Il mio post precedente ha dato vita ad una articolata e confortante discussione: mi è sembrato si sia tutti d'accordo sul fatto che nessuno riesca veramente, con i fatti, ad opporsi a questo regime illiberale e corrotto; a gridar forte che vogliamo sapere le cose da una TV che ci illumini, e non la narcotizzante e soporifera informazione propinataci dai media. Ripensandoci, credo di essere stata ingiusta: o - almeno - omissiva.
Ci sono state, e sono sicura ci siano ancora, persone che combattono in nome della libertà e della democrazia, infischiandosene dei rischi personali e delle conseguenze, a volte deflagranti per la loro vita privata; persone che se ne fregano di quanto potente sia l'avversario da colpire e che vanno dritte per la loro strada. Penso sia giusto non dimenticarle, anche se i loro nomi non appariranno più in prima pagina.
Di Clementina Forleo e Luigi De Magistris non si sente più parlare e - probabilmente - sarà così per sempre: trasferiti entrambi (De Magistris anche condannato a non svolgere più le funzioni di PM), hanno combattuto per noi - novelli Davide contro potenti Golia, annidati anche tra gli amici, tra i colleghi della porta accanto - al fine di rendere più respirabile l'aria di questo sventurato paese. Hanno perso, e stanno pagando la sconfitta in prima persona, ma ci hanno lasciato un'eredità che non dobbiamo dilapidare: quella del coraggio delle proprie azioni e delle proprie idee.
Sul bellissimo blog "Uguale per tutti", sul quale scrive un pool di "esperti" di cose di Legge, è stato ospitato un articolo di Carlo Vulpio, giornalista del "Il Corriere della Sera", che ripercorre la vicenda dei due magistrati. È amaro, scorato, triste: trasmette quasi una sensazione di ineluttabile perdita anche della speranza. Ma non deve essere così: per loro, per Clementina e per Luigi, facciamo in modo di non perderla, la speranza, che è l'ultima luce che ci è rimasta. Suggerisco a tutti gli amici di leggerlo.
Sul bellissimo blog "Uguale per tutti", sul quale scrive un pool di "esperti" di cose di Legge, è stato ospitato un articolo di Carlo Vulpio, giornalista del "Il Corriere della Sera", che ripercorre la vicenda dei due magistrati. È amaro, scorato, triste: trasmette quasi una sensazione di ineluttabile perdita anche della speranza. Ma non deve essere così: per loro, per Clementina e per Luigi, facciamo in modo di non perderla, la speranza, che è l'ultima luce che ci è rimasta. Suggerisco a tutti gli amici di leggerlo.
32 commenti:
Ciao
non so se abbia notato e letto sul mio blog la lettera che ho scritto al Vescovo di Vicenza sul caso del prete pedofilo, cosi come ne avevamo discusso insieme.
Grazie a te per esserti preoccupata per il movimento E adesso ammazzateci tutti, ma sarebbe importante non solo, ove potessi e volessi, che la notizia fosse presente non solo in questo blog ma che girasse tra tutti quelli dove è possibile far arrivare la notizia, riportata sempre sul mio blog, ma anche quella postata immediatamente dopo, sul Testimone di giustizia pino masciari privato della scorta da mantovano.
@Indiano, se non avessi già postato, lo farei oggi stesso: preparo qualcosa per domani. A chi ci legge, comunque, lascio il link del sito "E adesso arrestateci tutti" per far sapere di cosa stiamo parlando...
Ciao.
Per non farti sentire la mia mancanza ti scrivo anche oggi.
Mi riallaccio alla risposta che hai dato al Russo nel precedente post.
Io sono figlio di commerciante ambulante, quinto figlio, figurati se non sono e non mi sento parte del popolo. Ma c'è una certa parte di popolo che si trasforma in popolino, bue, pecora, capra, gallina scegli tu come offendere gli animali. Sono quelli che credono che gli asini volano e che il nanomalefico li faccia diventare ricchi come lui. Quel popolino a cui non frega nulla della Forleo, di De Magistris e che si è dimenticata di Falcone e Borsellino e che non si è sollevata, a Comiso, quando un sindaco decide di cancellare il nome di Pio La Torre, che ha dato la vita per la dignità dei siciliani. Non contento di ciò ridà all'aereoporto il nome di un genrale fascista che ha usato "armi di distruzione di massa" in Africa. Popolino che inneggiava a Borrelli, di Pietro, Colombo ecc. come novelli salvatori della Patria e che hanno votato poi per lo psiconano che come sport ha insolentire la magistratura e che dà la solidarietà a qualsiasi politico toccato anche marginalmente dalla giustizia per crearsi un alibi. Questo popolino che non capisce, si questo è un difetto della sinistra il pensare che ha sempre ragione, che pensa solo a se stesso e se ne stracatafotte, come direbbe Camilleri/Montalbano, del prossimo. Che va in chiesa a pregare e poi bastona il primo nero che gli capita a tiro. So benissimo che queste cose le sai, e spero molte le condividerai, ma non potevo fare a meno di dirle.
un saluto
Vado a leggerlo ...
Mamma mia ... Ecco cosa succede quando la politica diventa casta.
Dato che alcune indagini riguardarono l'opposizione, è probabile che ci sia stato uno scambio di favori sui casi Forleo De Magistris ...
La nostra politica è marcia ..
hai fatto molto bene a ricordarli.
Hanno avuto il coraggio di andare in battaglia e l'hanno persa... e noi con loro. Purtroppo, spesso la fionda non basta :(
un abbraccio e un buon fine settimana
Proprio vero, noi abbiamo perso e LUI e i suoi scagnozzi hanno vinto.
XXX
@Gap caro (o vuoi che ti chiami Rasoio?): per abitudine, prima di leggere i commenti che gli amici (forse)
mi hanno lasciato, vado a leggermi quello che loro hanno scritto.
Dunque, comprendo meglio - dopo il tuo toccante, intimista, ma anche rabbioso post - il tono affilato e tagliente delle considerazioni che hai fatto qui, cui però mi sento di replicare. Già un'altra volta hai accennato alla tua famiglia, e aggiungi ora altri tasselli al puzzle: 4 fratelli che, da universitari, hanno vissuto il '68 e che ti riportavano notizie;
il papà commerciante ambulante;
e lo zio, comunista, che ti ha regalato quel libro, datato 1949, ed edito da Rinascita.
Forse la tua famiglia ha attaversato difficoltà (economiche), quand'eri piccolo, non lo so.
La mia, fortunatamente, no. Mio padre era un militare di carriera in aeronautica. Mia madre, casalinga, badava a me a a mio fratello, che ha 1 anno meno di me. Della mamma, morta a 46 anni un incidente stradale quando io ne avevo 17 (pessima età per una ragazzina per avere un buon rapporto con la mamma!), ricordo poco, se non che era bellissima.
La professione di mio padre ci ha portato lontano da tutte le nostre radici: un fratello di papà era a Trieste e una cugina della mamma a Genova. Mio padre, dopo la morte della mamma, non aveva molto tempo per noi figli, tanto più che, dopo 4 anni si è risposato e si è trasferito definitivamente a Trieste.
Sia io che mio fratello siamo cresciuti, in un certo qual modo, da soli: senza che nessuno ci mettesse in mano un libro del 1949 per farci pensare e ragionare. Senza che nessuno confrontasse con noi le proprie idee.
Se non d'altro, la tua famiglia era ricca di persone, di idee e di parole.
Se nel mio non troppo lontano periodo da "dubito, ergo sum", che ha determinato il mio salto della quaglia non avessi avuto la fortuna di confrontarmi con persone tolleranti, dalla mente tanto libera ed aperta da farmi da "maieuta", da "educatore", come ha fatto tuo zio con te, forse sarei ancora... di là.
Non credo che verso tutti i nemici sia utile o proficuo essere "affilato e tagliente": magari sono finti "nemici", semplicemente inconsapevoli di essere amici in pectore.
Solo per questo motivo mi ha turbato (?) l'espressione "popolo bue" de Il Russo.
Forse perché è stato un po' un rivedersi allo specchio non del tutto piacevole.
Sicuramente perché, se all'epoca mi avessero dato del "bue, pecora, capra o gallina", umiliandomi, e non insegnandomi o aprendomi gli occhi, mi sarei richiusa a riccio (o a gallina...), archiviando, ahimè, la pratica.
Lo dici tu stesso, e t'incazzi:
"... sì questo è un difetto della sinistra il pensare che ha sempre ragione... .
E allora, caro Gap, aiuta anche altri (che magari sono com'ero io "tra quei che son sospesi") a capire: come ha fatto con te tuo zio. Che ha usato un libro, e non l'affilata lama di un rasoio.
Se me lo permetti ancora, ti abbraccio.
@Pape Satàn: dalla perfetta disamina che ne fa Vulpio, mi sembra sia proprio così. La frase virgolettata relativa ai "complici e non semplici tifosi", credo sia riferita ai vari Fassino, D'Alema, LaTorre...
Il solito do ut des italico.
Un'altra info: mi sono accorta che - in calce al post - appaiono i link all'articolo, compreso il mio. Del che sono felicissima: non certo per la visibilità del mio blog casereccio, ma perché è la prova che la memoria gira...
Un abbraccione.
@Riccardo: no, la fionda non sempre basta. Ma a volte sì...
Inguaribile ottimista!
Buon fine settimana a te, caro amico.
@Joe! Hai scritto NOI!
Sai perché ne sono felice?
Perché ti sento più vicino e so che anche tu - da laggiù - condividi le nostre disgrazie...
E oggi, ne meriti ben 5! E in bold!
XXXXX
"Il coraggio delle proprie azioni e delle proprie idee" spero che la Forleo lo abbia davvero per spiegarci cosa vuol dire verità.
Sugli altri argomenti trattati anche nei commenti approfondirò ... adesso devo fare uscire i figli! :-)
@Max, non sapevo nulla della questione sollevata dal tuo post su Clementina Forleo.
Se qualcuno ne sa di più, ci può illuminare, please?
Grazie, Max...
resistere, resistere, resistere.
Per me quelle parole sono più attuali che mai!
Io vedo ormai l'Italia come un film dell'orrore in cui pero' i cattivi vincono sempre. Non esiste il glorioso finale in cui i buonisono vendicati e i cattivipuniti. Non so come si possa vivere in un paese senza giustizia e senza un minimo di onesta'.
Carissima amica,
è un piacere averti conosciuto, dialogare con te, anche nelle piccole diversità che abbiamo. Confrontarsi con quelli che ci danno sempre ragione è frustrante e quasi inutile.
E' chiaro che non mi rivolgevo e te, e non perchè hai fatto il "salto della quaglia", riconosco che anche nel campo avverso ci sono persone con cui si può parlare e forse sono quelli che non fanno parte del popolo "animale".
E' chiaro che le esperienze familiari ci segnino per il resto della vita, ma uscire dagli schemi che ci sono stati imposti è un nostro diritto e dovere. Non fosse altro che per rispetto alla nostra intelligenza. Popolo bue, è una dura offesa, ma come vuoi chiamare quelli che credono alle favole raccontate dai politici, ingenui? No, mi dispiace, non posso pensare che quelli che inneggiavano al Di Pietro magistrato (e se hai letto qualche post "antico" sai cosa penso di lui) e votano ora Berlusconi e i suoi lacchè lo facciano con convinzione. Mi ricordano le adunate oceaniche del Duce, tutti li ad applaudire per l'entrata in guerra senza rendersi conto della tragedia a cui andavano incontro. So per certo che se anche fossi rimasta sull'altra sponda, non avresti fatto parte delle adunate oceaniche come non hai visto nel nanomalefico, il salvatore della patria unto dal Signore. E' la mortificazione del proprio intelleto che rende il popolo bue, e non dirmi che non vedi una enorme quantità di "popolo bue" in questi tempi. Se non ti piace il termine cambiamolo, ma non è cambiando l'aggettivo che il popolo si evolve, è cambiando le idee e lo stato delle cose.
Sai, essere tagliente a volte è necessario, spesso il dialogo pacato non basta. Non è semplificando la cultura o la politica che la si rende accessibile, se non c'è la volontà di chi ti ascolta, semplificare può causare anche più danni. Hai visitato il blog di Helios, lui ha scelto la strada dei pochi post, ben scritti, pieni di citazioni che spesso per capirli a fondo ci si deve armare di enciclopedia (io dopo venti anni mi sono abituato a lui, al suo parlare e al suo scrivere che sono un piacere), lui si è assunto (inconsapevolmente) il compito di educare nel senso gramsciano. Io mi limito a divulgare quel poco che so. Pensi che oltre a noi che ormai ci conosciamo e ci leggiamo, un "bue" perderebbe tempo per approfondire i nostri discorsi? Credo di no.
Essere abbracciati da te è comunque un piacere, tuo Gap
@Il Russo: ormai sono diventata una pellaccia!
Ma ti sei reso conto di cosa hai scatenato con il tuo "popolo bue"??
Un abbraccio.
@Joe, lo facciamo un sequel all'americana in cui i buoni vincono e cattivi vanno in prigione?
Non conosci nessuno a Hollywood?
Ti proporrei per la parte del novello Catone il Censore in esilio...
Un beso.
Accetterei pure, ma a cosa puo' sevire un Catone il Censore in esilio? Il buon Marco Porcio disse: I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori.
Nulla e' cambiato!
XXXX
La tagliente e affilata Bastian Cuntrari ha rasoiato ben bene nel blog del Russo un vero esponente del popolo bue.
Ora vado a leggere l'eventuale risposta.
@Gap, caro amico,
che bella risposta scalda-cuore
e quante nuove "provocazioni"!
Vedo tanto "popolo bue" di questi tempi?
Vedo tanta gente che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena;
vedo moltiplicarsi i cartelli "vendesi appartamento" per le strade, e penso che dietro a molti di essi si consumi un dramma da "mutuo a tasso variabile"; vedo artigiani abbassare la serranda e chiudere la propria micro-attività (il sarto davanti a casa mia, ad esempio, berlusconiano viscerale) perché non sono in grado di star dietro al meccanismo perverso degli "studi di settore"...
L'ultimo giorno della sua trentennale attività, sono passata a trovarlo: aveva le lacrime agli occhi mentre riponeva le forbicione e i gessi quadrati e i rocchetti di filo.
Avrei voluto scuoterlo con qualche punzecchiatura (lo facevo sempre, e ci si divertiva tutti e due, con quelle schermaglie...); avrei voluto dirgli:
"Ma come, non aspetta il miracolo? È qui, dietro l'angolo! LUI ci sta lavorando!"
Ma non me la sono sentita: mi ha fatto tenerezza e siamo andati al bar.
"Ah Ni', du' cappucci e du' maritozzi co' la panna!!
"Ma come, Sor Filippo" gli dico "non avete il diabete?"
"Cocca, oggi si me pija 'n corpo (coccolone, ndr) e vado 'n coma diabbetico, me faccio 'na grazzia da solo!"
Debbo diventare più dura, più tagliente? Imparerò... Ma non col Sor Filippo e con la sua piccola grande tragedia. Ti mando, dato che siamo diventati amici per la pelle, un bacione.
E mi vado a leggere i tuoi "antichi" post su Di Pietro ... non li ho letti ancora... sorry...
saranno all'interno di una colonna in cemento armato...
@Joe, davvero, bella citazione: nihil novi...
@Gap,
mi hai beccato dal Russo, eh?
Ma quello è proprio un prete scopacchione travestito da blogger!
XXX
@Prefe,
oggi sono mentalmente "tarda": chi sarà in una colonna di cemento armato?
Sono ottimista, non credo sia finita...
Anzi, sono un irrimediabile romantico e spero sempre in un nuovo "CHE"...
Porca miseria, mi distraggo un attimo, e vedi che ti combina Bastian! Hai fatto una strage di commenti, ed intavolato questioni importanti sul serio.
Complimenti, punto e basta.
Wil
@Bleek, anch'io sono un'incurabile romantica e ottimista, ma ho paura che il tuo Che debba ancora nascere perché, nel vivaio che abbiamo a disposizione, io non vedo proprio nessuno...
L'importanza di chiamarsi Ernesto non è solo questione di nome...
Bacio.
@Wil,
mai perdere d'occhio gli amici...
Così impari, e mi metti nel tuo reader!
Ciao.
Senti....
come mi vedi come Che?
;)
@Bleek, caro, leggo solo ora!
Ti vedo bene come Che, come Rett Butler (Via col vento), come Gil Grissom (CSI), come Zorro, come Ivanoe, come Fracchia o Fantozzi, e pure come la sora Cecioni...
Quando ero piccola c'era una mia cugina di un antipatico, che te lo raccomando: però era proprio carina, e di lei sentivo spesso dire che - se anche si fosse messa uno scolapasta sulla testa - sarebbe stata sempre bella... ed era vero!
GRRRR!
Be', tu per me sei un po' come lei... sarà che ho un debole...
P.S.: ma lo scolapasta no, però...
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