Non ci conosciamo da troppo tempo, e dunque è facile non sappia che sono un ex elettore di destra. Se ne ha voglia - e non ha ancora vomitato - può leggersi la mia confessione. Provo un senso di invidia per chi ha trovato subito, sin dagli anni della gioventù, una propria collocazione in politica e non l'ha mai cambiata. La politica è fatta di ideali e con essi devi convivere, come in una casa: chi questa casa sicura l'ha trovata presto, è una persona fortunata, perché riesce a coltivare amicizie e vicinanze, e può condividere radici.
Chi invece si trova a non credere più in quegli ideali che pensava gli fossero propri, o si è accorto che erano altro, si è trovato fuori: homeless, clochard. Siamo animali sociali e abbiamo la necessità quasi fisica di integrarci con un gruppo, di essere parte di qualcosa oltre noi stessi. Così avrei voluto accadesse anche a me, ma le case sicure che mi aprono le porte hanno sempre qualcosa che - per me - non va: nulla di insuperabile, dal mio punto di vista. Ma non è detto che, coloro che ti offrono asilo, riescano a tollerare le mie diversità, le mie insofferenze o le mie idiosincrasie. Sono ospite e dovrei adeguarmi: ma non ne sono capace. Se una scarpa ti sta stretta, è inutile sforzarsi: non ci puoi camminare!
Molti degli amici che vengono a trovarmi qui sono di sinistra, quella storica, quella vera. Uno di loro mi ha inserito in un elenco di link che ha per titolo "...blog liberi, ma liberi veramente": dopo questo post, sicuramente mi cancellerà, ma come dargli torto?
Dunque, tranfuga o vagabonda che dir si voglia, mi trovo senza fissa dimora politica. E cosa mi offre l'agone politico di oggi? Un PD con Uòlter che - pur di fare numero - si prende in carico una Binetti col cilicio? Ma ti prego! Mi spiace per i radicali che, pure loro, per 3,3 (periodico) danari si vendono per 9 posti in parlamento? Peccato! Magari li avrei pure votati, nonostante lo spinellone e la liberalizzazione degli stupefacenti (non sono d'accordo), ma almeno sono laici. Be', ma anche più a sinistra ci sono i laici. Ok, parliamone allora.
Ho parlato anche di mie idiosincrasìe, e non a caso: le ho - tanto per dirne una - verso certe parole che fanno parte del bagaglio culturale e politico della sinistra. Attenzione: sono le loro radici, e ne ho il massimo rispetto, ci mancherebbe altro! ma non mi vanno giù. Mi dite perché si deve ancora usare la parola proletariato per definire "la classe sociale il cui ruolo, nel sistema di produzione capitalistico, è la prestazione della propria forza lavoro dietro compenso del salario"? Se l'italiano non è un'opinione, tutta la pappardella di cui sopra significa che - a parte qualcuno che vive di rendita - tutti quelli che lavorano sono proletari e non, come sembra, che sono proletari solo gli appartenenti ad un certo schieramento politico. E mi dite che senso ha parlare oggi di "salario"? È la retribuzione che si dà al lavoratore dipendente, qualunque dipendente: non solo a quello che è alla catena di montaggio. E allora, a che serve il distinguo tra stipendi e salari? Ma le parole hanno un valore incommensurabile, che va oltre il loro significato: se parlo di un proletario con un salario da fame, nella nostra mente apparirà un pover'uomo con le toppe ai pantaloni, otto figli e la moglie incinta. Se invece affermo che quello è un dipendente con uno stipendio da fame, la figura che si materializzerà davanti ai nostri occhi sarà quella di un uomo sicuramente più ricco del proletario di cui sopra: ma io ho detto esattamente la stessa cosa.
Direte: ma mica non ti senti di sinistra soltanto per delle parole, vero? No, non soltanto per quelle. Proprio perché sono - obtorto collo - "fuori casa" mi sento libera di sbirciare nelle case degli altri con maggiore distacco di chi, invece, ci vive dentro e ci si trova a proprio agio. E se in una casa, bianca, verde o gialla che sia, mi sembra di percepire qualcosa di positivo, voglio essere libera di dirlo, senza che - per questo - mi si salti alla gola solo perché la casa è quella del "vicino stronzo". Esempio banalissimo: proposta della Gelmini per il grembiule (o divisa che sia) alle elementari. Mi sta benissimo, cazzo! Sono stufa di vedere bambine/i tra i 6 e 10 anni che rompono le palle alle madri per i jeans griffati o per le scarpe con i catarifrangenti da 250 euro, "perché ce l'ha l'amichetta mia"! E chissene frega! W il grembiule! Per ricchi e poveri, lo stesso abbigliamento!
Non vi sembra una posizione da egualitarismo estremo? E non dovrebbe essere condivisa con favore dai propugnatori delle teorie di Marx? No, l'ha detto la Gelmini, ergo è una cazzata. Be', a me non importa: l'avesse detto pure razzinga, mi starebbe bene.
E veniamo ad un argomento molto, ma molto più serio. Al liceo, settemila anni fa, avevo un fidanzatino, Ariel, ebreo: potete immaginare come fossi guardata a vista dai miei compagni di scuola come me, all'epoca, politicamente a destra. Infiltrata, spia, traditrice, e chi più ne ha più ne metta. La parola del sommo, il Duce, le sue leggi razziali, secondo quei cretini, dopo oltre 40 anni non potevano essere messe in discussione, nemmeno da noi, nati parecchio oltre la fine della guerra: non mi andava allora, e figuratevi adesso! In Ariel vedevo solo un ragazzo, uguale a me. E la sua famiglia era - ai miei occhi - identica alla mia. Non capivo, mi sembrava ridicolo e inutile far entrare la politica (una politica vecchia di quasi mezzo secolo!), nella mia vita di allora: era oltretutto un modo per me inconcepibile di rinfocolare vecchi rancori nati in periodi che non avevamo vissuto! Niente di più stupido!
La Resistenza è stata sicuramente una delle più belle pagine della nostra storia e lo confermo: fossi vissuta all'epoca, mi sarei unita ai partigiani, magari a quelli di Giustizia e Libertà. Ma non per questo devo negare o non accettare l'esistenza di episodi bui verificatisi in quegli anni: la Storia è fatta da uomini, e tra essi ci sono gli eroi e i martiri, ma anche i deboli e i vigliacchi. Perché è un tabù - per la sinistra - la Resistenza? Perché è una sorta di religione laica? Non nominarne il nome invano. Non dubitare. Non mettere nulla in discussione. E mi viene imposto questo da chi fa della democrazia e della libertà il proprio credo? Scusate, ma non è da me. Cogito, ergo sum. E dubito, ergo sum. Nessuno ha mai detto confiteor, ergo sum. Forse qualche pretonzolo di campagna, ma non sono religiosa: e nessuna idea, per quanto elevata, può essere per me solo una fede, una confessione da accettare in toto, acriticamente.
Nella mia vita ho sempre avuto il coraggio delle mie idee, e per molte ho pagato sulla mia pelle. Dovevo dare un esame all'Università per il quale mi ero fatta un culo che non vi dico, anche perché mi mantenevo agli studi lavorando. Arrivo davanti alla Facoltà e la trovo occupata, con un paio di mutande rosse appese all'asta della bandiera sull'ingresso: chissenefrega, voglio entrare lo stesso. Spingo qua, spingo là e arrivo davanti al picchetto: ero carina, all'epoca, e avevo quasi convinto uno dei nerboruti picchettari a farmi entrare, quando un suo amico vede sbucare dai miei libri "Il Giornale" di Montanelli. Non Mein Kampf, ragazzi, Il Giornale! Ebbene, quegli eroici combattenti per libertà mi pestano come l'uva per l'inaudita provocazione! Ho la cicatrice di quattro punti ancora sotto l'occhio sinistro.
Per chiudere: mi piace questo posto, mi piace leggere e commentare i post degli altri. E mi piace che leggano e commentino i miei. Considero la rete, o meglio, questa combriccola di bloggers che, chissà per quali strani meccanismi, si forma quasi fosse una comitiva di amici del muretto, come un'agorà del pensiero: quando visito i blog che mi segnala il reader, mi fa piacere trovare tra i commentatori le stesse persone che poi vengono a commentare i miei, o che io commento. Sembra quasi ci si dia appuntamento. Ma che - per non perdere gli amici o i commentatori; o per perdere la posizione di privilegio nel blogroll di qualcuno - io debba rinunciare a dire la mia; o - peggio! - debba aver timore di esporre il mio pensiero, no, non fa per me. Io sono questa: politicamente una clochard. Senza casa, è vero, ma libera: ne sono orgogliosa.
E, nonostante tutto, felice.
Chi invece si trova a non credere più in quegli ideali che pensava gli fossero propri, o si è accorto che erano altro, si è trovato fuori: homeless, clochard. Siamo animali sociali e abbiamo la necessità quasi fisica di integrarci con un gruppo, di essere parte di qualcosa oltre noi stessi. Così avrei voluto accadesse anche a me, ma le case sicure che mi aprono le porte hanno sempre qualcosa che - per me - non va: nulla di insuperabile, dal mio punto di vista. Ma non è detto che, coloro che ti offrono asilo, riescano a tollerare le mie diversità, le mie insofferenze o le mie idiosincrasie. Sono ospite e dovrei adeguarmi: ma non ne sono capace. Se una scarpa ti sta stretta, è inutile sforzarsi: non ci puoi camminare!
Molti degli amici che vengono a trovarmi qui sono di sinistra, quella storica, quella vera. Uno di loro mi ha inserito in un elenco di link che ha per titolo "...blog liberi, ma liberi veramente": dopo questo post, sicuramente mi cancellerà, ma come dargli torto?
Dunque, tranfuga o vagabonda che dir si voglia, mi trovo senza fissa dimora politica. E cosa mi offre l'agone politico di oggi? Un PD con Uòlter che - pur di fare numero - si prende in carico una Binetti col cilicio? Ma ti prego! Mi spiace per i radicali che, pure loro, per 3,3 (periodico) danari si vendono per 9 posti in parlamento? Peccato! Magari li avrei pure votati, nonostante lo spinellone e la liberalizzazione degli stupefacenti (non sono d'accordo), ma almeno sono laici. Be', ma anche più a sinistra ci sono i laici. Ok, parliamone allora.
Ho parlato anche di mie idiosincrasìe, e non a caso: le ho - tanto per dirne una - verso certe parole che fanno parte del bagaglio culturale e politico della sinistra. Attenzione: sono le loro radici, e ne ho il massimo rispetto, ci mancherebbe altro! ma non mi vanno giù. Mi dite perché si deve ancora usare la parola proletariato per definire "la classe sociale il cui ruolo, nel sistema di produzione capitalistico, è la prestazione della propria forza lavoro dietro compenso del salario"? Se l'italiano non è un'opinione, tutta la pappardella di cui sopra significa che - a parte qualcuno che vive di rendita - tutti quelli che lavorano sono proletari e non, come sembra, che sono proletari solo gli appartenenti ad un certo schieramento politico. E mi dite che senso ha parlare oggi di "salario"? È la retribuzione che si dà al lavoratore dipendente, qualunque dipendente: non solo a quello che è alla catena di montaggio. E allora, a che serve il distinguo tra stipendi e salari? Ma le parole hanno un valore incommensurabile, che va oltre il loro significato: se parlo di un proletario con un salario da fame, nella nostra mente apparirà un pover'uomo con le toppe ai pantaloni, otto figli e la moglie incinta. Se invece affermo che quello è un dipendente con uno stipendio da fame, la figura che si materializzerà davanti ai nostri occhi sarà quella di un uomo sicuramente più ricco del proletario di cui sopra: ma io ho detto esattamente la stessa cosa.
Direte: ma mica non ti senti di sinistra soltanto per delle parole, vero? No, non soltanto per quelle. Proprio perché sono - obtorto collo - "fuori casa" mi sento libera di sbirciare nelle case degli altri con maggiore distacco di chi, invece, ci vive dentro e ci si trova a proprio agio. E se in una casa, bianca, verde o gialla che sia, mi sembra di percepire qualcosa di positivo, voglio essere libera di dirlo, senza che - per questo - mi si salti alla gola solo perché la casa è quella del "vicino stronzo". Esempio banalissimo: proposta della Gelmini per il grembiule (o divisa che sia) alle elementari. Mi sta benissimo, cazzo! Sono stufa di vedere bambine/i tra i 6 e 10 anni che rompono le palle alle madri per i jeans griffati o per le scarpe con i catarifrangenti da 250 euro, "perché ce l'ha l'amichetta mia"! E chissene frega! W il grembiule! Per ricchi e poveri, lo stesso abbigliamento!
Non vi sembra una posizione da egualitarismo estremo? E non dovrebbe essere condivisa con favore dai propugnatori delle teorie di Marx? No, l'ha detto la Gelmini, ergo è una cazzata. Be', a me non importa: l'avesse detto pure razzinga, mi starebbe bene.
E veniamo ad un argomento molto, ma molto più serio. Al liceo, settemila anni fa, avevo un fidanzatino, Ariel, ebreo: potete immaginare come fossi guardata a vista dai miei compagni di scuola come me, all'epoca, politicamente a destra. Infiltrata, spia, traditrice, e chi più ne ha più ne metta. La parola del sommo, il Duce, le sue leggi razziali, secondo quei cretini, dopo oltre 40 anni non potevano essere messe in discussione, nemmeno da noi, nati parecchio oltre la fine della guerra: non mi andava allora, e figuratevi adesso! In Ariel vedevo solo un ragazzo, uguale a me. E la sua famiglia era - ai miei occhi - identica alla mia. Non capivo, mi sembrava ridicolo e inutile far entrare la politica (una politica vecchia di quasi mezzo secolo!), nella mia vita di allora: era oltretutto un modo per me inconcepibile di rinfocolare vecchi rancori nati in periodi che non avevamo vissuto! Niente di più stupido!
La Resistenza è stata sicuramente una delle più belle pagine della nostra storia e lo confermo: fossi vissuta all'epoca, mi sarei unita ai partigiani, magari a quelli di Giustizia e Libertà. Ma non per questo devo negare o non accettare l'esistenza di episodi bui verificatisi in quegli anni: la Storia è fatta da uomini, e tra essi ci sono gli eroi e i martiri, ma anche i deboli e i vigliacchi. Perché è un tabù - per la sinistra - la Resistenza? Perché è una sorta di religione laica? Non nominarne il nome invano. Non dubitare. Non mettere nulla in discussione. E mi viene imposto questo da chi fa della democrazia e della libertà il proprio credo? Scusate, ma non è da me. Cogito, ergo sum. E dubito, ergo sum. Nessuno ha mai detto confiteor, ergo sum. Forse qualche pretonzolo di campagna, ma non sono religiosa: e nessuna idea, per quanto elevata, può essere per me solo una fede, una confessione da accettare in toto, acriticamente.
Nella mia vita ho sempre avuto il coraggio delle mie idee, e per molte ho pagato sulla mia pelle. Dovevo dare un esame all'Università per il quale mi ero fatta un culo che non vi dico, anche perché mi mantenevo agli studi lavorando. Arrivo davanti alla Facoltà e la trovo occupata, con un paio di mutande rosse appese all'asta della bandiera sull'ingresso: chissenefrega, voglio entrare lo stesso. Spingo qua, spingo là e arrivo davanti al picchetto: ero carina, all'epoca, e avevo quasi convinto uno dei nerboruti picchettari a farmi entrare, quando un suo amico vede sbucare dai miei libri "Il Giornale" di Montanelli. Non Mein Kampf, ragazzi, Il Giornale! Ebbene, quegli eroici combattenti per libertà mi pestano come l'uva per l'inaudita provocazione! Ho la cicatrice di quattro punti ancora sotto l'occhio sinistro.
Per chiudere: mi piace questo posto, mi piace leggere e commentare i post degli altri. E mi piace che leggano e commentino i miei. Considero la rete, o meglio, questa combriccola di bloggers che, chissà per quali strani meccanismi, si forma quasi fosse una comitiva di amici del muretto, come un'agorà del pensiero: quando visito i blog che mi segnala il reader, mi fa piacere trovare tra i commentatori le stesse persone che poi vengono a commentare i miei, o che io commento. Sembra quasi ci si dia appuntamento. Ma che - per non perdere gli amici o i commentatori; o per perdere la posizione di privilegio nel blogroll di qualcuno - io debba rinunciare a dire la mia; o - peggio! - debba aver timore di esporre il mio pensiero, no, non fa per me. Io sono questa: politicamente una clochard. Senza casa, è vero, ma libera: ne sono orgogliosa.
E, nonostante tutto, felice.
62 commenti:
Bellismo questo articolo. Trovo difficile pure apporvi un commento,personale.Ma allo stesso tempo voglio farti capire che sono passato,l'ho letto e l'ho trovato bello e vero.
Da un lato mi sento come te,libero di poter spaziare dove mi piace e raccogliere ciò che ritengo giusto.Sia a dx e sx...ma con un distinguo; a sinistra non sono ancora riuscito ad apporre un mattoncino della "giusta cosa".Mentre a destra mi sento più a mio agio,anche in quella denominata estrema,della quale non condivido tutto però nella quale ho trovato molti punti a favore che si amalgamano bene con i miei ideali.Forse perché sono molto individualista.
Pensa nel '94 (ero un bimbominkia di 15-16 anni) ero anti-berlusconiano,ma solo perché era il presidente del milan.Della politica non mi fregava nulla.Nel '96 idem! Poi si matura e in qualche maniera ci si costruisce una "coscienza politica" e...nel 2001 votai Berlusconi in quanto lo ritenevo un baluardo vero da contrapporre alla sinistra. Idiota lo so:-D
Dopo il 2001 prese in me uno spirito puramente nazionalista...e fu il periodo in cui mi avvicinai alla destra.Destra estrema,che spaziava dall'Msi a Fn. Ma è durato un po'...nel tempo ho capito che molti punti che loro portano avanti erano distantissimi dalla mia realtà e piano piano me ne sono staccato pur sapendo,tutt'ora,che in molto altri punti siamo vicini.
Ed eccoci ai giorni nostri,nei quali è difficile girarsi...non mi vergogno a dire che nelle ultime elezioni ho votato Lega Nord e La Destra...per poi cpire di aver sbagliato,in quanto non hanno fatto un cazzo!
Mi ritengo un deluso,politicamente parlando. Un deluso che sta guardando con simpatia a delle persone che sembrerebbero oneste...Travaglio e Di Pietro...malgrado la mia linea non sia sempre vicino a quello che dicono.
Un bacione:-*
buon inizio settimana
ho letto con attenzione il tuo post e mi è piaciuto molto..... ritengo che per un giovane che si affaccia alla politica (oggi) sia molto molto dura perchè la politica non esiste piu', non esistono piu' ideali, non esistono piu' Politici con la P maiuscola che lo fanno per vocazione e non per interesse. Quando ti chiesi uno scambio link lo feci dopo aver letto molti tuoi articoli e mi erano piaciuti, molti commenti e mi erano piaciuti.......non c'entra sx o dx o altro.....sono importanti le idee....quindi da me sei sempre la benvenuta.....ciaoooooooooooooo
Per commentare a ragion veduta dovrei rileggere e purtroppo non ne ho il tempo.
Al volo sul grembiulino. Piuttosto che imporre il grembiulino, impariamo a educare i nostri figli: non troveremo molti grembiulini-alibi di fronte a noi
marina
Ciao Bastian, bel post davvero. Dalle mie parti sarai sempre ben accetta. Se mi permetti due considerazioni vorrei dire che la sinistra italiana è un mondo piuttosto variegato, avrai notato, dove convivono e spesso cozzano molte anime, dalle riformiste alle radicali, alle dure e pure legate anima e corpo al pensiero marxista-leninista: anche qui a volte ci si sente un po' fuori casa. Ma c'è un fatto, un collante di cui molti si scordano, quell'ideale di giustizia ed uguaglianza che fa escludere un sacco di cose e schiarisce le idee. Se credi nella giustizia, intesa come giustizia sociale, escludi il liberismo che di fatto di basa sulla disuguaglianza di classe. Se credi che siamo tutti uguali di fatto escludi tutto il mondo di destra, che si fonda sulla disuguaglianza tra gli uomini come credo. Per cui alla fine non è così complicato sapere da che parte stare. Poi magari si può condividere il grembiulino (io lo condivido per i tuoi stessi motivi) ma non basta a condividere tutto il resto.
Riguardo alle parole come proletario o salario o resistenza significa tenere bene a mente chi siamo, e quali sono le nostre radici. Oggi faccio l'impiegato e non ho figli (e di fratelli solo due), ma il mondo da cui provengo è fatto di fatica, miseria e pezze al culo (credimi, è la vita dei miei nonni e in parte dei miei genitori) e nel mio/nostro dna c'è quello. Per quanto riguarda la Resistenza dico che è un simbolo contro l'ingiustizia e la disuguaglianza, e va difeso a denti stretti. I partigiani ormai non c'entrano più, conta la loro lotta per la libertà. Non è una religione laica, ma metterla in discussione significa legittimare in qualche modo quello contro cui combattevano, e non mi sembra una cosa saggia (vedi gli ultimi episodi riguardo ai fasci).
Un caro saluto.
Cara bastian, concordo sul grembiule, e mi piace anche l'idea del maestro unico. Purtroppo temo che nella riforma della gelmini ci sia anche altro.
Per il resto mi ritengo ormai anche io un clochard.Tendenzialmente ho idee di sinistra, ma non mi sento rappresentato dai gruppi dirigenti di questa sinistra. E quindi vago. Senza casa. Anche io.
ciao bastian,
ottimo post e, come ho scritto nel tuo altro post, nulla di male nell'essere di destra (ragionevole, ovviamente, non ultradestra) se si ragiona con la propria testa. Certo un elettore di destra in Italia , se è onesto non vota, ma questo è un altro discorso!
Non condivido il grembiule , non per un motivo specifico, mi sembra una risoluzione inutile... e nemmeno la tua posizione sulla liberalizzazione delle droghe leggere. Ma di questo ho già ampiamente parlato in passato.
ciao!
cara la mia quaglia barbona,
sto facendo finta di lavorare.
leggerò con attenzione in serato e vedrò come bastinarti ahahahahahaha
con affetto
@3my78, grazie per l'attenzione che hai riservato al mio post.
Mio padre diceva che il momento "della stupidera" lo attraversiamo tutti: io, molto, ma molto prima di te. E tu (scusami, te lo dico spassionatamente, anche se lo hai già onestamente ammesso), sino all'altro ieri - le elezioni scorse - votando Lega e La Destra.
Anch'io ora guardo con simpatia Travaglio e Di Pietro, cui ho dato il voto nelle ultime consultazioni. Sabato sono andata a firmare a Piazza Navona, ma non credo sia l'ex pm la mia casa sicura: debbo anche approfondire una notizia - letta di recente - che mi ha parecchio spiazzato e l'affronterò in un post.
Credo comunque che siamo in molti, oggi, a trovarci - raminghi - a vagare in cerca di accoglienza, per quanto "diversi" di possa essere.
Restituisco il bacione.
Da una veloce lettura mi sorge una domanda: ma non è che ti stai creando troppi problemi da sola?
Non è che confondi la dialettica con gli attacchi personali? La persona di cui parli e non citi, sarà pure "incazzoso" ma non penso abbia, nelle critiche, le motivazioni che tu pensi. Cmq da me avrai sempre spazio, non bastonarti più mi toglierebbe una fonte di divertimento!!!
A presto quaglietta mia
@Bruno, grazie.
Sapere che ci si possa ritrovare a scambiare idee fra amici, a prescindere dalla collocazione politica o partitica, per scambiare idee in libertà e con libertà è una consolazione.
Ti abbraccio.
@Marina, è giusto quello che dici: impariamo (imparate...) ad educare i figli. La cugina di mio marito (43 anni), insegnante elementare in una scuola comunale, ne ha due. Il maschio (17 anni) gira con braghe che hanno il cavallo all'altezza delle rotule. La femmina (21 anni) si veste come la madre: calzoni a vita bassa, con le mutande (e il culo) che sbucano da sopra la cintura. Parlano entrambe un perfetto e greve romanesco de Trestevere, come la moglie der Monnezza.
Se fosse l'insegnante dei miei figli avrei scritto al Ministero per chiedere quali siano i criteri di scelta degli educatori. Di quante generazioni si deve tornare indietro per educare i figli?
Se la famiglia non riesce a farlo, ben venga - a mio parere - l'intervento della scuola.
XXX
bastian ,ti assicuro che non sei la sola clochard. Io e' da anni che mi rifiuto di allinearmi con qualsiasi ideologia. Detesto la destra e non potro' mai considerarmi parte di partiti che tutelano gli interessi dei "padroni" (parola odiosa e inesistente nel mondo anglosassone) e della Chiesa, e sono pure razzisti.
Per la sinistra nutro enorme diffidenza in quanto i nobili ideali di uguaglianza e liberta' in cui dicono di identificarsi sono stati sovente schiacciati dai loro leaders con risultati tragici.
Molti politici di sinistra dimostrano poi un nauseante opportunismo, venalita' e ipocrisia che li rende indistinguibili dai politici della destra.
Sono un libero pensatore e penso che non cambiero' mai. Mi congratulo con te per essere arivata alle stesse conclusioni.
XXX
@Rouge, caro, credo profondamente nella Giustizia:
e ci credo talmente tanto che la scrivo con l'iniziale maiuscola.
Sia in quella che dovrebbe essere dispensata nei Tribunali, che nella giustizia sociale.
Non sono una liberista, ma una liberale non conservatrice, il che è profondamente diverso. A cavallo dei due secoli scorsi (XIX e XX), dal Regno Unito prese le mosse una corrente deviata del liberalismo, il liberalismo sociale: forse sarei stata dei loro. Mi domandi se credo che siamo tutti uguali: bella domanda, ma non chiara. Siamo tutti uguali di fronte alla Legge? Sì. Dobbiamo avere tutti le stesse possibilità di affermazione, a prescindere dal sesso, dalla nazionalità, dal colore della pelle e dalle mille altre nostre diversità? Si. Se io mi faccio il culo e riesco ad affermarmi, a crearmi una posizione, e divento ricca che faccio schifo, e mi compro un'isola nell'oceano solo per me, divento per questo una bastarda capitalista fija de 'na mignotta? No! E l'isola è mia! L'ho guadagnata! E né lo Stato né altri hanno diritto d'interferenza (libertà, diritti e proprietà privata).
Le parole: ho tenuto separate le (banali) questioni delle espressioni "proletario" e "salario" - che comunque continuo a trovare anacronistiche e fuorvianti - dalla discussione sulla Resistenza.
Non mi è mai passato per la mente di mettere in discussione la Resistenza, tout court. Ma su alcuni episodi oscuri di essa, ho il diritto, inalienabile, e la libertà di dire la mia.
Non esiste nulla per me, Rouge, che vada "difeso a denti stretti" contro tutto e contro tutti, senza avere neppure la possibilità di considerare luci e ombre che sono proprie di ogni pezzo di storia. Dici che così facendo, in qualche modo, si legittimano i suoi avversari. Assolutamente no! Si dimostra, a mio avviso, ai suoi avversari che si è talmente leali, onesti e obiettivi che si ha anche il coraggio di ammettere qualche errore che - come una nuvola di passaggio - nulla toglie alla bellezza del cielo. E ti dico che i "rigurgiti fascisti" di questi tempi, sono proprio i figli di questa visione manichea: non si farà mai pacificazione continuando su questa strada.
Un abbraccio.
@Calamar, sono certa che nella proposta Gelmini possa esserci qualche inghippo: del grembiule abbiamo detto, e dirò anche del maestro unico. Com'è che siamo passati da 1 a 3 insegnanti? Ma, in mezzo, non c'è anche il 2? O c'erano troppi cui fare il regalo del posto fisso? Quello sì a scapito dell'educazione scolastica...
Anche tu, dunque, senza fissa dimora?
Be', allora ci si vede, noi barboni ostiensi,
sotto il Ponte della Scafa?
Un abbraccione.
@Prefe, grazie anche a te.
Un elettore di destra - oggi - ha finanche troppi schieramenti per cui votare!
Un ex elettore di destra, come me, non ha nessuno.
Sulla liberalizzazione delle droghe:
tu ci aggiungi il "leggere".
Io no. Quando ho iniziato a fumare, compravo le Gala: pura aria di montagna. In un crescendo rossiniano sono arrivata a fumare anche le Gauloise senza filtro, ma solo perché le fumava il prof. di tedesco per il quale avevo preso una scuffia...
Io sono convinta che anche quelle che tu definisci droghe leggere diano dipendenza: io, oltre alle Marlboro, ora non riuscirei ad andare. Ma un giovane, magari solo per dimostrare che è fico, potrebbe voler provare quel di più e restare fregato.
Ciao a te!
@Gap 1 e 2: intanto non hai resistito e, anziché in serato,
ti sei letto il post adesso...
E sì, sono famosissima per le mie pippe mentali! Ma comunque l'Innominato incazzoso, è incazzoso di brutto!
Quando ieri sera scrivevo, mi sentivo già le altre bacchettate sulle dita...
Ma mi sa che - come avevo previsto - arrivato alla terza riga ha vomitato pure le pastarelle della domenica. Meno male che ci sei tu, Gappino! Essere bastonata da te è la mia massima aspirazione! GRRRRR
Ti abbraccio.
@Joeeee! Amico mio!
Allora se mi cacciano da qui, posso venire sotto un ponte di legno in Canada a dormire? Come vedi siamo in molti liberi pensatori, laici, homelesses.
Super XXX
Tralascio (ma sono sottintesi) congratulazioni e applausi per il post perché sono certo che siano spesso più fastidiosi che gratificanti. Insomma niente "complimenti per la trasmissione".
In linea di massima, quindi quasi in toto, condivido le tue osservazioni sulla politica, sull'essere di sinistra o di destra e sul principio irrinunciabile dell'onestà intellettuale. Convengo, soprattutto, sul fatto che oggi distinguere fra proletari e lavoratori, fra salario e stipendio abbia poco senso. Mi/ti chiedo però, ad esempio, se dal novero dei lavoratori/proletari (visto che sono la stessa cosa) si possano separare i manager, piccoli o grandi che siano, il cui salario/stipendio/compenso comprende spesso le famigerate "stock option". Nessun dubbio che anche costoro siano lavoratori. Fatico però a definirli proletari. Anche se hanno figli etimologicamente significativi a carico. Anche se prestano la "...propria forza lavoro dietro compenso...". Difficile distinguere oggi, qualitativamente, chi è proletario e chi no. Certo è sempre possibile sceverare fra chi ha tutto e chi nulla. Ma non credo sia questa la differenza sostanziale. Altrimenti sarebbe necessario ulteriormente distinguere anche fra lavoratori/proletari poveri e meno poveri (sottoproletari?) e così indefinitamente e astrattamente precisando. Aggiungo en passant che ritengo, come te, inutile se non dannoso attardarsi con pretese definitorie prive di contenuto reale in riferimento a termini che, isolati dal contesto storico, nulla significano più del loro suono.
Dico, a proposito di “…una fede, una confessione da accettare criticamente…”, che è proprio questa la caratteristica fondante delle “fedi”: l’assenza di critica (non del dubbio). La fede non può mai essere sottoposta al vaglio del raziocinio, anche se Paparatzi a volte sembra intendere il contrario e scagli strali terribili contro i relativisti flammis acribus addictis. O, meglio, la ragione può investigare salvo poi arrendersi, con uno scarto del senso, accettando senza riserve la soluzione irrazionale, il mysterium fidei, quando nessuna risposta logica può proporsi all’ultimo interrogativo.
Qui entra in ballo un altro concetto: l’ideologia. Intesa come la capacità tutta umana (gli animali non la possiedono) di elaborare un progetto sociale e politico, sulla base di alcuni presupposti principii. Insomma l’ideologia appare a me l’unico strumento di cui l’uomo può servirsi per leggere la realtà “così com’è” (si tratta ovviamente di un’interpretazione e come tale da sottoporre a verifica critica) e di conseguenza elaborare un progetto per realizzarla “come dovrebbe essere”. Mi accorgo solo ora di aver tratteggiato in qualche modo la differenza sostanziale fra morale ed etica.
La prima naviga a vista legata al contesto storico, agli usi, costumi, tradizioni, estri del secolo. Variabile secondo le correnti di pensiero e azione dominanti. Ancorata saldamente ad alcuni principii razionali e ideali, svincolati da ogni topografia politica e storica, la seconda. Ovvio che in assenza di tale strumento, ogni scelta in materia sociale e politica , ogni valutazione di percorso, qualsiasi orientamento si faccia ondivago e assecondi, più che la sintesi, una superficiale e sempre mutevole analisi. Così è più che comprensibile che si fatichi a scegliere una posizione, sulla base dei miagolii di Uòlter, dei conati bossiani, dell’interventismo granitico del ministro La Rissa, o del tricotrapianto di Sua Antenna reale. E che, come 3my78, si cerchi, extrema ratio, la palingenesi in Travaglio o Di Pietro che stimo e ammiro.
Tuttavia la lente ideologica è, oggi più che mai, eticamente necessaria. Alla soluzione molto gettonata del non voto non dedico spazio perché la considero molto più perniciosa di una crocetta sul simbolo sbagliato perché significa fuggire non bene relicta parmula (trad. vergognosa). Ovviamente solo gli stupidi non cambiano mai opinione. Ma solo gli stupidi cambiano spesso idea.
Se ci limitiamo ad osservare singoli atti o il comportamento di singoli individui o di gruppi di individui, anche molto numerosi come le Nazioni o i popoli, per estrarre giudizi ed indicazioni di carattere generale (quelli in materia politica e sociale lo sono) commettiamo l’errore di buscar el levante por el poniente, ovvero scambiare l’etica con la morale, Marx con il marxismo, Cristo con il cristianesimo. E si finisce col credere che il comunismo sia Stalin, Pol Pot, Cesaucescu e i gulag e che (dio mi perdoni) l’ideologia cristiana sia la chiesa così come si è storicamente determinata. Ma allora se il comunismo sono i campi di detenzione siberiani, il capitalismo è certamente tutte le guerre, tutti i lager, tutta la shoah, tutti gli 11 settembre della storia. E tutti i gatti si fanno bigi. Se le cose stanno così non vedo speranza. Ma spero di sbagliarmi. Anche perchè ognuno di noi, dentro di sè intendo, è di destra o disinistra, anche se non lo sa. Ma è difficile prenderne coscienza. Se sono risultato oscuro perdonami. Ho fatto del mio meglio per fingere di non avere le ideologie confuse.
P. S. A proposito di grembiulini a scuola che “Mi sta benissimo, cazzzo” (ho rimediato al fatto che al senso complessivo della tua espressione mancasse una zeta rafforzativa): temo che continuerai a vedere molto presto …”bambine che rompono le palle alle madri…”. Solo che non lo faranno per i jeans griffati ma per grembiulini di seta cruda, altrettanto griffati, dotati di indicatori di direzione Swarovsky e catarifrangenti targati Prada. Ricchi e poveri, per ragioni, se mi capisci, ideologiche, non indosseranno mai lo stesso abbigliamento. Però hai ragione: “L’ha detto la Gelmini, ergo è una cazzata”. Certo, il rapporto fra la Gelmini e le cazzate sarà pure una coincidenza ma sono d’accordo con te. E’ facile. Basta astrarre dal contesto e una frase diventa il suo contrario. Ma se la interpreto ideologicamente so che non può essere così. E sono assolutamente, incrollabilmente, ideologicamente sicuro che se la Gelmini apre bocca, ne esce una cazzata. Non mi sbaglio, vero?
Ponti di legno in Canada ne abbiamo molto pochi e comunque a -40 gradi non penso che l'idea sia troppo buona.....
Metaforicamente pero' mi fa piacere condividere questo ponte con freethinkers come te.
Super XXX ricambiati calorosamente
P.S. Homeless non accetta il plurale (one homeless, two homeless).
Mi sono stampato il tuo post, me lo sono riletto e ho letto anche la tua confessione. Ed ho scelto di non commentare il tuo intervento. Per diversi motivi:
1) penso che oramai come la penso lo sai, e non voglio tediarti, te e quelli che hanno avuto la compiacenza di leggermi, con le solite cose.
2) molte cose le ha già dette l'amico Helios, in particolare l'aspetto ideologico, con il suo solito stile incomparabile.
3)perchè la tua è una onesta posizione di chi viene dall'altra sponda e non può accettare tutto (e subito) della nostra sponda
4) non ritengo utile mettermi a commentare ogni singolo paragrafo di ciò che scrivi, capiterà ancora di affrontare gli argomenti che hai messo sul piatto, come d'altronde abbiamo fatto finora.
5)hai fatto un post di 1.453 parole pari a 8.342 battute spazi compresi (non hai superato il mio record) una risposta dettagliata sarebbe ancora più lunga e non per "bastonarti" ma per approfondire.
6)mi permetto solo di intervenire ancora sulla questione "Resistenza". Oltre ai libri che ho segnalato ne cito un altro: Massimo Storchi "Il Sangue dei vincitori. Saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (Aliberti, pp. 286, Euro 16)
7) si puo essere homeless anche in casa propria, come descrivo nel mio ultimo post anche non usando questa parola.
Contrariamente a quanto detto mi sono dilungato come al solito
Un caro saluto
@Caro Helios, intanto grazie per i sottintesi applausi: sono vanerella, sai? come tutte le donne, e non li trovo mai fastidiosi, ma solo gratificanti.
E poi, venendo da te...
Quanto al distinguo lavoratori/manager (quelli da stock option, per intenderci) per fortuna abbiamo l'inglese che ci viene in soccorso, con il suo to manage, sennò - hai ragione - non avrei saputo come definirli.
Concordo con te sul discorso in ordine alla "fede", non speculabile razionalmente: o credi o non credi. Però un evento storico - e la Resistenza è per me un fatto storico - non è assimilabile a un dogma; dunque parliamo di ideologia. E mi va benissimo la definizione che ne dai: un insieme di princìpi, di ideali etici che si ritengono utili al fine di organizzare al meglio la società. Traduzione maccaronica, ma mi pare sia calzante.
Ma che c'entra questo con la Resistenza? Asseverato che non è un dogma, rimane un fatto storico basato su un'idea di massima (libera nos a malo, la dittatura), non su una ideologia. E come accadimento mi sento libera di criticarne zone d'ombra.
Apro parentesi. (Da qui in avanti mi sono tutta ingarbugliataaa!!! I miei gangli cerebrali sono un gomitolo di lana in bocca al gatto, ma farò del mio meglio...).
Occorre - per arrivare ai giorni nostri - impiegare la "lente ideologica" (mi piace, 'sta cosa!). Ma se le "ideologie" non mi si confanno, perché una mi sta larga di qua, e l'altra mi fa la grinza di là, preferisco non irregimentarmi, non essere inquadrata e coperta. Ben mi sta essere, dentro di me, un po' di destra e un po' di sinistra e, se uno come te deve spremersi per fingere di non avere le ideologie confuse, pensa una come me!
Non approfondisco sul discorso grembiulino, perché mi aspettavo la (scusa) facile ironia. Ma fa meno male a una bambina povera di 7 anni vedere la compagna di banco con un grembiulino Prada, simile al proprio, che non con i jeans di Valentino, clamorosamente dissimili ai propri marca Oviesse: fidati.
Ora, siccome mi hai fatto venire - come al solito - mal di testa, non capisco se, con il discorso della Gelmini, mi stai prendendo per i fondelli. Ma, capatosta che non sono altro, replico lo stesso: la Gelmini dirà anche un sacco di cazzate, ma questa volta, con la storia del grembiulino (e per soprammercato ci metto sopra anche il 5 in condotta) - dal mio punto di vista - no.
Fiiiuuuu!!!! Che fatica!
Non so se sei un insegnante di filosofia, di dialettica, di retorica o ne sei solo un cultore. Nel primo caso, partecipa ai tuoi allievi tutta la mia comprensione: l'è dura, eh?
Nel secondo caso, ch'aggia a fa'? Mi ti sono cercato, e 'mo mi ti tengo...
Ti auguro un'ottima serata.
(Cosa prepari di buono?)
@Joe, sikkome ke sono kretina, ho voluto fare la saputella e creare il plurale: se avessi semplicemente pensato a un senzatetto e due senzatetto, non avrei sbagliato!
Non ho valutato i -40°: no, me ne sto con Calamar Inchiostro Nero sotto il ponte della Scafa...
XXX
@Gap, hai dunque fatto il copia del mio prolisso post, e lo hai incollato in una pagina word per contare le parole e le battute! Dopo una sommaria assoluzione, mi citi un altro libro che dovrei leggere. Ho già una cinquantina di titoli, suggeriti da amici e non, ai quali dovrei por mano. Ma dato che non credo riuscirò a vivere sino a 317 anni e 6 mesi per seguire i vostri consigli disinteressati, e poiché lassù(*) qualcuno mi ama, guarda un po' come ti risolvo la nostra diatriba sulla Resistenza. Dato che sono certa che tu rimarrai sulla tua posizione (che fu solo tutto fulgido, solare, immacolato, adamantino, perfetto e - soprattutto - non discutibile), ti rifilo una citazione che faccio mia: "'Ci si può, io credo, ormai ritrovare, superando vecchie e laceranti divisioni nel riconoscimento del significato e del decisivo apporto della Resistenza, pur senza ignorare zone d'ombra, eccessi e aberrazioni".
Ti piace?
(*) "Lassù" è il Colle del Quirinale e le parole sono di quel destabilizzatore di Giorgio Napolitano (1): se anche lui - che l'ha vissuta - parla di "zone d'ombra, eccessi e aberrazioni", posso farlo anch'io. O no?
(1) Dal suo discorso d'insediamento il 15 maggio 2006. Un bacione e buona serata.
Nella scuola dove insegna mia moglie le uniformi possono solo essere comperate dalla compagnia che ha vinto l'appalto per l'anno scolastico (si cerca ovviamente il prezzo migliori per pari qualita'). Tutte le uniformi sono uguali e senza l'opzione degli abbellimenti. Il sistema funziona benissimo e tutti si adeguano. Come mai gli italiani hanno una mente cosi' complicata?
@Joe, scrivi una mail alla Gelmini!!!
XXX
Ciao Cartastraccia, il tuo post mi sembra bello e sensato. In verità credo che, ultimamente, in noi gente di sinistra tante rigidità non ci siano più. Se c'è una cosa di cui siamo veramente capaci è quella di macerarci in autocritiche che durano decenni. Tuttavia, forse, chi di noi, come tu gistamente sottolinei, è dentro un'ideale politico da sempre vive anche delle vecchie nostalgie legate ai racconti dei padri, dei vecchi depositari di memorie vissute e sofferte. Detto ciò, penso che sia chiaro a tutti che il buono non è tutto da una parte ed altre persone, con ideali diversi dai nostri possono a loro volta aver contribuito al bene della società.
Questo almeno è ciò che penso io, persona che aborra ogni moniliticità di pensiero.
Un abbraccio
Dato che sono certa che tu rimarrai sulla tua posizione (che fu solo tutto fulgido, solare, immacolato, adamantino, perfetto e - soprattutto - non discutibile)
Se mi dici dove l'ho scritto faccio il mea culpa pubblico!!
1) Che ci siano stati partigiani che abbiano tradito è un dato di fatto incontrovertibile.
3) Mai detto che la Resistenza va difesa acriticamente,
Queste son due brevi frasi estrapolate dalla mia risposta al tuo commento su Sant'Anna di Stazzema. Mai detto ciò che tu affermi, ho solo detto che occorre parlarne in maniera seria e storiografica e non con le storie di Pansa et similia che mirano a vendere libri e a confondere le acque.
Accetto tutto ma non che mi vengano messe in bocca cose che non ho detto.
Scusa, dimenticavo, buona cena e vengo dopo a leggere il tuo caustico commento al commento.
Io mi faccio una birrretta e tu?
@M. Cristina, grazie! Forse ci voleva la sensibilità di una donna come te (io sono da sempre un maschiaccio...) per centrare il problema: hai - unica - parlato di nostalgia. Di un sentimento.
E probabilmente il busillis è tutto lì: sono i sentimenti che, in questo caso, alzano i muri. Non le ideologie. E di fronte a loro, ai sentimenti, alzo le mani in segno di resa.
Un abbraccio più forte del solito.
@Gap 1: "...l'ora è tarda e i neuroni stanchi...". Non hai scritto quelle frasi (ma quella virgolettata sopra sì: mi sono riletta il tuo vecchio post su Sant'Anna e TUTTI i commenti!).
Debbo aver fatto un mix di mezze frasi (o sensazioni... sono sempre quella delle pippe mentali...) colte qui e là, e di avertele attribuite: faccio IO il mea culpa in pubblico. Della mia citazione che ne dici? Me ne posso appropriare? Posso farla mia senza essere più bacchettata?
Bueno. Sotterro l'ascia di guerra e fumo il calumet della pace: senza birra (non mi piace) e senza vino (mai in mezzo alla settimana).
Ora vado a mettermi sotto le pezzucce calde e ad arrovellarmi sul perché lui non s'è fatto vivo...
Buona notte, caro.
F.to: la tua quaglia preferita.
@Joe, me l'hai fatta venire in mente tu una frase che diceva spesso mio padre, che è la risposta più chiara alla tua domanda nel commento precedente. Papà diceva che l'unico ufficio pubblico che in Italia funziona a meraviglia è l'U.C.A.S.
Ufficio Complicazioni Affari Semplici...
XXX
Cara Bastian, ecco una voce dall'altra sponda. Ho letto con attenzione il tuo post (ed anche quello passato a cui hai fatto riferimento) ma ammetto che i neuroni si sono ingarbugliati anche a me con tutti i(tral'altro molto interessanti) commenti che ad un certo punto ho incominciato a glissare. Mi scuso dunque se ripeterò concetti espressi da altri.
Ma come saprai, io sono forse una delle poche veteromarxiste ancora in giro :D Non credo ai partiti e non mi identifico alla politica italiana, troppo stantìa per i miei gusti. Vivo in un paese in cui la destra e la sinistra storica non esistono e difatto le due posizioni parlamentari quasi si sovrappongono, e forse Joe è l'unico dei tuoi lettori che può capirmi appieno perché vive in un sistema simile.
Però. Sono una di quelli che non ebbe mai avuto dubbi nelle sue convinzioni politiche. Qui in Irlanda ho frequentato un facoltà che tradizionalmente è un ricettacolo di marxisti, :D, il quadrilatero di Psicologia, Sociologia, Filosofia e Scienze Politiche. Non a Milano, dove il mio docente di Sociologia era quell'imbecille di Alberoni che mi fece rigettare in toto tutto il concetto di analisi sociale. Qui, in un paese ex-anglosassone senza estremi politici che però ha mantenuto la coerenza della riflessione politica pura e dell'analisi storica concessa appunto dalla mancanza di partitismi.
Ho sempre vissuto immersa in ambienti politici di sinistra e 20 e passa anni fa mi presentai pure a delle amministrative con una lista derivata della defunta Democrazia Proletaria.
Sono antiproibizionista e filopalestinese e mi commuovo davanti ad una poesia di Pasolini.
Eccomi allo scoperto, ma forse sapevi già tutto, lettrice come sei del mio blog. Per par condicio nel mio blogroll gli amici virtuali sono in ordine alfabetico. Ma ammetto senza rossori che il tuo è uno dei miei link più cliccati.
Riveli la tua identità anagrafica, io arriverò alla tua età tra qualche anno e mi chiedo se avrò la tua saggezza ideologica in tutto questo marasma. La mia unica "soddisfazione": vedere che il sistema capitalistico che ho sempre abbrerrato si sta sgretolando sotto la sua stessa insostenibiità. Ma sono figlia di una generazione di contraddizioni, per cui nonostante i libri di Marx, di questo sistema ne sono parte integrante, con la mia casa di proprietà ed il lusso di acquistare cibi biologici.
E per vinire, dato che i figli si stanno pestando e devo andare a separarli, aggiungo che qui in tutte le scuole si indossano divise (uniforms), che tutti gli studenti devono acquistare nell'unico negozio indicato dalla scuola. Prezzo uguale per tutti. Vestiti uguali per tutti. Una legacy britannica che condivido in pieno e che non cambierei per la vanità degli scolari italiani contemporanei.
Ma qui mi fermo, il resto di me lo intuisci e non non ne faccio mistero. Continua a scrivere, io ti continuerò a leggere ed a postare i miei commenti a volte un poco rambling. In quella grande democrazia che spesso costituisce l'internet, in cui persone di tendenze leggermente opposte (ma in fondo crediamo tutti nella libertà di espressione) si ritrovano e discutono con grande gusto.
Ed il tuo caffé, come ti ho già detto in passato, è proprio buono.
Felice di dissentire, felice di essere d'accordo.
Un abbraccio.
U.C.A.S. Bellissima!!!!
XXX
@Martina, questa confessione che leggo solo ora, la immagino fatta - tu ed io vicine - parlando fitto fitto sul divano del nostro salotto virtuale, lontano da orecchie indiscrete: grazie, cara.
Rifletto su questa tua interessante considerazione: "(non hai mai avuto dubbi
sulle tue convinzioni politiche)... qui (in Irlanda, ndr), in un paese ex-anglosassone senza estremi politici che però ha mantenuto la coerenza della riflessione politica pura e dell'analisi storica concessa appunto dalla mancanza di partitismi...".
Ho spesso recriminato sulla sparizione dei partiti storici in Italia: bene o male, con qualche strappo, in qualcuno riuscivo ad identificarmi. Ora, con questo bipartitismo coatto, mi trovo spiazzata. Però... c'è un però. Forse - e dico forse - questa mia "riflessione politica pura" non l'avrei mai fatta se fossi riuscita ad essere parte di qualcosa: il senso critico si appiattisce entro schemi rigidi.
E allora dico bene! Le mie celluline grigie si sono rimesse in movimento e il cogitare, seppur doloroso, è positivo e tiene in allenamento: altro che brain training!
Piccoli appunti.
1) Anche il mo blogroll è in ordine alfabetico e ho costretto anche il reader a seguire questa democrazia, rinominando le url.
2) Scriverò io alla Gelmini raccomandando l'adozione del modello britannico del grembiule unico, uguale per tutti.
3) La chiosa sulla mia età, però, te la potevi risparmiare, cazzo!: magari a qualcuno poteva essere sfuggita! E ora, chi verrà più a dialogare con questa vecia, per quanto "ideologicamente saggia"...
Mubble... mubble... mi sta già crescendo la barba bianca!!!
Un bacio grosso grosso e al prossimo caffè!
Piccola nota leggera ;): io detesto i "grembiuli" all'italiana. Qui invece le uniformi sono pantaloni (o gonna) più pullover/cardigan con camicia o polo e cravatta per le superiori. Uguali per tutti gli studenti.
Pensa ad Harry Potter senza però i mantelli. Ecco.
Devo però aggiungere che il resto della riforma Gelmini è catastrofica.
PS: scusa per il riferimento età, comunque volevo dargli una nota positiva di saggezza! E spero pproprio che la barba non ti stia crescendo davvero... :D
Alla prossima
Innazitutto chiedo scusa se vengo a trovarti solo ora, ho avuto una tre giorni incasinatissima e sono andato a trovare solo alcuni amici bloggers e non tutti, solo ora leggo il tuo post e scopro che mi ero perso un bocconcino prelibato in termini di libero pensiero.
Il post non lo trovo nè bello nè brutto bensì tuo, ed è quello che più mi interessa.
Non sapevo del tuo vissuto formativo e politico, dopo averlo letto non posso che stimarti di più.
Io non sò a chi è indirizzato questo pezzo, ma credo dovrebbe sentirsi gratificato dal fatto che un suo comportamento abbia potuto darti la rabbia e l'orgoglio (mi si perdoni la pessima citazione) per stimolare un pezzo così sentito dove, mettendoti a nudo (solo metaforicamente parlando purtroppo)fai vedere che Persona sei, ci tengo a sottolineare la P maiuscola.
Se fosse indirizzato a me non ci penserei neanche un momento a cancellarti dalla lista dei blog da me consigliati, anzi, sarebbe un motivo in più per supportarti.
Non concordo con te su alcuni punti come quello del grembiulino(qua tutti consigliano libri ecc, posso consigliarti un bell'articolo nelle pagine della cultura odierne di Repubblica che ti porterà via solo 5 minuti?) ma, senza snocciolarle "gappianamente" una per una le contestazioni alle tue riflessioni, questo non mi impedisce di raccogliere le tue idee, discuterle, litigarci sopra e mandarci sonoramente anche affanculo, salvo poi ritrovarci uniti dalla reciproca stima che ci unisce.
Questo è quanto penso, con affetto come sempre.
il Russo
p.s. Chi è quello stronzo anarcoide attaccabriga che ha copiato dal mio blog la definizione di blog liberi ma liberi veramente?
Pensando alle uniformi e alle complicazioni tutte italiane che sono state presentate, mi sono ricordato di quando fui obbligato kicking and screaming a fare il militare, buttando via diciotto mesi della mia vita. Il primo giorno di questa leva maledetta ci diedero le uniformi e dopo tre giorni ci fecero sfilare nel cortile della caserma. Le alterazioni alle uniformi furono cosi' drastiche che pareva che questo gruppo di soldati appartenesse a cento nazioni diverse. Only in Italy!
@Russo, comincio dalla fine.
Quello stronzo anarcoide attaccabriga che ha sul suo blog la definizione di "blog liberi ma liberi veramente" sei solo tu: e questo post - né bello, né brutto (ma sei proprio stronzo, sai?) - è dedicato a te.
E sempre tu sei il lui (in italic), nonché Innominato Incazzoso. E sei anche quello che mi ha dato la rabbia e l'orgoglio (mai citazione mi fu più cara: e ora scorniamocci pure su questo... No, ho controllato: lo abbiamo già fatto e tu hai citato Terzani) di gridarti in faccia come ero, come sono e quello che penso. E ora che ho la tua parola, e testimoni!, che non mi cancellerai dal blogroll posso anche cestinare l'immagine .jpg della tua home che avevo salvato, e da cui si rilevava la mia presenza: mi avessi cassato, te l'avrei sbattuta in faccia!
Fìiiùùù!!! Che smaltita!
Ora che siamo tornati amici e possiamo anche mandarci affanculo (e vaiii!!), con grande scuorno di Gappino (ma sai se è in ritiro dai Trappisti?) si può tranquillamente riprendere la nostra web-relazione fatta di scazzi, urla, strepiti, fanculi e di affetto.
Un bacio molto - ma molto! - grande!
@Joe, pensa invece che mio padre, militare di carriera in Aeronautica (divisa blu), dopo aver lasciato il servizio ed essere andato in pensione,
ha continuato ad indossare solo abiti blu! Sembrava sempre in divisa! Il primo abito grigio scuro glielo feci comprare io quando credo avesse ormai superato da un pezzo i 75 anni!
Ma lui ci credeva...
XXX
Solo una cosa del tuo post m'ha fatto incazzare: che tu possa aver pensato, anche per un solo minuto, che avrei potuto cancellarti dai miei amici blogger, ci vuole ben di più cara mia per disfarti di me...
Un bacio con schiocco alla faccia di Gap, che rosicherà dalla gelosia per non avere campo libero con te manco stavolta!
Ma perchè mi tirate sempre in mezzo alle vostre diatribe. Io sono solo un povero ingenuo blogger che tenta di dire la sua in questo mondo fatto di incomprensione. Per la tua gioa, nemmeno i Trappisti mi hanno voluto!!!!
E dato che non posso più purificare la mia anima, ma annatevene affanculo tutti e due!!!!!
E non soddisfatto di avervici mandati insieme, vi tolgo dai miei link, non mi meritate!!!!!
gappino
@Russo, ho già sbirciato sotto...
E mo' so' ***zzi acidi per tutti e due: lo abbiamo fatto arrabbiare!!
XXX
Ah, ah, ah, lo adoro.
@Gap e Gappino, non so se sono arrivata a te tramite il Russo o viceversa. Rimane il fatto che ormai siamo uniti indissolubilmente, e che anche nei nostri momenti di blog-intimità non possiamo fare a meno di parlare di te! Un po' come compri uno e prendi tre; il Trio Lescano; oppure io, mammeta e tu!
Un super bacio!
P.S.: i Trappisti non ti hanno voluto??
E la mia cioccolata, allora?
Non si può proprio fare affidamento, su di te...
XXX
@Russo, pure io...
la cioccolata te la vai a comprà dai trappisti de Piazza Navona, luogo che conosci bene per le tue frequentazioni politiche degli ultimi tempi, o te la fai portà dal "caro Russo"!!! il reggi moccolo non l'ho mai fatto
gappato (gap incazzato)
E' un brontolone, ma mò gli passa, sta storia del triangolo proprio non gli và giù...
Ma a cosa si e' ridotto questo ménage à trois? Vogliatevi bene e fatevi un bel bacio voluttuoso....
stiamo dando una pessima idea di noi tre. forse è il caso di smetterla.
siamo tre persone serie, molto, che discutono dei destini del mondo.
gapperio (gap serio)
Complimentiper il bellissimo post... e una stretta di mano con stima pr la persona che se ne "ricava"...
Occhei, mò che si è mandato in vacca il tutto, su consiglio del saggio gap mi ritiro nei "miei appartamenti"...
@Russo, pure io... nei miei!
C'ho da postare.
@Kaishe, grazie!
Un abbraccio.
ma se c'avete appena appena un sotoscala, di che appartamenti parlate, illusi !!!!!
@anonimo del menga: sottoscala si scrive con due "t", 'gnurànt!
Ops, ho scoperto che l'anonimo non lo era poi tanto, corretto e cancellato!
la definizione di proletario è corretta. e questo significa che non importa se sei un operaio della Thyssen (vivo, naturalmente) o un pilota dell'Alitalia (a proposito, il commissario fantozzi era ministro con prodi, e la maggior parte degli investitori della CAI è di area prodiana, almeno storicamente), se tra le due cifre scritte nel totale il 27 ci sia magari uno 0 di differenza. fatto sta che quando la fabbrica, la ditta, il negozio, la banca o quel che è, decide di risparmiare, o fare investimenti, o diventare più snella (e quindi moderna, visto che tutti quelli moderni sono snelli? ah, l'antichità che ho addosso....) decide di lasciare a casa un po' di dipendenti.
il punto che tu sottolinei è però importante, ossia il fatto che la sinistra ha annacquato il concetto di proletario fornendogli una caratteristica romantica, da ultimo dei mohicani, e quindi ormai nel fatto di far parte del proletariato non ci crede più nessuno.
non parliamo poi del sindacato, che non ho sentito mai, negli ultimi vent'anni da che sono iscritto (cgil, più per inerzia che per altro direi) provare a fare non dico uno sciopero, ma almeno un'assemblea contemporaneamente agli scioperi di lavoratori di un altra nazione.
e così diamo un'altra mazzata al concetto che il proletariato è internazionale, come il capitale che lo produce.
perdendo di vista completamente l'analisi storica marxista, la sinistra è riuscita a far passare il concetto che la politica determini l'economia (e negli ultimi mesi non mi pare proprio), e così via un altro dei fondamentali del comunismo.
che rimane? che bisogna essere bravi con gli immigrati, perché so' fratelli annoi, con gli zingari, che hanno la loro cultura, con le piste ciclabili, che fanno tanto socialdemocratico del nord europa.
se gli togli anche i canti delle mondine, gli stormy six e la banda bassotti (il complesso, intendo) non gli rimane proprio niente.
@Ice, ti leggo solo adesso, scusa.
Non sono certa di aver capito bene: sei iscritto alla CGIL, va be',
"per inerzia" ... ma se leggessero quello che hai scritto qui... mmm...
Quindi, sei d'accordo con me che le "icone" della sinistra sono solo parole vuote, ormai prive di significato, se non per chi cammina, con i paraocchi, lungo "la retta via"?
Sono stanca, e forse ho frainteso...
Buona serata.
@Bastian: hai capito benissimo, si. potrei anche aggiungere che il miglior modo per far togliere dalla testa idee pericolose non è quello di incarcerare le persone, ma di modificare l'idea pericolosa. ed in questo il pci ha fatto un gran bel lavoro.
la cgil, si, per inerzia, ma anche perché credo ancora nelle organizzazioni di lavoratori (quindi, chiunque non possieda i mezzi di produzione del proprio sostentamento, alias proletari).
una delle peggiori cose fatte dal sindacato, e sbandierato come grande vittoria? l'automatica trattenuta dallo stipendio della quota associativa, ha completamente tranciato ogni rapporto tra il sindacalista ed il lavoratore, ed inoltre permette al mio datore di lavoro di tenere sotto controllo tutta l'organizzazione.
complimenti a loro, quindi!
un saluto
...mmm... ti ho inserito nel reader per tenerti d'occhio...
Mi piaccioni i "cani sciolti"! Senza offesa, ovviamente: lo sono anch'io...
Buona settimana.
Posta un commento