sabato 8 marzo 2008

8 marzo con dedica

Mia madre era bellissima: in questa foto poteva avere 20 o 25 anni. Certo, non la ricordo così. Dopo due figli e quasi il doppio dell'età, si era "arrotondata", era cicciottella, come diceva lei. Ma il suo sorriso era rimasto lo stesso. Entrambi i suoi genitori erano operai all'Ansaldo di Genova. L'hanno fatta studiare con sacrificio, e lei ha conseguito un diploma di segretaria. Non conosco bene lo svolgersi degli eventi tra il suo diploma e l'incontro con mio padre. È un grande cruccio, questo: il non avere più "radici" cui far riferimento per ricostruire il proprio passato. Forse per un po' ha lavorato. Si è sposata a 28 anni: dopo un anno sono arrivata io, e l'anno successivo mio fratello. Il nostro nucleo familiare ha seguito i trasferimenti del papà, militare, per mezza Italia: da La Spezia a Catania, da Milano a Roma.
La mamma, da allora, ha fatto la casalinga. Cucinava due volte al giorno, faceva il bucato a mano, puliva la casa, ci seguiva nei compiti: non aveva la "colf", come si dice oggi, non aveva vicino sua madre o sua suocera, cognate o sorelle presso cui parcheggiare noi figli. Non aveva la lavatrice o la lavastoviglie.
Noi eravamo il suo mondo.
Non c'era l'8 marzo, allora. Non si parlava di emancipazione della donna. La mamma non ha mai partecipato a occupazioni di edifici scolastici, a manifestazioni di protesta, a comizi politici, come ho fatto io. Faceva "la mamma". E basta. L'unica deroga, una sorta di permesso non retribuito, alle sue "mansioni" era la domenica: il papà comprava la pasta al forno e il pollo arrosto con le patate in rosticceria. Così la mamma non doveva cucinare. E poi il suo tran-tran, il lunedì, ricominciava.
È stata felice, la mamma? Le è mancata l'autoaffermazione? (che razza di parola! lei non l'avrebbe usata...). Le siamo bastati noi, marito e figli, per riempire le sue giornate? per coricarsi la sera e dirsi: "Sì, sono felice: la mia vita mi soddisfa"? Non lo so e, purtroppo, non ho più modo di saperlo. Ma oggi, 8 marzo, dopo aver navigato un po' per il web, dopo aver scansionato la sua foto, e dopo questo post, voglio pensare che sia stata felice.
E anche se - purtroppo, per ragioni anagrafiche - non ne saranno rimaste molte di mamme come la mia, voglio dedicare a loro questa Festa della Donna. A loro che sono state "soltanto" mamme e mogli. A loro, per le quali "impegno politico", cioè fare qualcosa per la polis, significava allevare bene i figli, amare e rispettare il proprio marito, e accudire la casa. Dedico alle "mamme" che sono ancora tra noi questo post di nostalgia, e a quelle che ci hanno lasciato, ovunque siano, dedico il profumo dell'albero di mimosa che vedo dalla mia finestra, sperando possano sentirlo.

7 commenti:

Massimiliano ha detto...

Con un giorno di ritardo: viva tutte le mamme, ma soprattutto viva tutte le donne!

Bastian Cuntrari ha detto...

Grazie, Max: sì, viva tutte le donne!

M.Cristina ha detto...

Che bello questo post!!! E la tua mamma era veramente bellissima. Io non so se le nostre mamme siano state felici, felici secondo i nostri attuali parametri intendo. Credo che i loro sentimenti e le loro aspettative siano state più o meno simili alle nostre ma avevano un capacità di adattamento più alta. Ma come ho scoperto recentemente attraverso le parole di una mia zia ognuna di loro aveva un sogno: chi voleva cantare, chi voleva fare la crocerossina, chi l'attrice o la scrittrice e tutte hanno tentanto e combattutto per riuscirci. Ma era un epoca molto più costrittiva ed alla fine molte di loro si sono arrese, ma lo spirito era rimasto e quelle energie le hanno veicolate in altro. Hanno fatto le mamme e forse sono state felici, comunque. Mi piace credere che sia andata così, almeno in parte. Fosse solo per questo meritano tutto il nostro amore e la nostra riconoscenza.

Bastian Cuntrari ha detto...

Ciao Cristina, e grazie. È successa una cosa strana mentre scorrevo la risposta: l'ultimo capoverso ("Ma era un'epoca molto più costrittiva..."), l'ho letto male e il risultato è stato "era un'epoca molto più costruttiva...". Incredibile, ma sembrava funzionasse lo stesso. Sì, era un'epoca "costrittiva", ma c'era anche da costruire, visto che non si era poi tanto lontani dalla fine della guerra. Chissà che non abbiano scelto scientemente di rimboccarsi le maniche, piuttosto che rincorrere altre chimere o sogni nel cassetto.
Fosse così, dovremmo gioirne, perché sono state quello che volevano essere: splendide mamme senza età che lasciano il segno.

marina ha detto...

Il tuo post è bellissimo e mi ha ommossa! Io so qualche cosa di più della mia mamma che ha condotto una vita casa-e-famiglia come la tua. Aveva una straordinaria creatività, sarebbe potuta diventare stilista di moda, o designer o qualunque altra cosa.
Invece cuciva per noi figlie, ricamava, faceva divani, cappelli, ecc
anche se so che la sua vita non è stata felice penso che mentre creava un maglione jaquard per mia sorella, una maglietta ricamata per me, le lenzuola e le tovaglie per i nostri corredi, era felici
grazie di questo post così intimo
ciao marina

Bastian Cuntrari ha detto...

Che bello, Marina! La tua risposta mi ha fatto ricordare un'altra cosa, di mia madre: cuciva anche lei e aveva fatto anche un corso! In un rapido flashback, ho rivisto, con gli occhi della memoria, un abito creato per una mia bambola, grigio perla con grandi fiori bianchi, e la gonna a palloncino; e ho ricordato la mamma che mi insegnava ad attaccare i bottoni e che, inutilmente, mi spiegava "tutti i segreti dei modelli di carta". Grazie per l'inconsapevole sollecitazione mnemonica...
Ti abbraccio.

Andrea ha detto...

bel post e bei commenti :)

auguri in ritardo a tutte (tranne a mssi :P )