Questa è una carta d'identità in uso agli inizi del secolo scorso: dati vergati a mano e spesso volutamente errati, come quelli riportati sul documento. La storia, curiosa, la trovate qui. A me occorreva solo un'immagine dalla quale risultasse l'assenza di un elemento al quale, sui nostri documenti d'identità, siamo ormai abituati: la fotografia.
La normativa che istituisce la nostra carta d'identità risale al 1931 (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza n°773), ma non so se, al momento della sua entrata in vigore, fosse già prevista l'apposizione della foto.
Certo è che, comunque, c'è stato un momento in cui si è passati dal documento che forniva solo i dati anagrafici del possessore a quello che permetteva di "identificarlo" anche visivamente: l'invenzione era entrata nell'ambito del riconoscimento personale.
La proposta del Ministro degli Interni, dal mio punto di vista, è errata nella sua prima ipotesi d'impiego (rilevare le impronte "ai bambini rom"), ma mi trova assolutamente d'accordo sulla sostanza: rilevare a tutti le impronte digitali. Quella che vedete qui sotto è una carta d'identità del Regno di Bulgaria del 1928, e riporta anche l'impronta digitale.
Si dirà: ma era la Bulgaria! Sì, ma era anche all'avanguardia, e ha preceduto di quasi 80 anni le decisioni dell'Europa.
Il 13/12/2004, il Consiglio d'Europa ha approvato il Regolamento n° 2252/2004 relativo alle norme "sulle caratteristiche di sicurezza e sugli elementi biometrici dei passaporti e dei documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri". All'articolo 2 si legge che "I passaporti e i documenti di viaggio hanno un supporto di memorizzazione che contiene un’immagine del volto. Gli Stati membri aggiungono inoltre le impronte digitali in formato interoperativo".
La fesseria di Maroni è stata quella di aver focalizzato la propria attenzione, e quella dell'opinione pubblica, su di una etnìa, in barba al solito e strapazzato articolo 3 della Costituzione: abbiamo già un decreto (del 2006) istitutivo del passaporto elettronico che prevede la memorizzazione - sul chip - delle impronte digitali. Del pari le prevede la Carta d'Identità Elettronica (EIC). La Germania ha già in cantiere per questo mese la discussione di una bozza per l'introduzione della EIC con salvataggio delle impronte digitali. Sarebbe sufficiente rendere obbligatorio il possesso del documento per tutti gli ultra 11enni (ma ci sono proposte che suggeriscono dai 6 anni in su) e, per i minori di questa età, inserirli nel documento d'identità del/dei genitori o tutori: non si fa già qualcosa del genere, mi pare, con i passaporti in cui i minori sono inseriti sul documento di mamma o papà?
A me sembra solo un ulteriore progresso, la mera applicazione di elementi innovativi nei servizi demografici; tal quale fu l'introduzione della foto. Non vedo gli estremi di alcuna "schedatura". Leggo che l'Unicef si è resa disponibile per un confronto leale e sereno, mirato al supporto di bimbi rom in programmi di scolarizzazione e integrazione: se questa è l'intenzione, per sgomberare il campo da accuse di discriminazione e razzismo, proporrei di valutare quanti piccoli rom ci sono nel campo nomadi "X" (ad esempio 100); con il supporto dell'Unicef o della Croce Rossa, resasi disponibile a dare supporto, prelevare prima le impronte digitali a 100 bambini non-rom di una scuola sul territorio, e poi ai piccoli rom.
Le impronte digitali non sono la stella di David cucita sulla giacchetta, come ho - sbagliando - ritenuto ad una prima lettura del provvedimento: ad esempio, potrebbero essere l'unico mezzo per il riconoscimento di vittime di disastri, di incidenti aerei, di catastrofi naturali. Dopo l'uragano Katrina del 2005 e lo tsunami che ha colpito il Sud-Est asiatico alla fine del 2004, una delle ulteriori tragedie che i soccorritori dovettero affrontare fu quella di decine di migliaia di bimbi, rimasti orfani, preda di pedofili e trafficanti di piccoli esseri umani (si parlò anche di traffico di organi...) che potevano tranquillamente rivendicare il proprio ruolo di genitore di chi, troppo spaventato o troppo piccolo, non ebbe la possibilità di sottrarsi a quei mostri. Credo sia necessario abbassare i toni della polemica, e iniziare a valutare, di una proposta riveduta e corretta, gli aspetti positivi.
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La normativa che istituisce la nostra carta d'identità risale al 1931 (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza n°773), ma non so se, al momento della sua entrata in vigore, fosse già prevista l'apposizione della foto.
Certo è che, comunque, c'è stato un momento in cui si è passati dal documento che forniva solo i dati anagrafici del possessore a quello che permetteva di "identificarlo" anche visivamente: l'invenzione era entrata nell'ambito del riconoscimento personale.
La proposta del Ministro degli Interni, dal mio punto di vista, è errata nella sua prima ipotesi d'impiego (rilevare le impronte "ai bambini rom"), ma mi trova assolutamente d'accordo sulla sostanza: rilevare a tutti le impronte digitali. Quella che vedete qui sotto è una carta d'identità del Regno di Bulgaria del 1928, e riporta anche l'impronta digitale.
Si dirà: ma era la Bulgaria! Sì, ma era anche all'avanguardia, e ha preceduto di quasi 80 anni le decisioni dell'Europa.
Il 13/12/2004, il Consiglio d'Europa ha approvato il Regolamento n° 2252/2004 relativo alle norme "sulle caratteristiche di sicurezza e sugli elementi biometrici dei passaporti e dei documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri". All'articolo 2 si legge che "I passaporti e i documenti di viaggio hanno un supporto di memorizzazione che contiene un’immagine del volto. Gli Stati membri aggiungono inoltre le impronte digitali in formato interoperativo".
La fesseria di Maroni è stata quella di aver focalizzato la propria attenzione, e quella dell'opinione pubblica, su di una etnìa, in barba al solito e strapazzato articolo 3 della Costituzione: abbiamo già un decreto (del 2006) istitutivo del passaporto elettronico che prevede la memorizzazione - sul chip - delle impronte digitali. Del pari le prevede la Carta d'Identità Elettronica (EIC). La Germania ha già in cantiere per questo mese la discussione di una bozza per l'introduzione della EIC con salvataggio delle impronte digitali. Sarebbe sufficiente rendere obbligatorio il possesso del documento per tutti gli ultra 11enni (ma ci sono proposte che suggeriscono dai 6 anni in su) e, per i minori di questa età, inserirli nel documento d'identità del/dei genitori o tutori: non si fa già qualcosa del genere, mi pare, con i passaporti in cui i minori sono inseriti sul documento di mamma o papà?
A me sembra solo un ulteriore progresso, la mera applicazione di elementi innovativi nei servizi demografici; tal quale fu l'introduzione della foto. Non vedo gli estremi di alcuna "schedatura". Leggo che l'Unicef si è resa disponibile per un confronto leale e sereno, mirato al supporto di bimbi rom in programmi di scolarizzazione e integrazione: se questa è l'intenzione, per sgomberare il campo da accuse di discriminazione e razzismo, proporrei di valutare quanti piccoli rom ci sono nel campo nomadi "X" (ad esempio 100); con il supporto dell'Unicef o della Croce Rossa, resasi disponibile a dare supporto, prelevare prima le impronte digitali a 100 bambini non-rom di una scuola sul territorio, e poi ai piccoli rom.
Le impronte digitali non sono la stella di David cucita sulla giacchetta, come ho - sbagliando - ritenuto ad una prima lettura del provvedimento: ad esempio, potrebbero essere l'unico mezzo per il riconoscimento di vittime di disastri, di incidenti aerei, di catastrofi naturali. Dopo l'uragano Katrina del 2005 e lo tsunami che ha colpito il Sud-Est asiatico alla fine del 2004, una delle ulteriori tragedie che i soccorritori dovettero affrontare fu quella di decine di migliaia di bimbi, rimasti orfani, preda di pedofili e trafficanti di piccoli esseri umani (si parlò anche di traffico di organi...) che potevano tranquillamente rivendicare il proprio ruolo di genitore di chi, troppo spaventato o troppo piccolo, non ebbe la possibilità di sottrarsi a quei mostri. Credo sia necessario abbassare i toni della polemica, e iniziare a valutare, di una proposta riveduta e corretta, gli aspetti positivi.
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39 commenti:
Sinceramente ammirato per la dovizia di particolari e riferimenti che hai cura di inserire nei post.
Mi permetto di fare notare una sola piccola svista: "fesseria" e "marono" suonano come una ripetizione in termini...
xxx
@Bleek = Pierino la Peste!
Sono andata anche a vedere se avevo digitato "Marono", anziché "Maroni"...
Però, sul fumus non ti sei espresso: gioco di luce e ombra?
XXX
Punti molto validi ma ogni moneta ha due facce. La tecnologia dell' identificazione potrebbe degenerare in queste microchips inserite permanentemente sotto la pelle dell' umanita' per il controllo globale dei futuri schiavi.
XXX
@Joe caro, è vero quello che ipotizzi. Ma è un'ipotesi, e solo il buonsenso potrà fare in modo che rimanga tale. Quando nel 1867 Alfred Nobel inventò la dinamite, ne vide il suo impiego in àmbiti civili, non certo quale ulteriore e micidiale risorsa bellica.
Del pari, un fucile poteva facilitare, rispetto ad arco e freccia, l'approvviggionamento di cibo. Ma un fucile può uccidere un essere umano. L'energia elettrica consente il funzionamento di un polmone d'acciaio, ma anche quello di una "sedia elettrica"... Dovremmo dunque non progredire per tema di un impiego distorto di una innovazione?
Un abbraccio.
Purtroppo, come tu scrivi, il record non e' troppo confortante e i milioni di braiwashed telespettatori che votano per Berlusconi sono un problema enorme per il controllo di questi abusi di potere. Come dicono nel video, saranno terrorizzati al punto di richiedere al Governo queste microchips. Gia' vogliono l'esercito per le strade e vedono criminali dappertutto, what's next?
XXX
Non ho carta d'Identità da 17 anni (da quando ho lasciato l'italia e rinunciato alla residenza) perché in Irlanda non esiste e solo il "concetto" di una cosa del genere viene classificato come "violation of privacy". Vivo in un paese dove 500 e passa anni di dominazione inglese hanno lasciato, assieme alle catastrofi socio-economiche che tutti conosciamo, anche un grandissimo senso di quella cosa tanto anglosassone, la privacy appunto.
Spero che i microchip e impronte digitali qui non arrivino mai... già grazie a 9/11 siamo adesso tutti costretti al passaporto col chip... quello basta e avanza, grazie... concordo con Joe, si potrebbe degenerare nella cultura del big brother (quello orwelliano, per carità! :D), una degenazione della nostra umanità... scusa per il tono "assertive" del mio commento, ma tutti questi anni all'estero mi hanno condizionato la mente riguardo a questo argomento ;)
Temo che Joe abbia ragione. Visti i precedenti e la capacità con la quale i nostri politici trasformano ogni cosa in evento negativo, ho paura dell'uso che sarebbero capaci di farne. Chissà, magari sarebbero capaci di chiedere la firma con l'impronta sulle schede elettorali. Ovviamente scherzo (forse), ma faremmo bene a riflettere. Sempre interessanti i tuoi post...
XXX
Maroni iniziasse a prendere le impronte digitali sul sedere di sua moglie non gli basterebbe tutta Scotland Yard...
condivido pienamente il tuo ragionamento: come violazione della privacy, mi dà molto più fastidio ricevere a casa telefonate o carte di credito che non ho mai richiesto. Ma comprendo anche le perplessità di chi teme che in un paese come il nostro (che sembra sempre più calato nel 1984) se ne possa fare un uso distorto.
complimenti per la professionalità davvero notevole dell'articolo
e un abbraccio
La tua esposizione è del tutto lucida e razionale, purtroppo poco o nulla ha a che vedere con la decisione di annunciare una schedatura nei confronti dei Ron.
Ho il vago sospetto, e metto vago per modestia, che questa, altro non sia se non la logica continuazione del famigerato "allarme criminalità" iniziato con la campagna elettorale di Alemanno.
Il gioco poi è sempre lo stesso, creare un terreno di disputa allo scopo di deviare l'attenzione.
Tutto ciò che tu hai scritto è sicuramente condivisibile, dubito però che sia anche solo passato nella testa di ha presentato tale proposta.
A meno che non tema che un aereo possa precipitare su di un campo rom... ;-)
Un abbraccio
@Martina: mi fa piacere il tuo tono assertive!
E il fatto che tu viva un'altra realtà politica e sociale - così diversa - mi aiuta a capire i limiti della nostra: non sapevo, ad esempio, che in Irlanda non esistesse la carta di identità! Per noi italiani, l'idea di non avere un documento che ti identifichi, è semplicemente impensabile: forse ci siamo già un po' abituati all'occhio vigile del big brother...
Ti abbraccio.
@Gian J.: come ho detto anche a Joe, è ovvio che il tutto dipenderebbe dall'uso (corretto o distorto) che se ne potrebbe fare. Ed è vero che il rischio esiste, ma non credo sia possibile negare che anche il problema esiste.
Mi sono sempre domandata che fine facciano, dopo il periodo di stazionamento nei CAT, le centinaia di migranti che arrivano sulle nostre coste: se non vengono rimpatriati e non hanno documenti d'identità, chi diventano? Forse tu, che vivi in prima linea anche questa realtà, potresti aiutarmi a capire...
XXX
@Ric, grazie: mi sono sentita un po' messa alle corde...
Ho riflettuto parecchio prima di buttar giù questo post e, credimi, l'ho fatto soprattutto per chiarire a me stessa le idee, che ancora non sono del tutto chiare.
Sono d'accordo anch'io che l'uso che se ne potrebbe fare, potrebbe davvero essere l'anticamera di un reale "1984", ma tant'è...
Ti abbraccio.
@Bleek, sì: anche a me l'uscita di Maroni sulla precedenza da dare alla rilevazione delle impronte ai rom, non è piaciuta affatto. E, credo, di averlo spiegato chiaramente nel post.
Ma mentre tiro giù queste risposte, mi viene in mente che, quasi tutti noi, abbiamo inserito - nella home dei nostri blog - il banner di "Intercettateci tutti": dunque, siamo disposti a rinunciare ad uno spazio della nostra privacy in nome della solidarietà ideale e/o politica, affermando a gran voce che, tanto, "non abbiamo niente da nascondere"...
Come si coniuga questa asserzione con la paventata ingerenza del Grande Fratello?
O abbiamo inserito il banner per moda e non già per convinzione?
Un abbraccio grande (e confuso...)
Anche noi non abbiamo la carta d'identita', ma questo cambiera' presto in quanto l'invenzione della minaccia terroristica ha permesso ai governi, incluso il nostro, di dimostrare l'assoluta necessita' di identificare nei dettagli piu' minuti tutti i cittadini. Le nostre liberta' stanno scomparendo una alla volta e finiremo tutti nelle fauci di quel pugno di individui che controllano il mondo.
XXX
@Joe, vedi, non sapevo neanche questo... Ti faccio però una domanda, che non è domanda retorica.
Perché il fatto che un individuo possa essere identificato, nel senso stretto del verbo, e cioè che sia possibile sapere chi è, dovrebbe limitare la nostra libertà?
Un beso.
Perche' unitamente alle informazioni generali sull'individuo, verranno aggiunti parametri che autorizzano lo stato a controllare l'operato delle persone. In inglese diciamo read the fine print.
Puoi approfondire su questo sito con il compitino di inglese di oggi.
XXX
bastian cuntrari, domani andro' per qualche giorno a coltivare il mio hobby forastico in un isola molto lontana e popolata solo da animali e alberi centenari. Di' a tuo marito che ho due nuove canne da pesca e molte esche colorate....
Non potro' quindi "correggere" il tuo compitino, ma se martina passa di qua, chiedile la sua opinione. Il suo inglese e' magnifique!
Ciao e spero che tu vada a rappresentarci l'8 di luglio in piazza Navona: Liberté, Egalité, Fraternité!
XOXOXO (Maiuscoli tutti quanti)
@ Joe: è esattamente per il motivo da te espresso (il fine print) che anche qui in Irlanda l'idea di una carta d'identità è osteggiata dall'opinione pubblica... non so quanto resisteremo, perché l'Europa spinge...
Bastian Cuntrari, ma guarda che belle vacanze che si fa Joe... direi che è ora di andarlo a trovare (inserire qui faccina invidiosa) ;)
Joe, grazie per i complimenti, ma ho una leggera cadenza irlandese, incluse le strane oddities grammaticali di questi isolani... se posso aiutare, comunque, ce la metto tutta :D
Grazie per aver accettato il mio suggerimento. Tratta pero' con cautela bastian cuntrari perche' ha un short fuse (lo posso dire oggi in quanto scappo). ;-))
Ricambio l'invidia per il tuo capanno sul mare..... Di Bei Paesi ne esistono molti!
beh,
se le impronte digitali le prendono a tutti ci sta!
MA non lo faranno mai, i pdani non si fanno prendere le impronte.. no no!
Ecco, hai detto bene: le impronte digitali sono un ottimo strumento di identificazione.
Se vengono inserite, per tutti, sui documenti di identità, va più che bene. Se vengono usati esclusivamente su un'etnia diventano uno strumento discriminatorio.
Son più che convinto che Sivio si opporrà all'uso delle impronte digitali come strumento generale di identificazione: sai che problema toglierle dalle cornette telefoniche e dai cellulari ...
@Joe! Alla faccia del compitino!
È meglio che tu fugga, perché se ti acchiappo!
Divertiti, riposati e rilassati. Spero proprio di andare domani in Piazza Navona se mi si alza un po' la pressione (sai com'è, giovane come sono, ce l'ho bassissima... 85 di max!!!).
Mi mancherai.
Un bacio grosso, con lo schiocco
e col rossetto!
@Martina, grazie per l'offerta di "consulenza grammaticale": con il papiro che mi ha dato Joe, ne avrò sicuramente bisogno...
Quanto alla sua vacanza che immagino fatta di molte passeggiate tra i boschi e all'aria aperta, no, non le invidio: tra una ventina di giorni, me parto per la mia isoletta in Croazia, mi spalmo sulla spiaggia e l'unico movimento lo faccio in acqua! Culo-di-piombo-D.O.C.!
Un abbraccio.
@Pape Satan Aleppe, sono contenta che tu sia d'accordo con me: per tutti, e non per un'etnìa, sennò - è vero - è discriminazione e schedatura.
Esilarante la battuta finale!
Un abbraccio.
Infatti non ho nulla contro l'iniziativa, quando verrà presentata così. Se invece è un escamotage per cercare consensi sfruttando la "sensazione di pericolo percepita", allora mi oppongo per principio.
Un abbraccio (assolutamente non confuso)
@Bleek, fiuuu!
Temevo non fossimo più sulla stessa lunghezza d'onda... e invece no!
Un abbraccio, forte e chiaro
spero non ti dispiaccia, ma ho quotato per intero il tuo post, questo tuo post, perchè molto ben scritto, molto ben argomentato e molto vicino al mio pensiero sul merito.
visto che finora non mi ero espresso sulla questione, ne ho approfittato e ti ho segnalata sul mio blog.
al di là delle opinioni discordanti che a volte si possono scontrare e confrontare, spero che la "antipatia" di cui mi riferisti la prima volta che son passato da queste parti, non ti faccia prender a male per il gesto che ho fatto.
saluti.
Marco
PS: se comunque tu volessi ch'io cancellassi dal mio blog questo tuo post, non hai che da dirmelo e provvederò...
spero di no, ma...
Bastian Cuntrari, io invece sono un po' come Joe, la mia vacanza ideale sarebbe fatta di boschi, foreste, lunghe escursioni e perché no, anche la canoa tra le rapide :)
Come ben sai leggendo il mio blog, odio le spiagge assolate e le abbronzature... detto questo, ti auguro una rilassante vacanza in Croazia, che è un posto bellissimo.
Se la tua pressione permette (anch'io ho la pressione bassa... ma non in Irlanda! ;)), raccontaci di domani, sono proprio curiosa di sapere cosa accadrà.
Un abbraccio
Colpa mia, in questi giorni ho la testa che tende ad esplodere, perdo la capacità di esprimere chiaramente i concetti e divento troppo introspettivo...
@Pensatore: mettiamo subito in chiaro la questione della "antipatìa", auspicando - magari - di non tornarci più sopra. Sono andata a ritroso nei post per vedere quando avrei espresso antipatia nei tuoi confronti, pronta a scusarmi per la maleducazione (qui non si usa: siamo tra gente civile).
E ho scovato qui, tra le tue risposte questa frase "sai...non siete simpatici quando fate i superiori... mica per niente... perchè non lo siete...".
Precisato, solo per la cronaca, che il problema dell'antipatia l'hai sollevato tu e, spero converrai con me, che è difficilottino che ti possa essere simpatico uno che ti dice che gli sei antipatico... veniamo alle cose più serie.
Sono contenta che tu condivida la mia opinione: come ben vedi, sono un po' in minoranza...
Per quanto attiene alla citazione di questo post sul tuo blog, non può che farmi piacere, e figurati se potrei risentirmene!
Lo scambio di opinioni sui blog è sintomo della vitalità del web: e sono apprezzati sia i commenti "pro" che quelli "contro" (e di questi ultimi, qui, ne leggi parecchi). Si è sempre detto - e parlo a nome di tutti gli amici - che qualunque apporto alla discussione, purché proposto in termini civili, è più che bene accetto.
E dunque, Pensatore, sii il benvenuto: la porta è sempre aperta, purché non si buttino le cicche per terra (e sai cosa intendo dire).
Grazie per i complimenti al post, e spero di rileggerti ancora.
@Martina, cara, ho già preso le goccine, e spero proprio di essere in forma per domani: comunque, incrocio tutte le dita che ho!
Un abbraccio.
@BleeK, caro, astinenza da ferie?
Siamo tutti un po' cotti, in questo periodo... hai fatto pure sega sul tuo blog: niente vignetta oggi, ma domani ti aspettiamo al varco!
Un abbraccio.
bene, sono contento si possa aprire canali di discussione e di scambio di opinioni senza pre-giudizi.
molto preciso il tuo intervento, e la revisione della tua opinione in proposito.
io personalmente ritengo che a prescindere da ogni provvedimento, indicizzarlo su un'etnia di riferimento è una cosa abominevole, che è fuori da ogni logica anti-razzista. per quanto riguarda poi la questione specifica delle impronte digitali io sono d'accordo con te, dovrebbero essere prese a TUTTI, perchè sono indubbiamente uno strumento utile in moltissimi campi.
@Imagine, grazie: sono felice del tuo commento e della sintonìa.
Anzi, dato che tra qualche mese mi scadrà la Carta d'Identità, legge o non legge, mi farò rilevare l'impronta!
Ti abbraccio.
Scusate il ritardo, ma sono stato "impegnato".
Le impronte solo per i rom (o per qualsiasi altro gruppo o sottogruppo o etnia o ...) non mi stanno bene.
Le impronte per tutti invece si, io sono d'accordo, non credo che costituiscano una violazione della mia privacy. Non conosco il problema del "fine print" di cui si parla fuori dall'Italia, mi informerò.
Ma a questo punto voglio rilanciare/provocare: perché non includere anche il rilevamento del DNA?
@Caro Max, tra gli scartafacci che ho dovuto spulciare per documentare il post, c'era qualcosa relativo all'informazione sulla sequenza del DNA: non ricordo dove, però, e mi sembra sia stata solo una proposta da vagliare più in là...
Comunque, tanto per intenderci, se vuoi rilanciare e/o provocare, sono con te (sai gli strali che ci tireremo addosso, ora???):
il DNA è lo step successivo alla normale progressione della scienza del riconoscimento. Dalle misurazioni antropometriche, alla foto e, passando attraverso le impronte digitali, all'impronta genetica univoca.
Un abbraccio.
Si, probabilmente lo e
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