi in giro per Manhattan, meglio di quanto facessi nel mio quartiere di Roma Sud. Ora, che ragazzina non sono più, niente è cambiato e sono ancor più sicura di essere stata su qualche nave diretta alla volta della grande nazione: quel che devo capire è se sono partita da Trieste, dov'è nato mio padre, o da Genova, che mi ha dato i natali.
Amo molto anche la storia americana: mi sono anche comprata i 22 volumi del "World Book", una enciclopedia per ragazzi: leggo lì, alleno il mio inglese e, chi so sa?, magari ritorno sui banchi di scuola della vita precedente... Qualche anno fa una TV privata, tra una televendita e l'altra, mandava in onda "L'America di Alistair Cooke", una sorta di lezioni in video dell'epopea americana: lui parlava, seduto su una poltrona bergère in un bell'ambiente studio-biblioteca, e ogni tanto passavano - ad illustrare il racconto - disegni da "figurine Liebig" di storia anni Sessanta, coloratissime e piene di personaggi. Di solito andava in onda la domenica e, ancora a letto sotto le pezze, il telecomando nascosto furbescamente sotto il cuscino, costringevo mio marito ad assistere alla lezione. E a lui, della storia americana, non gliene poteva fregare di meno...
Un giorno, a fine trasmissione, non fui molto pronta a cambiare canale e... zàcchete! parte la televendita. Lui ama i tappeti (io no) e i quadri (io no) ed ero già rassegnata a dovermi sorbire l'offerta eccezziunale veramente! di un Bukhara, quando mi accorgo che si parlerà di gioielli. Be' - mi son detta - posso restare ancora un po'... Mirabile dictu, partono con una collezione di anelli da college americani (quando si dice il destino!) e lui fa: "Ma lo sai che mi piacerebbe averne uno? Che dici, telefoniamo?". Dopo poco avrebbe festeggiato il suo 40° compleanno e io, infingarda e Giuda Iscariota (che ancora mi arrovellavo sul regalo da fargli e non ne avevo la pù pallida idea) gli rispondo: "Macché! Sai che fregatura saranno? E poi tu, con gli anelli... non ti ci ho mai visto...". Già sapevo che il giorno dopo sarei andata a comprarglielo: e così fu. Grande sfoggio dell'anello per ben 2-giorni-2 e poi archiviato nel cassetto del comodino, perché qualche zoccola (o zoccolo) in ufficio ha rilevato quanto lui fosse "strano" con quell'anello... Ma come fa, un anello, a farti "strano"? Lo può un cappello, magari, ma un anello, cazzo! E così l'ho "ereditato" io, e da molti anni fa bella mostra di sè al medio della mia mano destra. Intorno alla pietra è inciso il nome del college: sul mio (non è quello della foto, ché non mi andava di fare lo scatto...) c'è scritto "Clearview - Regional Highschool".
Di Clearview, in America, ce ne sono in molti Stati: nel Kentucky, nello Stato di New York, in Ohio, in Oklahoma, nell'Iowa, nel Missouri e in West Virginia. Ma insomma, il succo è che io porto al dito l'anello di qualcuno che è stato in quella scuola, laggiù, in America! Esiste la teoria "dei sei gradi di separazione", secondo cui due persone potrebbero essere collegate tra loro attraverso non più di 5 "intermediari". Supponiamo che il mio anello fosse di John Smith, da Clearview in West Virginia; e che John sia stato uno dei promotori della campagna "Barack Obama is my homeboy"; che Obama sia andato a ringraziarlo per la sua attività di supporter e gli abbia stretto la mano... Cazzo! Gli sono stata vicinissima, al mio Presidente, e sono tornata alla terra della mia vita precedente, in America! Che sia per metemsomatosi o per la teoria "del mondo piccolo", mi va bene comunque: lo sapevo che venivo da là e che là erano le mie più antiche radici...
Sennò, non si spiega...
Amo molto anche la storia americana: mi sono anche comprata i 22 volumi del "World Book", una enciclopedia per ragazzi: leggo lì, alleno il mio inglese e, chi so sa?, magari ritorno sui banchi di scuola della vita precedente... Qualche anno fa una TV privata, tra una televendita e l'altra, mandava in onda "L'America di Alistair Cooke", una sorta di lezioni in video dell'epopea americana: lui parlava, seduto su una poltrona bergère in un bell'ambiente studio-biblioteca, e ogni tanto passavano - ad illustrare il racconto - disegni da "figurine Liebig" di storia anni Sessanta, coloratissime e piene di personaggi. Di solito andava in onda la domenica e, ancora a letto sotto le pezze, il telecomando nascosto furbescamente sotto il cuscino, costringevo mio marito ad assistere alla lezione. E a lui, della storia americana, non gliene poteva fregare di meno...
Un giorno, a fine trasmissione, non fui molto pronta a cambiare canale e... zàcchete! parte la televendita. Lui ama i tappeti (io no) e i quadri (io no) ed ero già rassegnata a dovermi sorbire l'offerta eccezziunale veramente! di un Bukhara, quando mi accorgo che si parlerà di gioielli. Be' - mi son detta - posso restare ancora un po'... Mirabile dictu, partono con una collezione di anelli da college americani (quando si dice il destino!) e lui fa: "Ma lo sai che mi piacerebbe averne uno? Che dici, telefoniamo?". Dopo poco avrebbe festeggiato il suo 40° compleanno e io, infingarda e Giuda Iscariota (che ancora mi arrovellavo sul regalo da fargli e non ne avevo la pù pallida idea) gli rispondo: "Macché! Sai che fregatura saranno? E poi tu, con gli anelli... non ti ci ho mai visto...". Già sapevo che il giorno dopo sarei andata a comprarglielo: e così fu. Grande sfoggio dell'anello per ben 2-giorni-2 e poi archiviato nel cassetto del comodino, perché qualche zoccola (o zoccolo) in ufficio ha rilevato quanto lui fosse "strano" con quell'anello... Ma come fa, un anello, a farti "strano"? Lo può un cappello, magari, ma un anello, cazzo! E così l'ho "ereditato" io, e da molti anni fa bella mostra di sè al medio della mia mano destra. Intorno alla pietra è inciso il nome del college: sul mio (non è quello della foto, ché non mi andava di fare lo scatto...) c'è scritto "Clearview - Regional Highschool".
Di Clearview, in America, ce ne sono in molti Stati: nel Kentucky, nello Stato di New York, in Ohio, in Oklahoma, nell'Iowa, nel Missouri e in West Virginia. Ma insomma, il succo è che io porto al dito l'anello di qualcuno che è stato in quella scuola, laggiù, in America! Esiste la teoria "dei sei gradi di separazione", secondo cui due persone potrebbero essere collegate tra loro attraverso non più di 5 "intermediari". Supponiamo che il mio anello fosse di John Smith, da Clearview in West Virginia; e che John sia stato uno dei promotori della campagna "Barack Obama is my homeboy"; che Obama sia andato a ringraziarlo per la sua attività di supporter e gli abbia stretto la mano... Cazzo! Gli sono stata vicinissima, al mio Presidente, e sono tornata alla terra della mia vita precedente, in America! Che sia per metemsomatosi o per la teoria "del mondo piccolo", mi va bene comunque: lo sapevo che venivo da là e che là erano le mie più antiche radici...
Sennò, non si spiega...
33 commenti:
Cara la mia ameriKana,
ho mio figlio che, non ho mai compreso perché, vorrebbe andare negli Usa e in nessun altro posto.
E' da quando aveva 11/12 anni che me lo dice, mi toccherà mandarcelo prima o poi.
Buona domenica
Cara Bastian, vedo che ti sei creata una mitologia tutta personale sugli USA. Ti devo dare credito per non ricordarti di precedenti reincarnazioni come Cleopatra o Giuseppina Buonaparte, ma ti accontenti di poter essere stata una semplice immigrata in questo giovane paese. Io negli USA non ci vorrei vivere in nessun modo per un'infinita' di motivi che non ho tempo di elencare, ma la realta' di questo paese e' diventata un qualcosa di veramente allucinante. Comunque se rimane solo una fantasia non ti potra' nuocere....
XXX
@Il Laicista, mi sa che tuo figlio era il mio compagno di banco! Lo sai, vero?, che nelle reincarnazioni non si tiene conto delle differenze d'età della vita nuova...
Comunque, non so quanti anni abbia ora tuo figlio: ma se fosse in tempo per qualche progetto tipo "INTERCULTURA", non mi lascerei sfuggire l'occasione. Una nipote di mio marito lo ha fatto, e sapessi con che altra "apertura mentale" è tornata a casa! Per non parlare della lingua...
Un bacione.
@Joe, non mi "accontento", ma sono fiera di essere stata parte di quella storia! Non so perché tu non ci vivresti manco morto, ma per quel poco che ho visto non credo che la vita, là, sia così allucinante come sembri ritenerla.
Sono sicura di non essere stata Cleopatra perché odio i serpenti; né sono stata Giuseppina, perché i francesi mi stanno sul cazzo.
Sono contenta che tu stia bene in Canada, ma lì non ho vissuto altre vite, perché fa troppo freddo!
XXX
Bastian, non hai visto le decine di migliaia di persone che vagano come inebetiti nei centri storici di molte citta' spingendo shopping carts in cui mettono i loro pochissimi averi? Non hai mai sentito dei due milioni di carcerati? 40 milioni di persone senza assistenza sanitaria? Gated communities e shopping centers circondati da alti muri di sicurezza e con guardie armate sll'ingresso? Potrei andare avanti ad infinitum.
Viva il freddo del Canada!
XXX
@Joe caro, credo che tutto parta da un equivoco: non ho detto che mi piace "la politica americana" (almeno quella che c'è stata sino ad oggi), quanto che mi piace l'America e mi piacciono gli americani: il che - credo - sia affermare una cosa ben diversa.
E poi, credi che i senza tetto che trascinano carrelli rubati al supermercato non ci siano anche da noi?
Di questi tempi ci si sta lamentando dei troppi criminali che non sono dietro le sbarre: ieri, a un giovane reo-confesso di aver brutalmente stuprato una ragazza, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Come lui, in Italia, sono "fuori" in troppi. E che da noi troppo pochi - che lo meriterebbero - siano in galera, lo leggi tutti i giorni sul giornale.
E per i nomi... be'... in certi casi basta scorrere l'annuario parlamentare. Allora, viva gli stupratori al fresco: magari così l'ebrezza dello stupro va a finire che la provano anche lotro. E le gated communities ci sono anche qui: ne ho una da nababbi a meno di 20 km da casa mia (Castel di Decima, per i romani...).
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, hai ragione: ma il mio amico ci porrà rimedio.
XXX
Bastian, la stragrande maggioranza di quei due milioni di carcerati non sono stupratori, ma hanno rubato il famoso pollo per sopravvivere. Nascono in poverta' e abbandono e si aggiustano come possono.
Da quello che scrivi state imitando gli USA in molte cose. Congratulazioni. Se continuate cosi' credo che tra non molto potro' definire anche la situazione italiana come allucinante (quella politica e della magistratura gia' lo sono).
XXX
E' vero non siamo lontani, guardiamo tutti lo stesso cielo.
E purtroppo sentiamo anche le stesse cose nel senso di cavolate in giro per il mondo.
Vedo che anche tu sei uno spirito libero e senza confini.
Buona settimana Sisifo
I tuoi post mi piacciono sempre più, Bastian.
Io non ho convinzioni in questo senso, anche se spesso sogno in lingua spagnola (lingua che non conosco).
Interessante la teoria dei sei gradi di separazione: in attesa che mi giungano tracce dalla Spagna posso muovermi io, vero? Ma come? Premetto che Zapatero non mi è particolarmente simpatico. :-)
@Joe, sicuramente debbo essermi espressa male se, ancora, commenti il mio post quasi fosse un post politico, il che non è: si tratta, molto più banalmente, di una sensazione, di una percezione se vuoi, intima e personalissima, digitata sulla tastiera.
Credo che, se il titolo del post fosse stato "Japan and me", e se avessi confessato la sicurezza di essere stata, in una vita precedente, una geisha, non avresti commentato elencandomi tutte le magagne della politica giapponese.
Ritengo che, purtroppo, un certo antiamericanismo viscerale riduca la visione della realtà ad un dualismo manicheo: da là, dall'America, ci viene tutto il male del mondo, perché là è tutto il male del mondo.
Mi piacciono gli americani, che sono persone come noi (e molti di loro hanno "noi" nel proprio DNA) a meno di non essere fautori di un nuovo razzismo nei loro confronti. Mi piace la loro storia e mi affascina l'epopea di quel paese. Tutto qui.
E comunque, non leggo di fenomeni poderosi di emigrazione dagli Stati Uniti verso altri paradisi: tutti coglioni o tutti sufficientemente soddisfatti?
Spero di essere stata più chiara e ti abbraccio.
@Sisifo, spirito liberissimo, senza ombra di dubbio!
Buona settimana anche a te, caro.
@Bisla, dato che qui piove a dirotto e non ho voglia di fa niente, ho fatto una piccola ricerca e ho trovato TUTTO!
Per te che sogni in spagnolo, per me che ho vissuto là, e di come - io e te - ci sia già conosciute in una vita precedente.
Ed ecco la nostra storia.
Verso la fine del XVI secolo, una giovine spagnola (tu), seguì i propri genitori che decisero di spostarsi in Olanda, visto che - qualche decennio prima (1556) - i Paesi Bassi erano stati governati da Filippo di Spagna e che lì avevano parenti. La giovine portava il nome di un santo (San Nicola) il cui culto venne esportato proprio dagli spagnoli giunti nel paese dei mille mulini a vento anni prima. Là conobbe una quasi coetanea (io...) con la quale fece amicizia. Allorché la famiglia di quest'ultima decise di imbarcarsi alla volta del Nuovo Mondo, a lei si unì anche la famiglia della giovine spagnola. Nel 1625 sbarcarono finalmente sull'altra costa dell'oceano e furono - entrambi i nuclei familiari - tra i fondatori di New Amsterdam, l'attuale New York!
Ergo: io ho rimediato una cittadinanza americana ab origine, ti ho spiegato perché sogni in spagnolo, e ho accertato la nostra reciproca conoscenza in una vita precedente. Quello che debbo capire è come e perché io sia ritornata in Italia, per reimbarcarmi, poi, agli inizi del secolo scorso come emigrante, cazzo!
Ci penserò su...
Un bacio grande e hasta la vista!
Se parli di fantasie e di una interpretazione romantica, come gia' ti ho detto, va tutto bene. Se la storia degli USA ti piace devi essere comunque molto selettiva (chiedi agli "indiani", ai neri e ai reduci delle molte false guerre che li hanno distrutti moralmente e fisicamente, cosa pensano della storia del loro paese).
Noi in Canada abbiamo un'infinita' di americani che sono fuggiti dal loro paese.....
Ciao e happy dreams.
XXX
@Mente Persa, può essere... Ma se il sogno è bello e ti soddisfa, perché non coltivarlo?
E tu, il tuo? Da quel che ho letto di te, non mi sembri "paurosa": pigra forse sì...
Se decidessi di fare il gran passo, mi prenoto per i croissants alla mattina: credo siano l'unica cosa della Francia che mi alletta!
Ti abbraccio.
IO sono affascinata da New York; non mi piacerebbe vivere negli states, la cui cultura non e' propriamente la mia (ma manco quella italiana se e' per questo)ma vorrei vederla, un giorno, la grande mela..
Mi unisco a Joe e faccio anch'io la bastiancuntraria nel blog di Bastian (concedimi il giochino ;)). Però comprendo cosa vuoi dire, quando parli di immagine, di percezione simbolica.
Rispondo a Joe (e a te, indirettamente): neach'io vivrei mai negli stati uniti, però ultimamente l'Europa mi sta facendo irritare alla grande... senza contare che vivo in Irlanda, che con il boom economico si peccava di diventare una piccola america ed adeso che si ritrova in mutande cerca disperatamente di fare marcia indietro, ma ormai i danni a livello sociale sono stati fatti.
Con gli USA ho un rapporto molto contraddittorio: non ci vivrei per i motivi elencati da Joe però ho una fascinazione per molti aspetti della sua cultura. Molti dei suoi scrittori sono tra i miei preferiti. Me ne vengono in mente a caso Steinbeck, Dos Passos, Hemingway, Melville, Vonnegut...chi più ne ha più ne metta, ne ho divorato i libri. Un'enorme immagine che si confonde con una realtà che vorremmo rigettare.
Non saprei nel mio caso ma mio marito, essendo irlandese, ha sicuramente qualche avo dimenticato in america (come tutti gli irlandesi). Però, dovendo scegliere, preferirei anch'io il Canada, amante come sono del freddo e delle balene (non da mangiare però! :D).
Un abbraccio
Ciao Bastian, come sai sono molto critico nei confronti degli Americani e del loro paese (che poi, chissà perchè per noi l'America sono solo gli Usa, e non anche Canada, Messico etc. Vabbè), comunque è indiscutibile che abbia sempre un fascino particolare. Sarà mica perchè da quando siamo nati ci bombardano con film americani, e telefilm americani, e libri americani, e musica americana, e schifezze mangiatorie americane, e mode americane? Tanto che alla fine tu usi a proposito di Obama il termine "il mio presidente". Mi pare eccessivo, no?
Per me l'America è un grande paese abitato da pessima gente.
Per quello che riguarda la reincarnazione, probabile. siamo nati tante di quelle volte....
@Punzy, ti suggerisco di farlo, un viaggio a New York: sapendo della mia "mania", mio marito (a cui dell'America non fregava nulla...) mi ha regalato una settimana lì nel 2004. Ne è rimasto talmente affascinato, che abbiamo replicato a Capodanno del 2007: ne vale la pena, credimi...
Ti abbraccio.
@Martina, per quel (poco) che sono stata a New York, probabilmente neppure io ci vivrei, nella Grande Mela. Quando dico che mi sento un'emigrante reincarnata, forse voglio dire - ma non ne sono ancora certa - che mi sarebbe piaciuto viverci (negli USA), quando si poteva fare e costruire qualcosa, com'è stato agli inizi del secolo scorso. Insomma, sentirmi partecipe della nascita di qualcosa, per me, di grande. E di fresco: l'Europa, per quanto la si rigiri, sa di vecchio.
Un bacione, cara.
@Rouge, chiariamo subito la questione del "mio Presidente": era, ovviamente, una battuta riferita alla teoria dei 6 gradi di separazione! Il che non toglie che non mi spiacerebbe se, anche da noi, ci fosse un qualcuno alla Obama...
Come ho risposto anche a Punzy, è probabile che i film, telefilm, la musica (non il mangiare...) abbiano avuto la loro influenza: ma resta il fatto che gli statunitensi (OK?) e il loro paese, mi piacciano. E non parlo della classe politica, ma della gente che s'incontra per la strada, che - ribadisco - credo sia come noi: a meno che (come ho replicato a Joe), non si voglia dar corso ad un nuovo razzismo nei loro confronti. Le cui ragioni "filosofiche" mi sono difficili, però, da individuare.
Un abbraccio.
E non parlo della classe politica, ma della gente che s'incontra per la strada.
Come questi?
XXX
ci sono stato 5 volte negli state e 4 a NY e confermo che Manhattan è il quartiere piu' semplice da girare al mondo.......fatevi un viaggio negli USA perchè è uno dei paesi piu' belli al mondo...... se vuoi qualche consiglio........bussa pure
@Joe, non ho voglia di innescare una sterile polemica con te: ho parlato di gente che si incontra per la strada, non di genitori coglioni che - purtroppo - puoi trovare a tutte le latitudini!
Anche nel tuo civilissimo Canada dove, come sembra, è possibile arruolare anche minori: che faranno le stesse cose di quei ragazzini del video che mi hai linkato, ma sotto l'occhio vigile di qualche sergentone!
@Bruno, ho già studiato una sorta di tour negli USA che mi piacerebbe tanto fare: ma restandoci... un mese!
Se mi dovesse occorrere qualche dritta, farò toc-toc!
Grazie e un bacione!
In Canada si possono arruolare i sedicenni e diciassettenni, col permesso dei genitori, per il Collegio Militare o per le truppe di riserva.
Quello che ti ho allegato prima ti illustra famiglie che spendono il weekend in quel tipo di demente attivita'. In Canada e in Italia credo proprio che questo non si possa riscontrare.
Cara Bastian, io vivo vicino e' conosco assai bene gli USA. Per me e' un esperienza diretta, credimi, e parlo per esperienza.
Le differenze culturali tra gli statunitensi e gli europei sono enormi. Per una persona come te vivere tra loro sarebbe impossibile. Ma nei sogni tutto e' possibile.....
Buona settimana.
Comunque in linea di massima sono d'accordo con te: io ci andrei molto volentieri, magari non a viverci, ma ci andrei. D'altronde ho visto troppi film, e telefilm, e letto libri, e fumetti (cacchio me li stavo dimenticando!), per non pensare di andarci un giorno.
E sta cosa di averci vissuto in precedenza, credimi l'ho pensata pure io.
Un saluto.
Mio padre,27 anni, sposatosi nel 1928 con mia madre, 17enne, entrambi siciliani, "emigrarono" a Roma nello stesso anno, in fuga dal loro paese perchè c'era stata "gente" che aveva bruciato i campi dei loro genitori, miei nonni. Ti lascio immaginare il perchè. Mi sono sempre chiesto ed ho sbagliato nel non domandarlo mai a loro, perchè non "se n'andarono all'America"? Chissà se anche loro lo sognavano e per quale motivo non ci andarono.
Compitino di inglese in preparazione del tuo prossimo viaggio negli USA (alcune parti sono stupende e vanno veramente viste!) che parla del tuo "Presidente":
Obama the imperialist di Richard Seymour, The Guardian, Tuesday 27 January 2009.
I hope this helps ;-)
XXX
@Rouge, è bello aver letto il tuo commento questa mattina: so molto bene quanto tu sia critico nei confronti degli USA, della loro politica e anche (ma con riserva) nei confronti di Obama.
Ricordo perfettissimamente il tuo post post-elezione (scusa il bisticcio...): credevo avessi scritto un post su di me!!
Ed è bello che, di prima mattina, io legga qualcosa di obiettivo, ferme restando le remore, sul (credo) naturale fascino che quella terra esercita su di noi tanto che - affinità elettive? - anche tu ammetti di aver pensato ad una vita precedente laggiù.
Non ho mai dubitato della tua intelligenza,
ma ora non ho dubbi nemmeno sulla tua onestà intellettuale. Ti abbraccio, amico.
P.S.: i fumetti!!! Anch'io li avevo dimenticati!!!
@Aldo, capisco il tuo rimpianto per quella domanda mai posta: anch'io so poco dei miei e, purtroppo, ormai è tardi per rimediare. Comunque ti segnalo un link interessante: è quello di Ellis Island e contiene un database con il quale puoi trovare passeggeri con il tuo stesso cognome (last name) arrivati lì agli inizi del secolo (credo che si spinga sino agli anni '30).
Io l'ho fatto sia con il cognome di mio marito, che è facile: e ce ne sono molti. Ma l'ho fatto anche con il mio, che è "difficile", pochissimo diffuso e molto triestinazz, e ce ne sono tantissimi!! Il che avvalora ancor di più la mia ipotesi: una parte di me, la traccia genetica dei miei ascendenti, era lì...
Il link è questo. Un bacione.
Mi sento colpevole, Bastian...
Però potrebbe essere stato davvero così, cazzarola...
:-)
@Bisla, ma non è una ficata di storia??
[url=http://www.likeboots.co.uk][img]http://www.likeboots.co.uk/images/ugg-boots.jpg alt="ugg cheap" title="www.likeboots.co.uk"[/img][/url] uggs for babies http://www.kindboots.co.uk
[url=http://www.kindboots.co.uk/#k3v49y98a][b]online ugg[/b][/url]
[url=http://www.firstboots.co.uk/#c8z40z99u][b]Ugg Australia[/b][/url]
[url=http://www.wholeboots.co.uk/#t0e21l70f][b]online ugg[/b][/url]
Posta un commento