martedì 23 aprile 2013

Dedicato a quelli che
la sinistra...

Leggo in questi giorni i tanti post che il mio Reader mi segnala: e il mio Reader, stranamente per il mio passato politico, è molto tinto di rosso. Il che mi fa piacere perché - per quanto le mie origini non affondino in quel mondo - con il passare degli anni le idee di una volta si sono via via modificate, tanto da trovarmi, a volte, in sintonia con chi invece ha nell'anima, nel cuore e nel proprio vissuto, quell'ideale politico.

E quello che leggo mi riempie di dolore: perché "sento" il loro dolore e percepisco un grande disincanto. Mi sembra di vederli, gli amici blogger (qui, in ordine alfabetico così come me li propone Reader: Alberto, Cristiana, Dum, @enio, Ernest, Gap, Silvano, Zio Scriba...) digitare sulla tastiera, con il nodo alla gola, lo scoramento che in questi giorni li attanaglia. Vorrei poter dire che li capisco, ma non sarebbe la verità. Potrei mai dire io - che genitore non sono - ad un padre o una madre che hanno perso un figlio "Ti capisco"? No, sarebbe un'ipocrisia.

Posso solo "immaginarlo" il loro scoramento e provare "simpatia": da συμπάθεια, nel senso di "patire insieme" perché stanno soffrendo, perché stanno male. C'è chi - tra di loro - ha trascorso gran parte della propria vita lavorativa all'interno di realtà che, di quell'ideale, era l'alfiere e il megafono. E ora si ritrova con un'idea che non è più quella primigenia, che è "altro", nonostante si picchi di trarre - da lì - le origini.

Il sentimento che, credo, oggi stiano provando i miei amici blogger è quello di una forte "nostalgia" - νόστος (ritorno) e άλγος (dolore) - quel rimpianto dolce-amaro di cose passate che si vorrebbe ritornassero, ma che si è consci non possano rivivere. E c'è rabbia. Rabbia per la prospettiva che si sta materializzando all'orizzonte. Neanche a me piace, ma è purtroppo necessaria. Ed è l'unica possibile in questo momento di emergenza nazionale. Perché di questo si tratta.

Ma ho forse trovato parole che potrebbero render loro meno doloroso bere l'amaro calice della "convergenza" (mi rifiuto di chiamarlo "inciucio") e che riporto:
"... nessuno dei nostri critici e obiettori ha saputo e sa indicare un’altra prospettiva valida, capace di far uscire l’Italia dalla crisi in cui è stata gettata dalla politica di divisione delle forze democratiche e popolari, di avviare a soluzione gli immani e laceranti problemi economici, sociali e civili...". E ancora: "... ecco perché noi parliamo non di una «alternativa di sinistra» ma di una «alternativa democratica» e cioè della prospettiva politica di una collaborazione e di una intesa delle forze popolari di ispirazione comunista e socialista con le forze popolari di ispirazione cattolica, oltre che con formazioni di altro orientamento democratico".

Sono parole del più grande esponente di quella sinistra di cui si ha tanta nostalgia e indubbiamente di uno dei politici più illuminati, lucidi e pragmatici della storia politica italiana, Enrico Berlinguer, che affidò quest'analisi - che sembra fotografare la situazione attuale - alle colonne di "Rinascita" del 12 ottobre 1973.

Cari amici, immaginate ve le stia dicendo lui queste parole sagge, per l'oggi che ci aspetta: forse sembrerà meno buio. Con l'affetto di sempre.
B.C. 

12 commenti:

Dumdumderum ha detto...

Applicato a leader coi gingilletti, come Berlinguer e Moro, questo concetto si esprime con la parola "convergenza". E faceva davvero paura, visto che Moro fece una brutta fine, che avrebbe fatto anche Berlinguer se non ci avesse pensato la natura. Applicato all'accozzaglia di personaggi di cui disponiamo al giorno d'oggi... no, "inciucio", purtroppo, è la definizione migliore. Berlinguer e Moro insieme avrebbero condotto l'Italia a essere (forse: ipotesi del tutto accademica) per davvero una delle più grandi potenze economiche del mondo, e non avrebbero massacrato la cittadinanza per ottenere questo scopo. Al momento attuale lì in quel mucchio selvaggio non abbiamo nessuno del calibro di Berlinguer o di Moro.

il monticiano ha detto...

Stiamo patendo tutti per una situazione che non vede alcuno sbocco positivo.
Persone d'oro come Berlinguer, Mafai, Pertini, Petroselli non se ne sono viste più. Ahimé.
Un caro saluto,
aldo.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Dum, è vero, nessuno può lontanamente paragonarsi ai politici del tempo che fu. Ma la situazione, oggi, è quella che descriveva Berlinguer: abbiamo "...immani e laceranti problemi economici, sociali e civili..." da risolvere.

E purtroppo dobbiamo affrontarli con quel che passa il convento, ci piaccia o meno. Io personalmente alternative non ne vedo.

Un salutone.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Monty, ma piangere (e rimpiangere) non serve a nulla! Per questo motivo parlo di Berlinguer anche come di un eccellente pragmatico: dato un problema, trovare la soluzione.
E, per quanto possa essere disgustosa, in assenza di "...un’altra prospettiva valida..." (tranne il ritorno alle urne, ovviamente), non vedo vie d'uscita.
Ti abbraccio.

Unknown ha detto...

Mia cara, hai centrato in pieno lo scoramento che mi pervade in questi giorni, anche perchè, in tempi di cambiamenti e in cui si intravede uno spiraglio, tutto crolla e ci si ritrova al punto di prima, per non dire peggio di prima.
Mi chiedo perchè non giri mai la ruota verso un minimo di giustizia, di equità e di onestà, di speranza.
L'unica risposta che riesco a darmi,
purtroppo, è che il mondo è marcio, l'umanità, come dice mio marito, è il cancro della natura.
Cristiana

Alberto ha detto...

Grazie molte per il pensiero, ma quando Berlinguer scrisse quello che hai riportato erano altri tempi e un'altra Italia, poi arrivò il cainano e ci ritroviamo adesso sulle macerie che ha generato e ancora lui vivo in politica. Fino a che non sparirà non credo si potrà uscire da queste paludi mefitiche.

Gap ha detto...

Non sono sicuro, ma ti risponderò con un post. Dovresti, ormai, sapere che il tempo della nostalgia l'ho passato.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Cri, non so quale sia "lo spiraglio" cui fai riferimento.
Vero è che il mondo è "marcio", come affermi, ma voglio essere pervicacemente ottimista nella possibilità di una nuova fioritura.
Noi siamo usciti dall'epoca buia della dittatura fascista e altri da quella comunista (le dittature, di qualunque colore siano, per me, pari sono).
Per i vostri figli e i vostri nipoti - perché io non ne ho - spero si possa uscire anche da questa dittatura dell'egoismo, assurta a sistema.
Una bacio, amica mia.
E grazie per quello che sai: anch'io ne sono orgogliosa...

Bastian Cuntrari ha detto...

@Alberto, è vero che erano altri tempi: ma l'emergenza "sociale" era la stessa e forse - sotto l'aspetto della sopravvivenza delle istituzioni democratiche - anche peggiore di questo: Berlinguer lo scrisse, come ben sai, all'indomani del golpe cileno ("...la via democratica non è né rettilinea né indolore...").
Non credo si possa dire che la nostra emergenza sia paragonabile a quella di allora. Anch'io considero B. una iattura, ma c'è e 9 milioni di italiani si sono fatti rifregare con i suoi slogan da venditore di pentole. Non solo con B. dobbiamo fare i conti, ma anche con i suoi elettori. E - a meno di non fare di loro 9 milioni di "desaparecidos", tanto per restare in tema - anche con loro dobbiamo "dialogare".
Per questo motivo è "...necessario lavorare anche per determinare una evoluzione nella stessa mentalità di questi ceti e forze sociali, nel senso di allargare in tutta la popolazione una visione sempre meno individualistica o corporativa e sempre più sociale della difesa degli interessi dei singoli e di quelli della collettività". Sempre Berlinguer, nello stesso articolo. Facciamone tesoro, magari turandoci il naso e lavorando insieme.
Magari con un "mezzo" sorriso di speranza.
Ti abbraccio.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Gap, aspetto di leggerti: ma non sono sicura che il tempo della nostalgia sia passato.
Mi sembra che permeasse questo post...
Non credo di averlo frainteso, caro amico mio.

Gap ha detto...

A me sembrava un'analisi, più o meno valida, più o meno lucida, ma non c'era alcuna vena nostalgica. Te lo posso garantire, se ti fidi di me.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Gap, ti credo sulla parola...
Evidentemente io ho "percepito" qualcosa che non c'era.
Buona serata, caro.