giovedì 21 febbraio 2013

Quel pezzo di carta

Mi spiace che Oscar Giannino abbia fatto la fine che ha fatto: mi piaceva sentirlo parlare - con competenza - di argomenti per me ostici, come la macro e la micro economia, le pieghe del bilancio dello stato, il conto economico e quello patrimoniale, le plusvalenze, le rimanenze e menate del genere. E - ma pensa un po' - spiegate da lui riuscivo anche a capirle! E su alcune mi ci trovavo anche d'accordo. Mi divertiva anche quel suo aspetto da dandy un po' vintage. E non capisco davvero perché sia sia incartato in una situazione così stupida: perché non riesco a definirla diversamente. Solo stupida.

Forse che - non essendo laureato - le sue tesi sarebbero state meno condivisibili dai suoi supporters? O che, senza il famigerato pezzo di carta, la sua preparazione su determinati argomenti avrebbe potuto essere messa in dubbio? La risposta - a mio parere - è un "no" tondo ad entrambe le domande.
E allora mi chiedo: perché? La risposta la trovo nella mia personale esperienza.

Uno dei crucci più grandi della mia vita (forse l'unica cosa che - se rinascessi - vorrei cambiare) è il non aver completato il corso di laurea, intrapreso per altro con discreto successo. Grande rammarico. Che si fa ancor più cocente quando qualcuno (giacché ogni tanto infilo nelle mie riflessioni qualche parola in latinorum, tanto per fare la sborona...) mi domanda: "In cosa sei laureata?" In un cazzo. E mi brucia. Ma tant'è.

Giannino avrà sofferto del mio stesso senso di "incompiutezza". Ma molto meglio avrebbe fatto ad ammettere di non essere "dottore", piuttosto che scivolare su questa buccia di banana che si è messo lui sotto le scarpe. Oltretutto perché avrebbe potuto dimostrare che - anche senza il pezzo di carta (per il quale, peraltro, nel suo programma, chiede l'abolizione del valore legale) - si riesce ad emergere per merito, e per non per "titolo certificato". Non vale forse di più un autodidatta con le palle che un laureato che non sa fare la "o" col bicchiere?

In una intervista di circa un anno fa, Giannino testualmente affermava che "... ora i ragazzi vivono nell'illusione universitaria del lavoro...". Un po' come hai fatto tu, Oscar, vecchio ragazzo cresciuto con quell'idea un po' borghese (nella sua accezione negativa) che "quel pezzo di carta" sia condizione necessaria per ottenere considerazione e credito. Non è così, e te ne sei accorto nel modo peggiore. Peccato.

10 commenti:

il monticiano ha detto...

'Na parte de 'sto post me riconcola. Proprio così,ppiù modestamente de te indove parli de la guasi laura tua.
Io 'gni tanto sai ch'arimpiango? C'ho fatto a malappena le scole medie e la licenza presa a carci e spintoni doppo tre anni che ripetevo la terza. Che somaro. Nun c'avevo proprio vojia de studià, nun me ne poteva frega' de meno. Ma oramai che te voi rimpiagne.
Te saluto core,
aldo.

Alberto ha detto...

Che poi c'è gente che il pezzo di carta ce l'ha e manco si ricorda più di averla per il fatto di aver imboccato altri mestieri. A Giannino dobbiamo dar atto della sua coerenza.

Zio Scriba ha detto...

Purtroppo fa parte della mentalità degli italiani. Tu stessa dici di sentirti (secondo me assurdamente) "incompiuta" per non avere quel pezzo di carta. Sei una persona intelligentissima, chi se ne frega del "Dott"? (A me quell'espressione fa persino antipatia, la trovo stupida e sbagliata: per me il "dottore" è il medico, non il laureato). Oggi quel pezzo di carta ce l'hanno a milioni, e molti di loro non sono in grado di scrivere un bigliettino d'auguri alla loro prozia! E invece il nostro grande Aldo, che si definisce "somaro", è un meraviglioso genio, saggio, sapiente e curioso!
Io non mi sento incompiuto, anzi. Sono orgoglioso di essere uno scrittore "autodidatta", lontano anni luce da certo muffo scorreggiume accademico. Ma da noi c'è gente che per avere il "Dott" sul biglietto da visita è persino disposta a pagare. Incredibile.

Unknown ha detto...

Pazzesco che abbia ignorato le pulci che che si fanno a tutti coloro che appaiono sul palco della politica.
Mah,grande senso d'inferiorità, evidentemente.
Tu sei l'esempio lampante di quanto sia inutile un 'titolo' quando abbonda l'intelligenza.
Cristiana

Bastian Cuntrari ha detto...

@Monty, tesoro...
Capisco che tu non rimpianga quel tempo, visto che (uso le tue parole) "... nun c'avevo proprio vojia de studià, nun me ne poteva frega' de meno...". Ma a me studiare piaceva, eccome! Quello che rimpiango - probabilmente - è il non aver saputo (o voluto) sacrificarmi un po' di più. E quando c'ho riprovato, le sinapsi del mio cervello mi hanno risposto che era troppo tardi...
Un bacio grande.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Alberto, è vero.
Ma sai? Anch'io avrei imboccato altre strade, pur con la laurea appesa al muro. Però avrei dimostrato a me stessa di aver portato a compimento un obiettivo che mi ero proposta: il che non è stato. E mi spiace.
Ti abbraccio.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Zio Scriba, incasso il pistolotto. Ed è vero: "fa parte della mentalità italiana". O meglio: di un certo tipo di "mentalità" determinata (ahimè) anche da fattori anagrafici. Mi pare di averlo scritto anche in chiusura del post, quando considero che fa parte di quella "mentalità un po' borghese (nella sua accezione negativa)" il valore che si conferisce al "pezzo di carta". Anagraficamente sono certamente più vicina a Giannino che a te: e per chi ha collezionato parecchi lustri, e dunque è nato e cresciuto "a quei tempi", la laurea era una sorta di "must". Forse perché era dall'università che arrivava aria nuova e di cambiamento. O forse perché si riteneva (rectius: io ritenevo) che per respirarla appieno si dovesse essere parte di quel mondo. Non so. Mi hai costretto a scavare dentro di me, e mi accorgo di avere un bel po' di confusione in testa: l'ho detto, le sinapsi sono arrugginite... Magari non è "incompiutezza" quella che sento: ho sbagliato la definizione. Potrei dire che mi rammarica non aver centrato l'obiettivo che mi ero proposta? Definizione migliore. Ma resta ancora quel rimpianto. Incomprensibile quanto vuoi. Ma c'è.
E grazie per l'"intelligentissima"... Non è che ritiri, eh??? Sono diventata più alta di 10 centimetri!!!
Un forte abbraccio, amico mio.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Cri, perfettamente centrato il problema (duplice) di Giannino: grande senso d'inferiorità e incomprensibile "ingenuità" nel sottovalutare l'inevitabile ricerca di scheletri nell'armadio di ogni avversario politico.

Però... mi sa che debbo fare outing più spesso... mi sono beccata ben 2 "intelligentissima" in un colpo solo! Che figata!!!
Un bacione.

Zio Scriba ha detto...

"intelligentissima" non lo ritiro proprio per niente. Anzi, rincaro la dose... :)
E ti abbraccio anch'io.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Zio Scriba... grazie ancora.
Strabuona domenica, caro.