Scusate, ma questa corsa di centinaia di famiglie italiane all'adozione degli orfani haitiani, proprio non la capisco.
E non parlo solo della circostanza - auspicabile - che di molti bimbi, ora soli, ancora si trovino genitori o consanguinei in vita. Non ne so nulla, di adozioni e di bambini, e magari scriverò un sacco di castronerie, ma parlo con il cuore.
Non vedo, intanto, come si possa pensare di eradicare un bambino dal proprio habitat biologico naturale: abbiamo letto che lì ci sono 35° all'ombra. E noi ce la facciamo sotto dal freddo. I danni più gravi - come sempre - il terremoto li ha fatti nelle aree cittadine più povere. Apprendo da Wiki che la lingua parlata ad Haiti è il francese o il creolo haitiano: ritengo che, appunto perché il maggior numero di vittime è nella zona degli indigenti, è probabile che i sopravvissuti non siano bilingue, ma - più probabilmente - che si esprimano ancora nella lingua autoctona. E vorrei sapere quanti, tra gli aspiranti papà e mamme, la parlano.
E ancora - e non pensiate che stia facendo un discorso razzista, perché allora m'incazzo davvero!!! - mi sembra assolutamente crudele l'idea di portare un bambino, già traumatizzato, in mezzo a gente così diversa da quella che ha conosciuto sino ad allora: sì, parlo anche del colore della pelle. Non si sentirebbe un alieno? Oppure, non sentirebbe alieni i nuovi genitori, così diversi dal papà, dalla mamma, dai nonni, dagli zii, dai fratellini che ha perduto in quell'inferno? Trauma su trauma.
Il 31 dicembre 2006 gli orfanotrofi in Italia sono stati chiusi e sembra che all'epoca ospitassero circa 14 mila minori, poi spostati in case famiglia. Non tutti erano orfani: molti di loro erano stati allontanati dai genitori, o dal genitore, perché drogati, in galera, o comunque non in grado di allevarli. Non ho trovato dati recenti sugli "orfani" che ancora vivono in questi centri, ma - in mancanza - facciamo un 10% (e credo di essere ottimista) delle presenze rilevate all'epoca. Abbiamo ancora, dunque, più di mille bambini senza papà e mamma, qui da noi, che ora soffrono il freddo come noi; che parlano la nostra lingua, magari con qualche inflessione dialettale un po' diversa, ma ci si comprende; e che - in un certo qual modo - ci assomigliano e ai quali potremmo ricordare la mamma e il papà che non hanno più.
Cos'è? Questi qui non vanno bene? Non sarebbe bello adottare anche loro? E com'è che non leggo che c'è la fila anche per questi piccoli? Certo però... vuoi mettere?
È molto più fico dire che si è il papà e la mamma di "un piccolo haitiano", piuttosto che di "un calabresello" qualunque...
E non parlo solo della circostanza - auspicabile - che di molti bimbi, ora soli, ancora si trovino genitori o consanguinei in vita. Non ne so nulla, di adozioni e di bambini, e magari scriverò un sacco di castronerie, ma parlo con il cuore.
Non vedo, intanto, come si possa pensare di eradicare un bambino dal proprio habitat biologico naturale: abbiamo letto che lì ci sono 35° all'ombra. E noi ce la facciamo sotto dal freddo. I danni più gravi - come sempre - il terremoto li ha fatti nelle aree cittadine più povere. Apprendo da Wiki che la lingua parlata ad Haiti è il francese o il creolo haitiano: ritengo che, appunto perché il maggior numero di vittime è nella zona degli indigenti, è probabile che i sopravvissuti non siano bilingue, ma - più probabilmente - che si esprimano ancora nella lingua autoctona. E vorrei sapere quanti, tra gli aspiranti papà e mamme, la parlano.
E ancora - e non pensiate che stia facendo un discorso razzista, perché allora m'incazzo davvero!!! - mi sembra assolutamente crudele l'idea di portare un bambino, già traumatizzato, in mezzo a gente così diversa da quella che ha conosciuto sino ad allora: sì, parlo anche del colore della pelle. Non si sentirebbe un alieno? Oppure, non sentirebbe alieni i nuovi genitori, così diversi dal papà, dalla mamma, dai nonni, dagli zii, dai fratellini che ha perduto in quell'inferno? Trauma su trauma.
Il 31 dicembre 2006 gli orfanotrofi in Italia sono stati chiusi e sembra che all'epoca ospitassero circa 14 mila minori, poi spostati in case famiglia. Non tutti erano orfani: molti di loro erano stati allontanati dai genitori, o dal genitore, perché drogati, in galera, o comunque non in grado di allevarli. Non ho trovato dati recenti sugli "orfani" che ancora vivono in questi centri, ma - in mancanza - facciamo un 10% (e credo di essere ottimista) delle presenze rilevate all'epoca. Abbiamo ancora, dunque, più di mille bambini senza papà e mamma, qui da noi, che ora soffrono il freddo come noi; che parlano la nostra lingua, magari con qualche inflessione dialettale un po' diversa, ma ci si comprende; e che - in un certo qual modo - ci assomigliano e ai quali potremmo ricordare la mamma e il papà che non hanno più.
Cos'è? Questi qui non vanno bene? Non sarebbe bello adottare anche loro? E com'è che non leggo che c'è la fila anche per questi piccoli? Certo però... vuoi mettere?
È molto più fico dire che si è il papà e la mamma di "un piccolo haitiano", piuttosto che di "un calabresello" qualunque...
43 commenti:
Il freddo non fa differenza. Qui in Canada ci sono bambini che vengono da tutto il mondo e sono perfettamente integrati e felici di vivere in un paese assai piu' freddo dell'Italia.
Il problema italico penso sia piuttosto il colore della pelle, per la presenza dei coglioni Leghisti e i problemi razziali del sud.
Adottare un bambino italiano e' poi difficilissimo. Noi ci provammo vent'anni fa e la risposta fu "NADA".
XXX
Eh, a volte il far l'azione è solamente piacere di mostrare agli altri che si è "generosi". Dipende come lo si vuol fare. Io voglio semplicemente pensarla, che nel loro piccolo, se l'adozione è fittizia o per ipocrisia (se a distanza ovvio) chi ne beneficia è comunque il bambino. Pensiamola così, se poi il bene è dato per tornaconto questi sono problemi altrui. ;)
Ti confesso che anch'io, parlando col mio medico di tutto quello che sta accadendo ad Haiti, mi sono lasciata andare ad un attimo di emotività simile, ma puoi credermi: se lo avessi fatto, non sarebbe stato per sentirmi figa o robe del genere.
Allora lui, come te, mi ha parlato di persone che vivono nella nostra cittadina, che hanno preso in affido figli di tossici delinquenti, e che li stanno tirando su come fossero figli loro. E che, volendo prendersi cura di un bimbo haitiano, tanto vale sostenerlo lì dov'è.
Sai che c'è, Bastian?
Non penso che la maggior parte della gente se ne farebbe mai un vanto.
Certo, i cretini non mancano mai, ma penso, piuttosto, che la forte emotività generale causata da questa immane tragedia abbia scosso moltissima gente, e che tanti, quando affermano cose del genere, siano un po' sprovveduti, forse, ma in sostanziale buona fede.
Un abbraccio e serena giornata, sister.
:*
Ciao è vero che sei mancata ma hai recuperato subito con i tuoi blog al peperoncino. Cara ben tornata
Un abbraccio il tuo Sisifo
Ragionamento ineccepibile,Bastian cara.Posso dirti,per esperienza di una coppia di amici,che l'adozione è un colossale business e che è questo,più di altri motivi,a condizionare i flussi.Si vende quello che è più richiesto,anche se capisco che sia orribile dirlo.
sui tempi concordo con te; certamente però, passata la tempesta e raggiunta la certezza che purtropo i genitori non ci sono più, credo che un bimbo haitiano stia meglio con una famiglia italiana ( o americana o cinese ecc) che in un orfanotrofio: meno privazione, più benessere, infinito amore e possibilità in più; le difficoltà possono essere superate.
Ma, come dice Lanza, l'adozione è un business, i bambini hanno un costo e non scherzo. Costi che si chiamano bolli, rimborso apertura pratica ecc ma che sono un prezzo di vendita a tutti gli effetti, per adottare un bambino italiano la coppia italiana deve prepararsi a svenarsi, parlo per esperienza diretta di una carissima amica.
I bambini stranieri costano meno. La cosa schifosa è che quelli haitiani probabilmente sono in sovranumero, l'offerta supera la domanda e il prezzo scende.
P.s. non credo che tu sia razzista, i problemi legati anche all'etnia ci sono, le differenze culturali anche, è innegabile. Credo, e forse sono un pò idealista in questo, che l'amore della famiglia e un ambiente protetto possano risolverle, con il tempo
Sinceramente lo prenderei un bimbo haitiano perché penso che starebbe comunque meglio in paese pieno di stronzi che a fare al fame e vittima di abusi sessuali se non utilizzati come pezzi di ricambio nel proprio.
Non c'è bisogno che mi fai le pulci a ciò che ho scritto, me le faccio da solo ogni volta che penso questa cosa. Tra l'altro non ce lo darebbero mai e di conseguenza il problema pratico non si pone. Continuerò a dare quei pochi euro che non bastano a tacitare i sensi di colpa che ognuno di noi si porta dietro con la convinzione, anche essa una speranza, che siano usati nel modo migliore. Anche su quest'ultima frase risparmiati i commenti.
In pratica leggi e stai zitta, se ti riesce. eheheheh
Devo essere molto malato: concordo su tutto ma proprio su tutto con il commento del nobile Gap.
Hai mai visto lo sguardo di papà e mamme, pura razza italiana, sulla metro quando passano bimbi zingari e chiedere l'elemosina? Chissà perché li vedo pronti, come ai tempi del nazismo, ad essere delatori che genitori. Ovvio che il bimbo haitiano, moretto e scampato alla morte è contesissimo!
Mamma mia, un post agghiacciante per disinformazione ed ignoranza (= non conoscenza) del mondo legato ad adozioni, affidi, istituti.
Ripeto, agghiacciante.
Tutto il post, scusami ed incazzati pure, è fondamentalmente puro razzismo. L'habitat naturale, la lingua, "gente così diversa da quella che ha conosciuto sino ad allora: sì, parlo anche del colore della pelle. Non si sentirebbe un alieno?".
L'aliena sei tu, e se non te ne sei mai accorta in Italia vivono già sia persone che vengono diciamo dalla Svezia (e non muoiono per il caldo) sia persone che vengono dall'Africa (e non muoiono - quasi mai, a dire il vero, e comunque non più degli italiani stessi - per il freddo): si dà il caso che l'habitat della specie umana sia il mondo intero...
E senza contare che stiamo parlando di Haiti, un paese dove è successo quello che è successo, dove in questo momento ci sono sa dio quanti orfani "totali": come scrive Gap "Sinceramente lo prenderei un bimbo haitiano perché penso che starebbe comunque meglio in paese pieno di stronzi che a fare la fame ... nel proprio."
Poi chi se ne frega se con l'adozione a distanza "qualcuno si mette a posto la coscienza", quello che conta sono i bambini che ne beneficiano! E fanculo al cinismo stronzetto tipo "no, non lo faccio perchè chissà a chi vanno i soldi, e poi che ipocriti quelli che fanno l'adozione a distanza, così è troppo comodo!"
Serve tutto, soprattutto dove non c'è niente. Il resto sono puttanate.
Veniamo alla situazione in Italia: i bambini in Italia negli Istituti sono per la maggior parte NON adottabili, altro che i conticini sui "1000 calabreselli"!
L'adozione internazionale non nasce mica da un ipotetico rifiuto di un bambino italiano perchè di un'altra regione, ma dal fatto che i bambini italiani adottabili SONO POCHISSIMI e gli aspiranti genitori adottivi SONO UN ESERCITO.
Non c'è la fila? Stai scherzando, vero? Chiedi ed informati, magari anche sui numeri: quei 14.000 che erano negli istituti nel 2006 sono ancora tutti lì, anche se l'istituto si chiama adesso casa famiglia è fisicamente lo stesso di prima.
E sai perchè sono lì? Non perchè sono "calabreselli" ma perchè oltre a non essere giuridicamente adottabili, molti non sono neanche giuridicamente affidabili, e per l'affido si che purtroppo non c'è la fila... (oddio, ma poi se me lo tolgono? Ah no, non ce la farei mai...)
Insomma, prima di sparare a caso sarebbe meglio documentarsi...
@Joe, intanto non vedo perché infilare la politica comunque e ovunque.
E - comunque - la tua chiosa finale "...il problema italico penso sia piuttosto il colore della pelle, per la presenza dei coglioni Leghisti e i problemi razziali del sud...", mi pare sia in stridente contrasto con la realtà delle centinaia di famiglie che, in Italia, desiderano adottare i bimbi haitiani: famiglie che evidentemente, non sono leghiste né razziste.
XXX
@Le Favà, ma ben vengano tutte le iniziative che riescono a produrre un qualsivoglia beneficio a chi è stato devastato da questa immane tragedia.
Ma tra queste, ribadisco, l'adozione (reale, non a distanza) di un bambino non mi pare l'idea migliore, per i motivi che ho detto.
Ti abbraccio.
Scusa, ma "quelli" renderanno la loro vita un inferno. La politica permea la nostra vita e viene chiamata in causa su tutto. Guarda come si e' ridotta l'Italia per il totale disinteresse politico.
XXX
@Enne, sai che c'è? Questo tuo amico medico mi è proprio simpatico!
E vediamo se riesco a spiegarmi meglio, visto che - da qualche commento che leggo - credo di essere stata fraintesa.
Non credo possa contestarsi che l'uomo faccia parte del regno animale, sia nella classificazione a tre di Linneo (animale, vegetale e minerale), che in quella più recente, a cinque, che ha però fatto sparire i minerali (monere, protisti, funghi, piante, animali).
Ci strappiamo (giustamente) i capelli quando leggiamo di un animale "esotico" (nel senso etimologico del termine...) eradicato dal proprio habitat naturale e costretto a vivere in un ambiente che non è il suo. Credo che ciò valga anche per gli esseri umani: non penso che un eschimese si troverebbe bene nel Sahara; o che un abitante di Al Azizyah, in Libia, sarebbe felice di vivere in un igloo.
È mia opinione che dovrebbe farsi il possibile, nel caso specifico, perché quei bambini possano rimanere "sul posto", agevolando e sostenendo (anche economicamente, è ovvio) le famiglie del luogo disposte a prendersene cura: magari quelle che, nella tragedia, hanno perso i loro, di figli.
E fammi sapere l'opinione di Doc.
Un bacio, gemella.
@Sisifo, grazie! E ancora auguri, eh?
Ti abbraccio.
@Lanza... grazie di esistere...
Mi sembrava di esser stata abbastanza chiara nel manifestare perplessità sulla corsa all'adozione dei bimbi haitiani, ritenendola - magari sbagliando - dettata più da un desiderio di "apparire", piuttosto che "essere", generosi.
"Si vende quello che è più richiesto", dici: è vero. Come la moda e il prodotto che "tira" di più. Ma ho l'impressione che siamo i soli (tra quelli che hanno letto e capito il post, perché non tutti lo hanno capito...) a pensarla così. Ma succede che, tra amici, non sempre si abbiano le stesse opinioni.
Un abbraccio, mio caro.
@Punzy, ma io non dico assolutamente di tenerli in orfanotrofio! Ci mancherebbe altro! Dico che credo che l'adozione da parte di una famiglia italiana (o americana o cinese) non sia - per loro - la soluzione migliore, proprio per quelle differenze che anche tu ammetti esserci ed essere reali.
Affermi poi, Punzy (e mi fa piacere che tu ne abbia esperienza diretta) che "...per adottare un bambino italiano la coppia italiana deve preparare a svenarsi...": di che si tratta, dunque? Di una gratificazione egoistica, che si cerca? O del desiderio vero di fare del bene? E perché, allora, andare a guardare il cartellino del prezzo?
Un bacione.
@Gap, ovviamente non importa un fico del tuo suggerimento, e ti rispondo.
Il problema degli abusi sessuali e dei loro corpi come pezzi di ricambio esiste sinché i bambini rimangono in mezzo alla strada, il che non è quello ho detto. Ripeto. Secondo me (in bold), tra di noi - così diversi dai loro papà e mamma - starebbero male: e non perché, come dice Joe, da noi ci sono leghisti e razzisti che potrebbero vederli come alieni (è uno schifo di problema nostro, purtroppo...), ma perché loro, i bambini, vedrebbero come alieno il mondo che li circonda!
Come ho detto sopra, perché non fare in modo che gente del posto (o di stati vicini) possano adottarli? Perché la pietas non riesce a manifestarsi - come dovrebbe essere - un "amore a tutto tondo", che non chiede nulla in cambio? Famiglie italiane vogliono adottare un bimbo haitiano? Spediscano ogni mese ad una famiglia di Haiti, (che magari ha perso il proprio figlio nel terremoto), o della vicina Repubblica Dominicana, o di Puerto Rico, un bell'assegno per mantenere il piccolo (con tutte le garanzie che qualche ONLUS potrebbe fornire sulla reale destinazione del danaro), che crescerà, almeno, vicino a persone simili a lui e in un ambiente simile a quello in cui ha vissuto sino alla tragedia.
Ti abbraccio.
@Helios, ben ritrovato!
Allora non faccio il copia e incolla, ma leggi su... e vai dal medico!
Buona serata.
@Luz, sbaglio o manca un "più" nel tuo commento? "...chissà perché li vedo pronti, come ai tempi del nazismo, ad essere più delatori che genitori...".
Perché dunque, "il bimbo haitiano, moretto e scampato alla morte è contesissimo"?
Ti abbraccio.
Ehilà, bella discussione, non avevo capito che fosse privata!
Beh, allora io ho avuto un gran culo! Sono stato adottato nel 1967...
E, please, nobody touch my Bastian!
Bacio
Ovviamente scherzo. Peace and Love to all of you.
P.s. Scherzo sul nobody touch, non sul resto.
@Allelimo 1 e 2. Chioso subito sulla prima frase del tuo secondo commento: ti scuso - perché non mi conosci, non sai nulla del mio sentire in relazione a certi problemi e perché io sono una persona educata - e non mi incazzo.
Ma veniamo al sodo: nella 9^ riga del post ho premesso che "non ne so nulla, di adozioni e di bambini, e magari scriverò un sacco di castronerie, ma parlo con il cuore".
Il che sembra tu non abbia tenuto nel minimo conto. Transeat.
Non sono d'accordo che l'habitat della specie umana sia il mondo intero, come affermi: possiamo essere "cittadini del mondo", dal punto di vista sociale e politico. Abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri, indipendentemente dalla nazionalità di appartenenza, l'interesse della comunità mondiale è giusto sia superiore all'interesse particolare di ogni nazione. Ma l'habitat, dal punto di vista antropologico, è altro: è il luogo che - nel corso di generazioni - ci ha fatto diventare quel che siamo oggi. Ed è fatto di clima, di ambiente, di alimentazione, di tradizioni, di cultura, di usanze. E non è il medesimo per ogni essere umano.
Quello che ritengo (è il mio punto di vista - non condivisibile, magari - ma credo di avere il diritto di manifestarlo a casa mia) dovrebbe fare chi ha davvero a cuore la sorte dei bimbi haitiani l'ho già detto sopra, ma lo riassumo: agevolare adozioni o affidamenti in loco, e non eradicarli dal loro mondo.
E veniamo alla situazione italiana.
Scrivi: "...i bambini in Italia negli Istituti sono per la maggior parte NON adottabili.... Non capisco la negazione in maiuscolo, giacché ho scritto esattamente la stessa cosa (rileggi, se vuoi: 4^ riga del 4° capoverso). Non capisco neanche la tua affermazione che "...l'adozione internazionale non nasce mica da un ipotetico rifiuto di un bambino italiano perchè di un'altra regione...": e chi ha mai detto una cosa del genere? Segnalare, prego. Cos'è? La chiosa sarcastica (auspico che tu lo abbia afferrato, che era sarcastica...) del post sul "calabresello" (uno solo, ipotetico, e non 1000) ha avuto l'effetto di un corto circuito sui neuroni?
Affermi comunque che "i bambini italiani adottabili sono pochissimi": dunque, ce ne sono? E quanti sono? Poiché io sono ignorante (= non edotta) in materia - l'ho chiarito all'inizio del post - e ho ipotizzato che potessero essere il famoso 10% dei 14mila al momento della chiusura degli orfanotrofi, vorrei avere da te, che invece sembri ferratissimo in materia, qualche numero più aderente alla realtà: saprai certamente segnalarmi un link, no?
Lo so (e l'ho scritto) che i bambini che erano nel 2006 negli orfanotrofi sono ancora quasi tutti lì (cfr.: "...sembra che all'epoca ospitassero circa 14 mila minori, poi spostati in case famiglia. Non tutti erano orfani: molti di loro erano stati allontanati dai genitori, o dal genitore, perché drogati, in galera..."). Quello che mi domando nel post è perché i POCHISSIMI bambini italiani adottabili (lo affermi tu), siano ancora lì visto che c'è un ESERCITO (lo affermi ancora tu) di famiglie pronte ad accoglierli. E la mia ipotesi è che sia più trend adottare un orfano straniero, piuttosto che un cal... ehm... un italiano, dalle Alpi a alla Sicilia. Così forse ti è più chiaro.
In ogni caso, se avessi ancora il desiderio di chiarire e commentare, ti invito a farlo con maggiore civiltà: càpita spesso di non condividere opinioni espresse in post altrui e il diritto di replica è sacrosanto ed è il benvenuto. Quella che non è la benvenuta è l'ignoranza (= non conoscenza) delle più elementari regole del civile scambio di idee.
@Allelimo (3): non è una discussione privata. Ho interrotto i commenti perché sono andata a cena e perché - soprattutto quando un commento richiede una replica articolata e civile - sono abituata a pensare, prima di scrivere.
A differenza di altri.
@Franco, come sarebbe a dire?? Sei disposto a farmi "toccare" da chiunque? Non sapevo fossi stato adottato: è vero? Allora mi piacerebbe avere la tua opinione in relazione al vespaio che pare abbia sollevato. Ma se non ti va, mi accontento del tuo affetto.
Ricambio il bacio.
Il punto è che una opinione vera e propria non ce l'ho. Quello che so è che adottare un bimbo è un grande dono d'amore, che i miei prima di potermi portare a casa con loro furono sottoposti ad una quasi interminabile serie di analisi, esami, approfondimentie quant'altro, quello che so è che se nella vita si ha a disposizione una dose di fortuna, beh, io l'ho fatta fuori quasi tutta subito. Voglio credere che non esistano al mondo persone in grado di adottare un bimbo per edonismo, o perlomeno che esistano altre persone che impediscano loro di farlo.
E ribadisco, don't touch my Bastian!
Un po' di link:
Anfa - associazione nazionale famiglie adottive ed affidatarie
Anfa - faq sull'adozione
Adozione di minori italiani: la situazione attuale
Tribunale dei Minori
Statistiche adozione internazionale
Dopodichè mi ritiro nella mia ignoranza delle più elementari regole del civile scambio di idee, crogiolandomi nella mia maleducazione causata da probabile corto circuito sui neuroni... ;)
Scherzo eh, vista la faccina ironica?
Seriamente, ti chiedo scusa se sono stato offensivo, non era mia intenzione - ma hai scritto delle cose che mi hanno colpito personalmente, come forse si è capito dalla mia risposta sopra le righe.
Ripeto, chiedo scusa per l'aggressività eccessiva - poi dopo che hai letto i link, se vuoi possiamo continuare la discussione :)
Ma comunque l'idea di qualcuno che adotta uno straniero piuttosto che un italiano perchè è più "trendy", scusami, ma è veramente incredibile, dai! :)
@Franco, che bella dichiarazione d'amore hai fatto ai tuoi genitori!
E, sai? Credo che tu abbia incrementato la loro "dose" di fortuna nella vita: a volte, nenache i figli "carne della propria carne" sono capaci di dimostrare tanto amore come hai fatto tu in poche righe.
E poi, hai ancora una buona scorta di fortuna, mio caro: pensa che hai conosciuto meeee!
Un bacione, mon amour.
@Allelimo, più che volentieri accetto le tue scuse. E sì, ho immaginato di aver toccato, inconsapevolmente, qualche nervo scoperto: hai laciato due commenti, uno di poche righe e sprezzante; l'altro, poco dopo, più di sostanza, ma ancora rabbioso...
Mi spiace.
Ho aperto (e letto) i link che mi hai inviato.
Insomma, sembra proprio che di bambini italiani adottabili ce ne siano davvero pochi, e quei pochi è probabile siano grandi, o portatori di handicap o malati (al 3° link che mi hai segnalato). Dunque, pare proprio che l'adozione internazionale sia scelta obbligata.
Ritiro anche, parzialmente, l'affermazione sull'adozione "trendy" (grazie per la "y": la tastiera l'ha fagocitata). Resto invece dell'opinione che, come come ho scritto in risposta al commento di Enne più sopra (24 gennaio 2010 h 17:44), genitori adottanti e adottando dovrebbero avere "tratti culturali" il più possibile comuni.
Le motivazioni che adduco a supporto del mio pensiero le trovi lì e si tratta semplicemente del mio punto di vista al riguardo.
E perché tu non nutra più alcun dubbio sul mio supposto "razzismo", ti segnalo questo, questo e questo.
Ti auguro una buona giornata.
Mi fa piacere che le scuse siano state accettate, davvero: l'intenzione era discutere, non litigare!
Mi permetto di dire che il primo commento non voleva essere sprezzante ma incredulo di fronte a certe frasi un po' "leggerine" :)
Sui nervi scoperti, non tedierò nessuno con il perchè, però la mia intenzione era di fornire qualche elemento di conoscenza alla discussione - poi il metodo avrebbe potuto essere migliore... :)
Su due cose non sono assolutamente d'accordo con te però:
1 - Trendy può essere l'acquisto di un cane (quanti "101" ci sono in giro nei canili a intervalli regolari?) ma ti assicuro che, se anche esistesse qualcuno così idiota da poter pensare di adottare un essere umano in base alla moda, non potrebbe andare molto lontano sulla strada dell'adozione.
2 - L'habitat no, dai. Mi fido di te e del fatto che i tuoi sentimenti siano assolutamente non razzisti, ma ti rendi conto di quanto sia pericolosamente vicina alla filosofia della Lega la tua posizione "Aiutiamoli basta che restino a casa loro"?
Non puoi paragonare seriamente l'habitat di un animale inconsapevole a quello di un essere umano consapevole - l'essere umano è tale proprio perchè ha le capacità di adattarsi, superare le differenze, rapportarsi con i suoi simili in maniere impensabili per gli animali.
E soprattutto l'essere umano ha sia "la grande capacità di modificare il suo habitat in vario modo" (wikipedia) - sia la capacità di modificare le sua azioni in base a quello che c'è intorno: se fa freddo ci vestiamo di più, se fa caldo ci vestiamo di meno :)
Hai ragione. Tra l'altro si consiglia di aspettare viste le problematiche presenti, di adottare sia a distanza che per "davvero".
Concordo cmq che se si vuole far qualcosa di veramente utile, senza lasciarsi prendere solo dall'emotività del momento, ci sono molte occasioni per agire e far del bene. E bambini da aiutare ed adottare ce ne sono tantissimi anche in ITalia. Questo non toglie che non si devono aiutare anche quei bambini se ne hanno bisogno ( e ne hanno bisogno).
@Allimo, mi sono espressa male, e me ne accorgo ora rileggendo il mio commento: ritiro completamente l'aggettivo trendy riferito all'adozione. Resto dell'opinione, invece, che - per il bene degli adottandi - i tratti culturali dovrebbero essere il più simili possibile.
E comunque, sono contenta di aver intrattenuto con te questo proficuo scambio di idee.
A presto.
Resto dell'opinione, invece, che - per il bene degli adottandi - i tratti culturali dovrebbero essere il più simili possibile.
In teoria si', ma in pratica credimi che fa poca differenza, e parlo con conoscenza di causa, non per sentito dire.....
XXX
@Daniele, sì. E spero tanto che, nell'attesa, qualcuno riesca a vigilare su di loro, per non sentire più che 15 bambini sono "spariti" dall'ospedale in cui erano ricoverati...
Ti abbraccio.
@Joe, so che ne hai conoscenza diretta. Ma a volte (spesso) càpita di elaborare teorie, o di esprimere opinioni anche su problematiche o vicende che non abbiamo vissuto sulla nostra pelle.
Uomini che parlano di donne stuprate, gente in perfetta salute che disquisisce sul diritto alla "buona morte", e io (non genitore e non figlia adottatta) elucubro sull'adozione migliore...
Sono punti di vista, Joe, che magari lasciano il tempo che trovano. Ma che ritengo ciascuno di noi abbia il diritto di manifestare, per quanto balzani possano essere.
XXX
Ah ecco, adesso capisco molte cose!
E' quel "non genitore" che fa la differenza - se e quando ti capiterà ne riparliamo, vedrai come si cambia opinione... ;)
E poi, vedi perchè l'avevo presa così a cuore: perchè dopo tutta questa discussione, arriva qualcuno che magari non ha abbastanza tempo per leggere i commenti ed i link precedenti, e quindi, dopo aver letto solo il post originale, se ne esce - in buona fede - con "E bambini da aiutare ed adottare ce ne sono tantissimi anche in Italia."
Una cosa che non capisco invece è chi consiglierebbe di "aspettare" viste "le problematiche presenti"?
Credevo che il punto delle "problematiche presenti" ad Haiti fosse proprio l'urgenza...
@Allelimo, ehm... per ragioni... anagrafiche sarà davvero difficile per me diventare genitore!
E hai ragione per quanto dici: a volte càpita che (magari per mancanza di tempo), ma volendo comunque segnalare all'amico blogger di essere passati, si presti poca attenzione ai commenti degli altri, perdendo di vista lo sviluppo del post e, magari, non acquisendo quelle informazioni che sono state utili per chiarire e chiarirsi: ma è davvero raro che a lui succeda.
Sono comunque felice di questa conversazione: non potrò restituire la visita, perché ho visto che - nei tuoi blog - ti occupi esclusivamente di musica per intenditori. Non ne capisco un'acca e sono di bocca mooolto buona: mi piace l'easy listening anni '80!
E se vuoi, fa' pure bleah!
Buona giornata.
Nessun problema per la restituzione della visita - anche se non è mai troppo tardi per conoscere cose nuove... ;)
E poi nel mio blog parlo "principalmente" di musica, ma non solo - dammi tempo, esiste da meno di un mese :)
@Allelimo, bene! Allora ti terrò d'occhio! Ciao!
Che bello capirsi, alla fine.
Peccato non accada spesso. :-S
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