sabato 6 dicembre 2008

A che gioco giochiamo?

Sapete come càpita, no?
Si vede qualcosa, si comincia a rimuginarcisi sopra, a considerare, a interrogarsi, a chiedersi: "Ma, una volta, era così?"... E poi la mente parte come una scheggia e s'infila nei meandri della memoria e, a ritroso, scova i neuroni che hanno trattenuto per anni informazioni preziose. Che credevi perse e che invece sono lì, incontaminate, pulite: come quando, in uno scatolone in fondo al soppalco, trovi un maglione di vent'anni fa, o un libro di scuola, o foto sbucciate e ingiallite.

È iniziata maluccio, tutta la faccenda: rientro a casa - la sera - e sul marciapiede antistante il pub che che ho sotto le mie finestre debbo fare lo slalom. Non entro nei dettagli, ma mi domando perché, questi imbecilli prossimi alcolisti, se non reggono la birra o il vino, continuino a sbronzarsi.
E a questo punto inizia il tour della memoria.


U
na volta, anche i marciapiedi erano diversi: spesso ci trovavi, disegnato col gesso, lo schema della "Campana", un gioco bisex, per maschietti e femminucce: constava di 9 caselle quadrate più
una a mezza luna, che credo si chiamasse "Paradiso" (lo schema è quello della foto). Si doveva lanciare una pietra, partendo dalla casella 1, saltarci dentro su una gamba sola, raccogliere il sasso, e saltellare - sempre su una gamba sola - sino a rientrare alla base. Dovevi avere una pietra piatta e levigata (ognuno di noi ne possedeva una personale) che non avesse spigoli o irregolarità tali da comprometterne il rimbalzo, ma che permettesse di farla atterrare di piatto sulla casella. Se uscivi dalla casella, o poggiavi il piede a terra, passavi il turno: vinceva chi arrivava per primo in "Paradiso". E poi si ricominciava...

E poi c'era l'altro gioco da marciapiede: la "Pista coi Tappi", versione urbana della pista di sabbia (di solito creata trascinando per i piedi un amico che, col sedere, crea l'avvallamento)
e le palline. Ma la Pista con i Tappi era molto più fica! Era un gioco "da maschi": le "femmine" giocavano "alle signore" con le bambole (che non sopportavo!) o "a corda", in cui ero una pippa! Grazie alla raccomandazione di mio fratello ("Guardate che sembra una femmina, ma è quasi come noi...") ero l'unico esponente dell'altro sesso che potesse partecipare.
Ed ero fortissima! La pista si disegnava col gesso per terra ed era piena di curve e tornanti e il tappo della bottiglia - pure quello - era personalissimo. Io lo avevo ultra-modificato: sul fondo avevo la foto di Luison Bobet, un ciclista che all'epoca andava per la maggiore e che avevo scelto perché aveva le mie stesse iniziali (L. B.). Sopra la foto avevo messo un vetro, sagomando e arrotondando un coccio di bottiglia raccolto per terra: la "mola" per la bisogna erano i muri, contro i quali strofinavo il pezzo di vetro, sino a poterlo incastrare perfettamente nel tappo. Quel copione di mio fratello ha voluto fare la stessa cosa, ma il dio dei copy writers lo ha punito: sul palmo della mano ha ancora uno sbrego di 5 centimetri con 7 o 8 punti di sutura, il deficiente! Ultimo accorgimento, per rendere l'assetto del mezzo (il tappo...) il più stabile possibile, una cornicetta di stucco per vetri, rubato al nonno. Il mio tappo pesava sì mezzo chilo, ma come andava!

E
poi c'era il "Battimuro", sempre con i tappi delle bottiglie, con cui - da dietro una linea di demarcazione - dovevi avvicinare il tappo più possibile al muretto. E poi "Figurine", giocato con le mitiche Panini: si lanciava dall'alto una figurina e se questa, volteggiando, andava a finire su una di quelle già per terra, il bravo lanciatore si prendeva tutte le figurine sottostanti, con grande scuorno dei perdenti: e pure qui, ero un drago.
Giochi poveri e stupidi, senz'altro: ma sapete che vi dico? Che credo fossero sicuramente più sani e socialmente formativi di quelli che si fanno, e si pubblicizzano, oggi.

C'è uno spot che mandano in onda in questi giorni e che trovo diseducativo e insoppotabile: il papà socchiude la porta della camera da letto del bambino e lo trova accovacciato sul letto, con in mano il solito aggeggetto elettronico con il quale fa moltiplicazioni. E il papà cretino, tutto soddisfatto, riferisce alla mamma che il loro piccolino "sta ancora studiando"! Per me, dopo una giornata sicuramente passata tra TV e game boy, sta semplicemente continuando a rincoglionirsi...
Maroooonnaaa! Che cose da Matusalemme ho scritto!!! Ma che volete: la memoria e i ricordi fanno di questi scherzi. Per fortuna.

41 commenti:

fabio r. ha detto...

giocato a tutti i giochi di strada che hai elencato!

sulla pubblicità: sono pienamente d'accordo: è un brutto segno dei tempi moderni, che poi ti ritrovi in classe con ragazzini che ti chiedoo di poter usare la calcolatrice fare 3 x 8 (giuro!)

Bastian Cuntrari ha detto...

@Fabio, parto dalla fine del tuo commento.
Non ho figli, ma sospettavo che fosse proprio così! Menti non allenate a trattenere informazioni; non allenate a ricordare, a visualizzare...
Io ricordo, alla fine dei quaderni, il riquadro delle tebelline: di solito arrivava al 10, ma in alcuni anche al 12 (12x12=144)!
E che mi dici delle poesie mandate a memoria?
O di "di-a-da-in-con-su-per-tra-fra"?
Oppure: "su qui e su qua l'accento non va"?

Per quanto riguarda i giochi, non dirmi che anche il tuo tappo aveva il vetro e lo stucco!
L'avevo brevettato!!
Buon fine settimana, amico.

Anonimo ha detto...

Questi sono tutti giochi che facevo anch'io, ma noi eravamo più "moderni" e la partecipazione era libera per entrambi i sessi! ;) Mi ricordo che i miei tappi non avevano il vetro, e che ero un mago (strega? :D) delle figurine, ne avevo vinte una tonnellata.
Il gioco del saltello, in inglese hopscotch, mi ricordo di averlo giocato soprattutto con mia figlia, veniva benissimo sulla sabbia semiumida delle spiagge oceaniche, quando la marea si ritira e la sabbia rimane compatta, per cui ci puoi tracciare quello che vuoi e ci puoi anche saltellare su senza sprofondare. Ma che bei ricordi mi hai scatenato! E la pista (sempre scavata nella sabbia) per le biglie? Quello oltre al mio, era anche uno dei giochi preferiti di mio figlio ;)
Adesso i figli si sentono "grandi" e non vogliono più fare hopscotch con me... ma dopo il tuo post sono determinata, non appena il clima si mitiga, a portarli in spiaggia la prossima volta e fare una gara... magari ce c'è un premio in palio si uniscono alla loro folle madre :D
Un caro abbraccio

ღღ Š î $↕ Ŧ ۞ ღღ ha detto...

Ciao Bastian mi sembrava di essere in "Nuovo Cinema Paradiso" con quell'aria di passato che avvolgeva le strade, con le poche auto che passavano e le voci dei bambini che rallegravano i pomeriggi. Adesso è tutto frenetico sempre di corsa compiti, piscina,pianoforte, pallone, scaut e a casa computer, playstation, xbox. O caro hai cinque minuti a disposizione? cosa ti manca? Perchè poverini neanche ti chiedono più niente hanno tutto e ancor di più.
Mi dispiace solo che quando saranno grandi non potranno ricordare i giochi fatti con gli amici di quartiere come hai fatto tu.
Ciao buon week, a presto Sisifo

Rouge ha detto...

Mai giocato all' orologio di Milano?

enne ha detto...

A campana ero imbattibile. Poi c'era un gioco che consisteva nel saltellare con una buccia di arancia su un piede: chi la faceva cadere pagava pegno. E moscacieca e lo schiaffo del soldato? quest'ultimo gioco non lo amavo molto perchè volavano sganassoni incredibili. :-)

Bastian Cuntrari ha detto...

@Martina, brava! Fa' riscoprire ai tuoi figli questi tastulli semplici! Magari ci rideranno sopra, ma... hai visto mai?
Un bacio, cara!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Sisifo, credo dipenda anche dai genitori: certo non sono la più qualificata a parlare, ma - porca vacca! - date TROPPO e TUTTO ai figli! Qualunque cosa chiedano, è già loro: e questo lo vedo con mio fratello che ha tirato su due bastardelli saccenti, presuntuosi, maleducati e stupidi. Ma che hanno sempre e comunque TUTTO.
Però, Sisifo... Ho visto su Wiki che "Nuovo Cinema Paradiso" si svolge alla fine degli anni '40: cazzo! non sono così vecchia!!!
Ti abbraccio.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Rouge! Ho dovuto cercare con Google, e l'ho trovato! Certo che ci giocavo, ma per noi era "Le belle statuine"...
Grazie per aver sollecitato un altro ricordo, amico!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Bislacca, il gioco della buccia no, non l'ho mai giocato. E Mosca cieca non mi piaceva perché - quando all'inizio ti facevano girare su te stessa - a me girava subito la testa... infatti non ballo il valzer! E neanche lo schiaffo del soldato, mi piaceva perché - è vero - arrivavano certi sganassoni!
Invece me ne sono ricordata un altro: Ruba Bandiera!
Ed ero una saetta!
Bacissimi!

Saretta ha detto...

ıo ho gıocato solo a campana tra quellı che haı elencato.. sono troppo gıovıne per conoscere glı altrı, credo...
e a campana cı gıoco anocra adesso..

splendıdo blog... =)

Punzy ha detto...

IO pure giocavo a battimuro e campana!!
non so se e' il caso di parlare di "altri tempi" pero' quando ero piccolina io il quartiere dove abitavo era abbastanza tranquillo, oggi purtroppo non e' piu' cosi' (e non per la solita menata della presenza extra comunitaria) e non so se manderei un mio eventuale punzino in strada a giocare..di certo, se un giorno avro' un figlio, sara' perche' ho deciso di dedicargli del tempo, non certo per fargli usare il game boy tutto il giorno
Riguardo al post dell'alatra volta e' che sia io sia il Mio Perfido Fidanzato siamo anti romantici ma proprio non ci vengono queste cose, sembriamo shrek e la moglie!!
pero' l'altra volta, tornando da milano mi ha portato un ovetto kinder..tanto piu' gradito perche' e' insolito..

p.p.s. attenzione al lindor...e'la principale causa di brufolazzi purulenti al mondo..

Bastian Cuntrari ha detto...

@Saretta, risposta in due punti.
1) Hai giocato solo a campana? Peccato!
2) Sei troppo giovane per gli altri?
Che culo!!!
Un bacione, cara.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Punzy, indubbiamente i tempi sono cambiati per fare tante cose che si facevano tranquillamente prima: anche per giocare per la strada. Ma apprezzo il discorso che fai sui Punzini a venire: mai 12 ore col gameboy in mano! Leggiti il commento di Martina (ieri, 19:36): lei ci proverà a fare l'antico gioco sulla spiaggia!
Per quanto riguarda i Lindor, pacatamente e serenamente ti dico... e sti' cazzi! Benvenuto brufolo, se la sua causa è la scioglievolezza dei cioccolatini e non il logorìo della vita moderna...
E che cazzo, sto parlando per spot!!
Ti abbraccio.

Ale ha detto...

bel post che condivido in pieno.
ormai la tecnologia ha invaso le nostre case, coprendo ai più piccoli i tanti giochi di strada che si potrebbero ancora fare, e che darebbero più divertimento.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Ale, quando ragazzi come te mi danno ragione, sono felice e mi dico che - forse - non tutto è perduto!
Buon fine settimana.

progvolution ha detto...

Nostalgia canaglia!
Sussurri obliqui

il Russo ha detto...

Ma solo qua in Piemonte lo chiamavamo "l'orologio di Milano"?
Comunque io questi giochi li ho fatti tutti, poi c'era lo stupido "Ce l'hai", "Liberi tutti" e altri, ma i miei splendidi anni dell'infanzia li ho spesi quasi tutti a sbucciarmi gomiti e ginocchia giocando a calcio (con i Super Tele, quelli che prendevano traiettorie che manco Holly e Benjy) su tutte le superfici possibili: cemento, ghiaia, terra, asfalto, erba.

IL LAICISTA ha detto...

Noi due, credo, abbiamo la stessa età e gli stessi dubbi.
Ai miei figli se non portavano le calcolatrici a scuola, l'insegnante di matematica gli metteva la nota.
Questo alle medie inferiori, poi alle superiori non sanno le tabelline.
E ancora se la prendono con la Gelmini come se fosse l'origine di tutti mali.
Non hanno capito un fico secco.

ღღ Š î $↕ Ŧ ۞ ღღ ha detto...

Non era per il periodo ma per l'atmosfera che hai creato come "Nuovo cinema Paradiso" il tuo post sembra una sceneggiatura da film.
Ciao Buona Domenica
e non lavorare troppo che poi a Natale sei stanca.
Un abbraccio a presto Sisifo

Bastian Cuntrari ha detto...

@Progvolution, vero...
Ma benvenuta nostalgia, per quanto canaglia!
A presto.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Il Russo: lo immaginavo che anche da bambino fossi un violento! Hai parlato di gomiti e ginocchia sbucciate... Ma hai rimosso, però, tutte quelle botte prese in testa che hanno compromesso la tua zucca!
Se no, come mai sei diventato tanto capoccione??? ahahahah!!!
Un bacio, amico!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Laicista, ma davvero sei così giovane???
Scherzi a parte: trovo incredibili certe contraddizioni e cerco di spiegarmi.
Si mobilitano fior di neurologi per spiegare quanto siano efficaci quegli aggeggi elettronici che stimolano la mamoria e che fanno esclamare a testimonial di turno "la mia età cerebrale è di soli 26 anni! wow!", e poi si bolla come retaggio dell'ancient regime l'allenamento più naturale: mandare a memoria le cose!!!
Ti quoto: non hanno capito un fico secco.
Buon fine settimana, caro giovane amico...

Bastian Cuntrari ha detto...

@Sisifo! Ma stavo scherzando, caro!!
Bravo che sei passato: non posto commentare i tuoi post perché - quando accedo al tuo blog (e solo al tuo...) - mi si imballa il PC! Che succede???
Mettece 'na pezza...
Un bacio.

Damiano Aliprandi ha detto...

Ciao, grazie per essere passata e soprattutto sono contento di averti scoperta, in effetti dai tuoi commenti che lasciavi ai blog amici ho intuito che hai idee chiare e condivisibili.

Non so ma leggendo questo tuo post sui giochi di strada mi viene veramente da pensare ai nuovi nascituri. Specialmente quelli che nasceranno in queste grandi metropoli, gli animali, l'odore dell'erba bagnata, i profumi della natura, i paesaggi, il tramontare e il sorgere del sole.
Sono tutte cose che vedranno, forse, solo in tv e i videogiochi.

Cosa faranno? Come diventeranno?

Gap ha detto...

Cara la mia Quaglietta,
era logico che a campana fossi brava, come saltelli te non saltella nessuno.
"Gran bel post" pieno di memoria e senza cadere nel rimpianto.
Gap giocava anche a mamma e figlio con la bambina chi gli abitava di fianco.
Giocavamo anche a "acchiapparella", fondamentalmente si doveva toccare un altro bambino e passargli il compito di toccarne un altro, ma non ricorda come finisse (prima che lo dici tu se lo dice da solo: l'età avanza. Fregata)

Bastian Cuntrari ha detto...

@Incarcerato, che piacere averti qui!
Il tuo commento sulle grandi città e su quello che le prossime generazioni NON vedranno, mi ha fatto venire in mente una cosa bellissima, successa quest'estate sull'isola delle mie vacanze in Croazia: ho rivisto le lucciole! Non quelle agli angoli delle strade, eh?, ma quelle che da bambini - un po' crudelmente - acchiappavamo e mettevamo in una bottiglia che ci illuminasse la strada... Alla fine, siamo stati fortunati.
A presto!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Gap, giocavi "alla mamma e al bambino"? Cosa facevi? Ti facevi raccontare le favole o cambiare il pannolino?
I miei amici più scafati, almeno, giocavano (non con me, porco!) "al dottore"... Povera Luz!
Un bacio doppio!!

Wildrunner ha detto...

...beh, poi essendo io cresciuto sulla riva del mare c' erano poi i giochi tipicamente estivi: costruire castelli di sabbia da abbattere poi felicemente a pietrate, fare il vulcano (sempre di sabbia) da riempire di cartacce per poi (normalmente con l' aiuto di un adulto) "accenderlo" e farlo fumare, interminabili partite di calcio con i giocatori sul bagnasciuga ed il portiere in acqua fino alle ginocchia, per potersi "tuffare" meglio nelle parate...Ora non vivo più di fronte a quel mare, anche perchè, di "quel mare", non è rimasto quasi niente...

Bastian Cuntrari ha detto...

@Wildrunner, vero!
Li avevo rimossi... o sottovalutati.
Anche al mare, però, io preferivo giocare con la pista e le biglie di plastica colorate con le immagini dei ciclisti...
Buon fine-ponte!
(Ma mi sa che tu non lo fai, vero?)

marina ha detto...

mi è piaciuto molto questo post, perché mi ha ricordata la mia infanzia.
quanto ai bambini di oggi hanno troppi marchingegni e non possono sviluppare la loro capacità immaginativa e creativa, inventandosi i loro giochi a partire dal nulla
marina

Wildrunner ha detto...

Buon fine ponte a te carissima, qui in Germania...nisba, si sgobba anche oggi...sigh!!!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Marina, un po' di ricordi non troppo "strappalacrime" ogni tanto fanno bene. Quanto ai bambini di oggi, hai ragione.
Non riescono a inventare nulla!
Mi sa che farò un altro post sui cosiddetti "giochi di società" che ancora facciamo!
Sotto le feste poterbbero tornare utili, non credi?
Un salutone!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Wildrunner l'ho immaginato leggendo le tue info e scrivi dalla Germania...
Ma non hai un blog, vero?
Be', commenta qui, così senti meno freddo!
Guten Abend!

Mauro Milani ha detto...

Ah mia cara...campana, bandierina, palla prigioniera, la pista...giocati tutti però io da piccolo avevo la fissa per gli insetti (sarà per questo che poi sono stato punito da uno sciame d'api scoprendo poi di essere allergico alle loro punture). Si sa, i maschietti sono un po' sadici da piccoli: mi ricordo che ci divertivamo un sacco a guardare le formiche e il gioco preferito era far incontrare le formiche nere con le formiche rosse per vederle combattere. Organizzavamo dei veri e propri incontri, con tanto di scommesse (vince la rossa o la nera?). Oltre alle lucciole io catturavo i maggiolini nel campetto di fronte casa...e mia madre impazziva perchè me li portavo a casa!!!

Il discorso legato ai vari game boy o i più recenti nintendo ds condivido solo in parte:
li conosco bene perchè li vendo e credo siano dei prodotti intelligenti, il problema parte da molto più lontano e tu l'hai anche accennato. I genitori!!! Io ho assistito sbigottito a scene allucinanti: il bambino che perde per tre volte la playstation portatile, a scuola!(169 euriiiiii!!!)....e i genitori che fanno? Indovina indovinello?
Il problema vero è che si è persa la misura: i genitori non seguono più i figli, non giocano più con loro, non dicono più no! E' più facile assecondarli, metterli davanti alla tv o dar loro un giochetto elettronico che educarli, magari giocando o portandoli a fare una scampagnata all'aria aperta....non c'è tempo, i genitori sono iper stressati e stanchi, la scuola è specchio dei tempi: troppi psichiatri e psicologi hanno detto cazzate e troppi professori hanno inseguito la modernità: non è importante come lo si fa, ma quanto si fa, veloci, correre, al passo con i tempi... E poi....questi bambini sono troppo sollecitati fin da piccoli...bombardati da immagini, suoni e pubblicità, diventano standardizzati, tutto è artefatto e perdono fantasia e creatività.

Insomma, un bel casino!

Baci baci.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Mauro, la tua storia sugli insetti me ne ha fatta ricordare un'altra mia: e te la racconto perché siamo in coda ai commenti e spero che nessuno la legga!
Io avevo 9 anni e mio fratello 8: quell'anno siamo andati in villeggiatura in campagna, anziché al mare dove - sicuramente - i bambibi si divertono di più.
E mi ricordo anche il paese! Bargagli, in provincia di Genova! Avevamo preso in affitto la casa di una contadina che aveva anche il pollaio.
Annoiati a morte, io e mio fratello ci siamo introdotti nel pollaio, che era al "piano terra" della casa, e abbiamo giocato a Lancillotto e Ginevra contro i mostri (le galline): abbiamo cominciato a rincorrerle e - se le acchiappavamo - a sbatacchiarle contro il muro... Morale: il giorno dopo la contadina viene da mia madre con una gallina morta e noi, messi alle strette, confessiamo la tortura inflitta. Mia madre - gran donna - applica la legge del contrappasso: con la gallina ci fa il brodo, che ci costringe a bere, e ci costringe pure a mangiare una coscia per uno del povero volatile: carne rossissima, quasi sanguinolenta... Mi sa che era morta d'infarto, la poveraccia! Mai più infierito su un animale, né mai più "assaporato" brodo di gallina!!!

Per i ragazzini di oggi, che dire? Che hai ragione da vendere, amico! Li aspetta un futuro piatto, grigio e senza colori, avendo perso l'uso della fantasia e dell'immaginazione sin da piccoli!
Un bacio grande.

Vagamundo ha detto...

e gli aeroplanini di carta? e le barchetta? li sappiamo ancora fare? e la trottola con uno stuzzicadenti e una buccia di mandarino ritagliata con il tappo della gazzosa? e le ore passate col mantra del forbice-carta-sasso?

Quoto peró da ultimo mauro milani...troppe metastrutture nella scuola, per nascondere l'assenza di contenuti... e famiglia ormai inesistente.... Una cosa. ma te, ad impiccare le lucertole non ci giocavi? che crudeltá...

Ugolino Stramini ha detto...

Son venuto a trovarti a casa. Bel blog "vissuto".
...e io che pensavo di essere prolisso :-)
A presto.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Vagamundo, gli aeroplanini e la barchetta no; e neanche la trottola...
Con le bucce d'arancio - quelle ritagliate da uno spicchio - ci facevamo le dentiere dei mostri: le devi incidere in orizzontale, senza arrivare alle punte, e poi in verticale, sempre tenendoti lontano dai bordi, per simulare i denti! In bocca le devi mettere con la parte chiara all'esterno: uno sbrago!
Le lucertole... ehm... non possiamo parlare d'altro???
Un bacione.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Ugolino, Sior Conte, che onore!
Vero, sono una chiaccherona, prolissa e logorroica: sarà che sono spesso sola?
Un abbraccio e grazie della visita.

Mauro Milani ha detto...

Beh, tranquilla, qualcuno ti ha superato: mia madre o mia zia (sua sorella) ora non ricorco, comunque una delle due, da piccola fece il bagnetto ad un gattino e lo appese per le orecchie ad asciugare...viste le proteste, non contenta, lo infilò nel forno perchè si asciugasse più velocemente. Per fortuna non morì...e mia zia quando aprì il forno fu punita: il gatto le si incollò con tutte le sue unghiette sul viso.
Divertente no?