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domenica 21 aprile 2013

L'abaco e l'inciucio

Prescindendo dalle personali preferenze sul nome del Presidente della Repubblica, provo a fare solo un po' di conti. I numeri che servono sono nell'immagine a lato (non sono capace di far aprire l'immagine in una nuova finestra! Se magari qualcuno mi aiuta...). Essendo questa la composizione del Parlamento, in caso di elezione di Stefano Rodotà al Quirinale - lo stesso Rodotà contro cui Grillo aveva lanciato una fatwa al grido "Maledetti, non vi pensionerò!" - l'unico governo possibile sarebbe stato quello composto dal Centro Sinistra più M5S, che avrebbe ottenuto la maggioranza sia alla Camera che al Senato.

Però, tanto per dirne una, come si sarebbe comportato il CS - che si professa convinto europeista, tanto da aver candidato (e bruciato) il papà dell'euro, Prodi - sulle politiche europeiste, con un partner che ha lanciato dal suo blog un referendum sull'euro? Vogliamo parlare della posizione grillina sul TAV? O dell'eliminazione dei sindacati? O delle politiche neo-autarchiche con l'applicazione di dazi? E ti credo che dà il benvenuto ai militanti di Casa Pound

Supponiamo che il governo CS+M5S si fosse formato. Il CS avrebbe accettato la convivenza di chi lo aveva sbeffeggiato, deriso e ricattato sino a ieri? E come si potrebbe definire un governo così formato se non inciucio? Qualcuno sa spiegarmi la differenza tra questo inciucio e quello che si prospetta con il centro destra? O non si sarebbe trattato piuttosto - in un caso come nell'altro - di cercare un compromesso nel'etimologico significato di "obbligarsi insieme" a fare qualcosa, così come fa da sempre la politica, anche qui nel senso più alto del termine, e cioè il governo della polis?

Personalmente, un Presidente filo-grillino - quale necessariamente Rodotà avrebbe dovuto essere - non l'avrei voluto: per questo non posso che ringraziare ancora una volta il mio Presidente, che spero tenga duro sinché qualcosa di spendibile al Quirinale non si affacci nuovamente. Ma, ad oggi, non vedo che il buio.