giovedì 8 maggio 2008

Agente 00 settete, agli ordini!

Qualche giorno fa, ancora con le idee poco chiare sul punto, rispondevo ad un bel post di Okappa relativo alla messa on line delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani. Laura, giustamente, sostiene che, chi non ha nulla da nascondere, non dovrebbe risentirsi della visibilità data ai propri introiti. Vero. Ma osservavo anche che il fastidio degli onesti poteva derivare anche da una sorta di pudore - comprensibile e umanamente condivisibile - di chi, pur non fruendo di redditi elevati, intende proporsi, apparire, sembrare più abbiente di quanto non sia in realtà: magari, affermavo, mangiando pane e cipolla per tutto il mese. E di questa opinione, su tale aspetto della vicenda, sono ancora oggi.

Per quanto riguarda, invece, il problema nel suo complesso, ammetto non ci sia nulla di scandaloso. Sicuramente non è bello e non è elegante. È come guardare da un buco della serratura, una sollecitazione al voyerismo fiscale. Tutto qui? No. Mi viene in soccorso una sentenza del TAR della Lombardia del 1981, riportata oggi da Punto Informatico, che testualmente recita:
"L'art. 69 d.P.R. 29 settembre 1973 n. 600, che prevede il deposito degli elenchi dei contribuenti al fine di consentirne a chiunque la consultazione, non preclude altre forme di pubblicità idonee a perseguire lo scopo di pubblica utilità di una corretta informazione dei cittadini, conformemente ad una delle finalità della riforma del settore, che si prefiggeva, tra l'altro, una maggiore trasparenza del rapporto tributario attraverso controlli svolti anche mediante più ampie forme partecipative".

È l'ultimo capoverso il nocciolo della questione: dunque, uno dei fini della riforma è quello di svolgere controlli anche mediante "più ampie forme partecipative". Che tradotto in soldoni, ed abbandonato l'orrido linguaggio socio-sindacale (per il quale, se almeno una volta non usi la parola "partecipazione", sei sterco di cavallo) significa che l'Agenzia delle Entrate del tuo Comune si aspetta, ed auspica, che noi tutti ci si trasformi in finanzieri volontari, pronti a segnalare anomalìe nel tenore di vita del vicino antipatico. Come? Né il DPR né la sentenza lo spiegano.
Ma la risposta è ovvia: con la delazione.
Dunque, da fan di CSI suggerisco:
  • munitevi di guanti di lattice per non lasciare impronte digitali;
  • acquistate carta da lettera e busta dal cartolaio più lontano dalla vostra residenza;
  • scrivete la lettera dello spione con la sinistra, se siete destrorsi, e con la destra se siete mancini (le scienze grafologiche, oggi, fanno miracoli!);
  • non leccate il francobollo, ma inumiditelo con la spugnetta: il DNA, ragazzi, il DNA!
Ora, non vi resta che scaricare da E-Mule il file delle dichiarazioni del vostro comune (qui trovate tutte le istruzioni che vi occorrono) e... al lavoro, o Armata Visco-leone!

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4 commenti:

Fabio ha detto...

Mia cara, questa è una di quelle vicende (a dire il vero sono molte) che non riesco ad inquadrare appieno.
Ci sono 2 punti di vista dai quali guardare la vicenda delle più ampie forme partecipative. Vista nel particolare e quindi più ravvicinata, la questione è esattamente come l'hai posta tu; vista da lontano in un quadro maggiormente generale, la questione assume altri connotati a mio modo di vedere. Mettiamo caso che il tuo vicino abbia omesso dei suoi compensi al fine di pagare meno tasse, ciò risulta essere un sopruso, un'illegalità, un crimine, un reato (insomma chiamalo come ti pare). E mettiamo caso che tu ti imbatta nella sua dichiarazione dei redditi; leggendo le sue cifre hai l'impressione che lui abbia evaso parte delle tasse che lo Stato pretende da lui (magari i suoi vestiti, o la sua macchina, o in generale il suo tenore di vita non combaciano con i suoi redditi). A quel punto devi decidere se fare il finanziere volontario o meno; ma dicevo della generalizzazione ...: mettiamo caso che dalle tendine di casa tua vedi il tuo vicino picchiare la moglie un giorno si e l'altro pure, tutto ciò è un reato, un'illegalità, un sopruso ecc. (mi riferisco alle percosse e non al fatto che ti nascondi dietro le tende). Anche a questo punto devi scegliere se fare il poliziotto volontario o meno; facendo attenzione però a fare delle scelte coerenti, o lo fai sempre il volontario o non lo fai.

Ti abbraccio forte.

Bastian Cuntrari ha detto...

Caro Fabio, il tuo commento mi ha dato molto da pensare, e sono contenta di non essere la sola a non riuscire a inquadrare appieno la faccenda. Quello che mi ha parecchio sbilanciata è stato il paragone che hai fatto tra i due crimini (giacché di crimini veri e propri si tratta), al quale non avevo pensato.

Nessun dubbio che, nel caso assistessi all'episodio di violenza che hai descritto, non ci penserei un secondo a chiamare il 113, dando tanto di mio nome e cognome.
E veniamo all'altro reato: io so per certo che nell'elenco online potrei trovare una dichiarazione dei redditi risibile, assurda, assolutamente falsa. Perché non mi punge vaghezza non dico di chiamare la GdF, ma nemmeno di spedire una porca lettera anonima?

Non lo so.
Mancanza di quel senso civico che invece so di possedere, e so di poter tirare fuori, in altre occasioni? Forse.
Mentre scrivo, mi trovo un altro alibi: non sarà che, consapevole di tutte le ruberìe della casta, mi sono quasi mitridatizzata nei confronti del furto allo Stato, quasi lo Stato mi sia alieno, e non sia io, lo Stato?
Probabile.
E questo è più grave. Significa che non solo il mio senso civico è ai minimi storici, ma che la mia educazione civica è a zero.
Bel busillis per arrovellarsi le cellule grigie nel fine settimana!
Grazie, di cuore, per avermi dato qualcosa su cui riflettere.

Ricambio il forte abbraccio.

Finazio ha detto...

A me risulta che la guardia di finanza non prende in considerazioni delazioni anonime. Anche il tanto sbandierato numero di telefono 117 non accetta comunicazioni generiche. Va tutto firmato. Ed anche firmando... Il mio ex vicino di casa disoccupato ma con mercedes sta in una botte di ferro: il suo figlio maggiore è finanziere.

Bastian Cuntrari ha detto...

Be', Fin, con il tuo commento mi hai salvato! Per vigliaccheria, perché non saprei come definirla diversamente, una denuncia "firmata" non avrei il coraggio di farla: e questo nonostante non abbia nulla da nascondere (fiscalmente parlando).

Ma, sollecitata da Fabio, al quale ho promesso avrei meditato, mi sono trovata anche un'altra scusa per chiamarmi fuori: nell'esempio che lui ha fatto, se io assisto ad un pestaggio tra moglie e marito, chiamo il 113 perché "constato" il fatto in flagranza di reato. Reato che le forze dell'ordine non avrebbero modo di accertare diversamente.
Per l'evasione fiscale, invece, la GdF è già in possesso di tutti gli elementi utili all'accertamento, che è per tabulas. Basterebbe ad esempio verificare, con un unico sopralluogo, dove vive il soggetto, quale sia la sua normale occupazione e quali auto utilizzi (utilizzi, non "possieda": possono essere intestate a società di comodo...).
Se costui, che dichiara un reddito di 24 mila euro/anno, vive in un villone con tenuta di svariati ettari, svolge un'attività per la quale la normativa NON PREVEDE L'EMISSIONE DI ALCUNO SCONTRINO FISCALE O RICEVUTA E PER LA QUALE LE TRANSAZIONI AVVENGONO SOLO PER CONTANTI, be'...
a qual punto il gioco è fatto.

E l'esempio che ho riportato non è assolutamente casuale.
E ora, arrovellatevi voi per scoprire quale è!
Un abbraccio da Kattivik!