Sul "legittimo impedimento" manco spreco tempo: voterò "Sì". Punto e basta.
Convintamente, e in maniera difforme da quanto feci nel 1985, questa volta voterò "Sì" al quesito sul nucleare.
Effetto Fukushima?
Probabile. Ma anche perché a quei tempi poco si sapeva (rectius: io sapevo) di energie alternative. E poi il nucleare non produce occupazione, o ne produce poca.
Le altri fonti energetiche rinnovabili - invece - potrebbero dare origine a decine di migliaia di nuovi posti di lavoro: le aziende che si occupano di eolico, di biomasse e di solare sarebbero magari indotte a fare maggiori investimenti nel settore della ricerca al fine di abbassare i costi degli impianti (al momento gravosi soprattutto per quello che riguarda il fotovoltaico "domestico"); auspicabilmente senza "incentivi statali", che hanno il solo effetto di viziare il mercato - si riuscirebbe a seguire la tendenza di altri paesi europei, come la Germania.
Le aziende che operano in questo settore sono private.
E veniamo al referendum sull'acqua sul quale avevo idee abbastanza confuse: qualcuno dirà che le ho ancora, ma ho fatto almeno un po' di compiti a casa. I links che mi hanno aiutato a formarmi un'opinione (giusta o sbagliata che sia) sono tutti in fondo al post.
Se è vero che l'energia elettrica potrebbe anche non definirsi "un bene comune dell'umanità, un diritto di tutti", come aulicamente (dell'acqua) parla il grande affabulatore Vendola, vorrei sapere chi, oggi, riuscirebbe a farne a meno. Cento anni fa nessuno avrebbe immaginato di poter fruire dell'elettricità con un solo click dell'interruttore. Così come, 200 anni fa, nessuno avrebbe pensato di veder sgorgare l'acqua girando un semplice rubinetto in ogni abitazione: leggo qui che - salvo rare eccezioni - in tutta Europa l'approvigionamento dell'acqua veniva "garantito principalmente tramite lo scavo di pozzi, ma questo metodo creava gravi problemi di salute pubblica quando le falde acquifere risultavano contaminate".
Mi domando allora: dov'è lo scandalo di affidare a privati (in compartecipazione con il pubblico) i servizi ad essa legati: in primis la modernizzazione e riparazione degli impianti idrici che perdono il 38% dell'acqua per strada, con punte del 60% per quel che riguarda l'Acquedotto Pugliese... altro che il nasone della foto! E perché per l'elettricità tutto questo pandemonio non si è fatto? Dov'è lo scandalo se un'azienda privata, a fronte di investimenti miliardari (pare che occorrano tra i 60 e i 120 miliardi di euro per ammodernare i nostri acquedotti colabrodo) ci vuole ricavare un utile? Credete forse che le varie ACEA e ENEL non chiudano i loro bilanci con un profitto sull'erogazione dell'elettricità?
E ancora: a parte gli investitori "privati" strictu sensu, ci sono anche gli investitori istituzionali: ad esempio, la Cassa Depositi e Prestiti che ha un tesoretto di quasi 200 miliardi di euro. Va da sè che anche quest'investitore esterno, ma istituzionale, dovrebbe necessariamente ricavare un utile dall'impegno del capitale. L'alternativa è non modernizzare il servizio di erogazione dell'acqua, sino a che non uscirà più acqua dal rubinetto. Oppure migliorarlo con fondi completamente pubblici, con un ovvio aumento di tasse e di debito pubblico: vale la pena ascoltare le parole di Chiamparino sull'argomento, ex Sindaco di Torino (PD). Oppure leggere quello che proponeva lo stesso Bersani solo due anni fa.
Last, but not least, il quesito sulla cosiddetta "acqua pubblica" in realtà riguarda più genericamente "Servizi pubblici locali di rilevanza economica", ivi compresi i servizi di trasporto e della raccolta dei rifiuti. Votando "Sì" all'abrogazione l'autista dell'autobus continuerà ad essere un dipendente del comune e lo spazzino (oooppsss... l'operatore ecologico) pure. Niente investimenti e nessun nuovo posto di lavoro: se sarà necessario, altri assunti nei carrozzoni comunali, con le loro guarentigie di inamovibilità, le loro raccomandazioni e i loro privilegi.
Voterò "No" per entrambi i quesiti sull'acqua perché il privato non è "il male assoluto" e Bersani dovrebbe saperlo: a meno che la sua non sia una mera presa di posizione politica. Ma di questo tipo di politica, spassionatamente, me ne fotto.
Links (in)utili:
Intervista a Chiamparino
Dichiarazione di Bersani sulla privatizzazione degli acquedotti
Ambiguità delle posizioni del PD
Le ragioni del SI e del NO a confronto (1)
Le ragioni del SI e del NO a confronto (2)
Convintamente, e in maniera difforme da quanto feci nel 1985, questa volta voterò "Sì" al quesito sul nucleare.
Effetto Fukushima?
Probabile. Ma anche perché a quei tempi poco si sapeva (rectius: io sapevo) di energie alternative. E poi il nucleare non produce occupazione, o ne produce poca.
Le altri fonti energetiche rinnovabili - invece - potrebbero dare origine a decine di migliaia di nuovi posti di lavoro: le aziende che si occupano di eolico, di biomasse e di solare sarebbero magari indotte a fare maggiori investimenti nel settore della ricerca al fine di abbassare i costi degli impianti (al momento gravosi soprattutto per quello che riguarda il fotovoltaico "domestico"); auspicabilmente senza "incentivi statali", che hanno il solo effetto di viziare il mercato - si riuscirebbe a seguire la tendenza di altri paesi europei, come la Germania.
Le aziende che operano in questo settore sono private.
E veniamo al referendum sull'acqua sul quale avevo idee abbastanza confuse: qualcuno dirà che le ho ancora, ma ho fatto almeno un po' di compiti a casa. I links che mi hanno aiutato a formarmi un'opinione (giusta o sbagliata che sia) sono tutti in fondo al post.
Se è vero che l'energia elettrica potrebbe anche non definirsi "un bene comune dell'umanità, un diritto di tutti", come aulicamente (dell'acqua) parla il grande affabulatore Vendola, vorrei sapere chi, oggi, riuscirebbe a farne a meno. Cento anni fa nessuno avrebbe immaginato di poter fruire dell'elettricità con un solo click dell'interruttore. Così come, 200 anni fa, nessuno avrebbe pensato di veder sgorgare l'acqua girando un semplice rubinetto in ogni abitazione: leggo qui che - salvo rare eccezioni - in tutta Europa l'approvigionamento dell'acqua veniva "garantito principalmente tramite lo scavo di pozzi, ma questo metodo creava gravi problemi di salute pubblica quando le falde acquifere risultavano contaminate".
Mi domando allora: dov'è lo scandalo di affidare a privati (in compartecipazione con il pubblico) i servizi ad essa legati: in primis la modernizzazione e riparazione degli impianti idrici che perdono il 38% dell'acqua per strada, con punte del 60% per quel che riguarda l'Acquedotto Pugliese... altro che il nasone della foto! E perché per l'elettricità tutto questo pandemonio non si è fatto? Dov'è lo scandalo se un'azienda privata, a fronte di investimenti miliardari (pare che occorrano tra i 60 e i 120 miliardi di euro per ammodernare i nostri acquedotti colabrodo) ci vuole ricavare un utile? Credete forse che le varie ACEA e ENEL non chiudano i loro bilanci con un profitto sull'erogazione dell'elettricità?
E ancora: a parte gli investitori "privati" strictu sensu, ci sono anche gli investitori istituzionali: ad esempio, la Cassa Depositi e Prestiti che ha un tesoretto di quasi 200 miliardi di euro. Va da sè che anche quest'investitore esterno, ma istituzionale, dovrebbe necessariamente ricavare un utile dall'impegno del capitale. L'alternativa è non modernizzare il servizio di erogazione dell'acqua, sino a che non uscirà più acqua dal rubinetto. Oppure migliorarlo con fondi completamente pubblici, con un ovvio aumento di tasse e di debito pubblico: vale la pena ascoltare le parole di Chiamparino sull'argomento, ex Sindaco di Torino (PD). Oppure leggere quello che proponeva lo stesso Bersani solo due anni fa.
Last, but not least, il quesito sulla cosiddetta "acqua pubblica" in realtà riguarda più genericamente "Servizi pubblici locali di rilevanza economica", ivi compresi i servizi di trasporto e della raccolta dei rifiuti. Votando "Sì" all'abrogazione l'autista dell'autobus continuerà ad essere un dipendente del comune e lo spazzino (oooppsss... l'operatore ecologico) pure. Niente investimenti e nessun nuovo posto di lavoro: se sarà necessario, altri assunti nei carrozzoni comunali, con le loro guarentigie di inamovibilità, le loro raccomandazioni e i loro privilegi.
Voterò "No" per entrambi i quesiti sull'acqua perché il privato non è "il male assoluto" e Bersani dovrebbe saperlo: a meno che la sua non sia una mera presa di posizione politica. Ma di questo tipo di politica, spassionatamente, me ne fotto.
Links (in)utili:
Intervista a Chiamparino
Dichiarazione di Bersani sulla privatizzazione degli acquedotti
Ambiguità delle posizioni del PD
Le ragioni del SI e del NO a confronto (1)
Le ragioni del SI e del NO a confronto (2)
9 commenti:
Allora, tolti dimezzo nucleare e illegittimo impedimento, come dici te, resta l'acqua.
Una sola semplice domanda.
Perché, dando per assodato perdite di milioni di litri d'acqua, riparazioni e altro ancora, ripeto, perché uno Stato che è in perenne bolletta non investe sugli acquedotti invece che su ponti inutili e pericolosi? Perché non fare cassa, lo Stato, come propone di fare ai privati? Perché continuare a dire che privato è bello quando nessuno, rpt, nessuno si preoccupa di far funzionare il pubblico? (A parte le risibili uscite di Brunetta)
Perché esistono regioni "virtuose" nella gestione dell'acqua pubblica? La loro esistenza è la dimostrazione che si può fare. Volendo tutto si può fare. Basta la, come si diceva una volta, volontà politica.
Esistono, di converso, esempi di privatizzazione dell'acqua che non hanno portato un euro di investimento ma una peggiorazione del servizio e un aumento abnorme delle bollette (vedi sotto Acqua Latina, o la stessa Acea e il problema dell'arsenico) e le denunce pendenti al tribunale di Velletri).
Perché in altre nazioni si è tornati indietro dopo aver ceduto l'acqua ai privati?
Cara, di certo non ti convinco con queste poche parole dette a caso, spero solo di averti instillato qualche altro dubbio che ti possa perseguitare fino al momento della X sulla scheda.
P.S. Il tuo post mi è apparso solo ora nonostante la pubblicazione fosse delle 14. Mi sarei preparato meglio, forse ti avrei dedicato anche un post solo per te.
Ti dirò, cara, che anche io avevo le idee un pochino confuse, indi mi documentai.
Alcuni dei link da te consultati, mi sono noti
Tuttavia
NOn ne faccio una questione morale del tipo acquabenesupremo, quello che mi ha convinta, alla fine, a votare si è stato il fatto che..siamo in Italia
Io, che quindici anni fa ho gioito di poter mandare a fare in culo l'enel e farmi l'energia ACEA, oggi sono nella condizione di constatare che le aziende elettriche hanno fatto, se pur non dichiarandolo, un bel cartello
Che a conti fatti, cambiare compagnia significa pagare gli stessi bimestrali (almeno per l'uso che ne faccio io). NOn vedo convenienza per il consumatore, anzi: linaugurazione della tariffa bioraria mi ha notevolmente complicato la vita
Vogliamo parlare della privatizzazione delle ferrovie dello stato? dove sono le alternative a TRENITALIA? si e' mai vista una compagnia privata che opera in regime di monopolio? cosa ci hanno guadagnato i fruitori del servizio?
quando l'acqua sarà privatizzata, chi mi garantirà che il consumatore beneficierà di tale privatizzazione? l'antitrust? il nano? D'alema? ha ha ha ha ha ha
dunque, in sostanza la mia posizione è: due si, perchè siamo in italia
Davvero, non è una questione morale, è semplice constatazione che il processo economico non può essere decontestualizzato dal territorio ove si va ad innestarlo,perchè gia sento la punta :)
ti ho convinta? :)
e comunque ti odio, anche se solo a metà
C'è questa convinzione, nata chissà dove, che il privato gestisca per forza di cose meglio del pubblico. A me non sembra che le ferrovie o le autostrade funzionino meglio o ci siano tariffe meno care da quando hanno aperto ai privati: i treni fanno cagare e li hanno tagliati, le autostrade sono più care e hanno il piccolo difetto che ci viaggi con medie da strada statale perchè i cantieri sono sempre aperti. Dici perchè hanno fatto degli investimenti, per i quali si aumentano i pedaggi. Eccolo lì il giochino (sei una ragazza intelligente, fai due più due e trasportalo alla rete idrica).
E comunque no, cazzarola. L'acqua deve essere pubblica (come ribadito qui a Torino con una legge di iniziativa popolare per cui il Chiampa e i suoi amici se lo è preso in saccoccia), ma ti dirò di più, anche la scuola dovrebbe essere solo pubblica (e ai privati niente sostegno finanziario), e pure la sanità dovrebbe esserlo interamente (idem), e pure l'energia e le ferrovie e le autostrade. Altrimenti mi spieghi che cacchio di senso ha essere uno Stato? Se bisogna affidare tutto ai privati a questo punto diamo tutto a uno sponsor e l'Italia chiamiamola, che ne so, MediaItalia, o Pirellitalia o Barillitalia.
Insomma, non si è ancora capito che l'iperliberismo degli ultimi anni è una rovina epocale? Uff (so' senza fiato!)!
:)
Ah cavoli, mi ero dimenticato i telefoni: ci capisci qualcosa tu delle tariffe? E il gas? Prova a fare un allacciamento con Italgas: a confronto l'odissea è una passeggiata!
(Bastian, col tuo post hai aperto un vaso di pandora fatto di madonne e santi che volano!).
Siccome so' piena de ficozzi (trad.: bernoccoli) pe' le randellate che me so' capata co' 'sto cazzo de' post - ma nun potevo fa' pippa??? (trad.: stare zitta) - v'arisponno cumulativamente...
Come già accennato, non è detto che l'investitore "altro" debba essere necessariamente un privato-pescecane: a me sembra che l'idea della Cassa Depositi e Prestiti sia ottima. E magari - chissà - ci saranno anche altre simili possibilità, in cui il "terzo" sia un organismo istituzionale che ci mette i soldi (lo Stato, dice Gap). Guadagnandoci però. Né mi fa piacere che si dica che - visto che siamo in Italia (Punzy) - andrà tutto in vacca. Allora facciamo intervenire investitori stranieri: c'è qualcuno che avrebbe remore ad affidare la ricostruzione di L'Aquila a privati giapponesi?
Io no.
Anch'io sono dell'opinione che la scuola e la sanità debbano essere pubbliche, Rouge. E che ai privati non debbano concedersi finanziamenti e/o facilitazioni.
Ma non dico che non debba esistere anche una scuola privata e anche una sanità privata: che poi ognuno scelga quel che vuole.
Io non affermo che "privato è bello", ma neppure che pubblico è sempre e comunque bello! In ogni caso, rilevo che nessuno ha parlato dei nuovi posti di lavoro che potrebbero crearsi: il richiamo alla politica delle rinnovabili in Germania non era solo un pour parler. Ho rimarcato in rosso il fatto che le aziende che investono sono private. E che quei privati hanno creato occupazione.
Ho trovato interessante il tuo link, Rouge, e ho letto con attenzione. Ti domando ora - e non polemicamente, solo per mia ignoranza: nell'ipotesi (improbabile) che passi il "NO" e che dunque il decreto Ronchi divenga Legge dello Stato, il Comune di Torino potrà chiamarsi fuori?
Per chiudere: io continuo a volervi bene, e non credo che mi odiate tanto quanto i vostri commenti lasciano supporre... vero Punzy???
Vi abbraccio
Gioisci!!!
Polemizziamo, con piacere, domani.
Il risultato di oggi è la dimostrazione che il nucleare fa male.
Colpevolmente, leggo solo ora il tuo post.
Vorrei partire da un'inesattezza: il 7% di utile assicurato al gestore del servizio idrico, non c'entra nulla con eventuali investimenti per la rete idrica, il 7% riguarda semplicemente i costi di gestione ordinaria.
Qui, non si tratta di dire soltanto che non è detto che il privato gestisca meglio del pubblico, ma che è un crimine affidare servizi in monopolio a privati. E poichè alcuni servizi non possono che essere in regime di monopolio, essi devono essere gestiti direttamente dalla comunità, cioè da enti di diritto pubblico, e naturalmente non devono avere fini di lucro. Come ho detto già da qualche parte, io toglierei da oggi stesso la gestione di ferrovie e autostrade ai privati, con la telefonia c'è almeno regime di concorrenza, fosse anche solo formale.
In quanto al miglioramento della rete idrica, penso sia un'operazione da fare, e non può che farsi sulla fiscalità generale, perchè riguarda un interesse generale: d'altra parte, è ovvio che mai un privato farà investimenti nella rete perchè, essendo in regime di monopolio, se ha uno sbilancio dovuto ad eccessive perdite, aumenterà semplicemente le tariffe: cosa potrà fare il semplice utente per opporsi a ciò?
Tra l'altro, tutto ciò è già avvenuto, e credimi, soltanto una cecità ideologica liberista può avere consentito questo affidamento di servizi monopolistici a privati.
Io dico che bisognava dire basta, e mi pare che questo basta è arrivato forte e distinto, ma è solo il primo di quella che dev'essere una lunga serie di ulteriori passi.
@Gap, per quanto possa sembrarti strano, sto gioiendo!
Bacio
@Vincenzo, ho letto con molta attenzione il tuo commento e replico.
La questione del 7% mi era chiara, ma mi sono espressa male: infatti non volevo intendere "investimenti sulla rete idrica" (traduco in "migliorìe", per intenderci), ma che - per il solo fatto di investire capitali - mi pare giusto che chiunque esborsi danaro (ribadisco ancora la CDP) debba ricavarne un utile.
Quello che dici relativamente ad "alcuni servizi non possono che essere in regime di monopolio", è davvero intrigante e non ci avevo mai pensato. Da Wiki copio e incollo: "I principali esempi di monopoli naturali sono legati alla realizzazione di infrastrutture: rete ferroviaria, rete stradale ed autostradale, rete per la distribuzione dell'acqua, del gas, dell'elettricità, porti, aeroporti, ecc.". Studierò - per quel che posso - in questa vita: nella prossima, giuro di laurearmi per controbattere ad hoc.
Ma da 'gnurant mi domando: come potrebbe lo Stato gestire i "monopoli naturali" gratis et amore dei? A quanto dovrà arrivare il nostro deficit se tutto è "Stato"? Ma, ripeto, non sono preparata sul punto, e mi riprometto di approfondire: a naso (o a pelle, se preferisci) credo non sia fattibile. Ma sarà forse a cagione della mia idiosincrasia ad uno Stato troppo invadente...
Ti abbraccio e grazie per lo stimolo che hai dato alle mie celluline grigie.
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