venerdì 4 settembre 2009

I Gladiatori, il Nobel e Pantalone

Quest'anno in Croazia avevo la TV e così mi sono tenuta abbastanza aggiornata sulle novità provenienti dal Bel Paese. Mi ha incuriosito la vicenda dei cosiddetti "gladiatori" (dipendenti dell'A.N.C.R. - Istituto di Vigilanza dell'Urbe) che si sono arrampicati sul Colosseo "per difendere il loro posto di lavoro".
Mi ha incuriosito perché l'acronimo A.N.C.R. sta per Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Ente Morale di diritto privato - creato con un decreto del 1923 - che ha "la rappresentanza e la tutela degli interessi materiali e morali dei combattenti e dei reduci di guerra iscritti all'associazione" (
qui).

Domanda namberuàn: se non mi sono persa qualche conflitto, supponendo che l'ultimo combattente e/o reduce avesse 15 anni alla fine della guerra, ora ne avrebbe 79 e non credo - per quanto sport possa aver fatto - che sia ancora in grado di espletare funzioni di "vigilanza" fuori da banche e uffici postali.
Allora forse si tratta dei discendenti: combattente e reduce per diritto ereditario...


Navigando sul web mi pare di aver capito che negli anni abbia però intrapreso un'attività commerciale di tutto rispetto, attraverso la propria emanazione: l'Istituto di Vigilanza dell'Urbe (ma si tratta dello stesso soggetto, tant'è che hanno la medesima partita IVA). Riceve inoltre un doppio contributo statale, uno dal Ministero della Difesa e uno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Però, nonostante l'aiutino (nostro...), i bilanci non sono un granché, tant'è vero che dal 2007 è aperto un procedimento per insolvenza avanti al Tribunale Fallimentare di Roma (il "buco" pare sia di 80 mln di euro) e in esso sono intervenuti molti dipendenti con ricorsi per "insinuazione allo stato passivo": traducendo, anche i dipendenti debbono avere dané.
Arrivando ai giorni nostri (14 agosto), un gruppo di dipendenti dell'ANCR-IVU sale sul Colosseo perché contari "al cambio di gestione dell'Ente".

Domanda nambertù:
ma come? Non vi pagano, sono insolventi, stanno dismettendo proprietà e volete rimanere con loro, replicando il copione della protesta dei lavoratori della Innse? Qualcosa non torna...


Leggo che gli stessi sindacalisti della CGIL, CISL e UIL hanno definito "improprio" paragonare la vicenda Innse con questa: nella prima i dipendenti rischiavano davvero il posto di lavoro, in questa no, perché il nuovo soggetto giuridico (IVU S.p.A.) avrebbe reinquadrato tutti i dipendenti, salvaguardato tutti i livelli occupazionali e la "quasi" totalità dei diritti acquisiti (qui). QUASI? Ma c'è del marcio, allora! Marcissimo, direi...
Quello che gli eroici "gladiatori" non vogliono perdere è lo status di dipendente statale! Avete presente? Stipendio il 27 del mese e posto fisso!!! Insomma, noi poveri Pantalone coglionazzi paghiamo sia il loro datore di lavoro (ANCR-IVU) con i finaziamenti, che loro! Che culo, ragazzi!

Sfoglio le news e leggo questa bella notizia (qui tutto l'articolo).



Il Ministro Gelmini si è - pochi minuti fa - impegnato personalmente per risolvere la questione: le voglio credere e le giro una proposta.

Domanda nambertrì: ma se dirottaste i nostri soldi (quelli che diamo all'ANCR) alla Fondazione della Montalcini, e mandaste agli eroi del Colosseo un chiaro messaggio perché firmino il contratto che due terzi dei loro colleghi, con il placet dei sindacati, hanno già sottoscritto, sennò bye bye baby ("o così o pomì"), pensate che qualcuno di noi di strapperebbe i capelli? O magari riuscireste a rimediare anche una standing ovation, per aver preso due piccioni con una fava senza cacciare un baiocco?

20 commenti:

Punzy ha detto...

dare soldi a quella comunista anticrista della montalcini??? ma scherziamo???

Bastian Cuntrari ha detto...

@Punzy, cazzo! Non ci avevo pensato...
Non tanto alla comunista, quanto all'anticrista!
Grazie di esistere, Punzicchia.

Alberto ha detto...

La confusione di questo autunno che sarà caldo (adesso qui a Milano sono ventisette gradi) è appena cominciata.

Ormoled ha detto...

La storia dei "gladiatori" l'ho seguita un po ma non ho mai approfondito. Per come avevo capito io la storia, appoggiavo e ammiravo il loro gesto. Da quello che mi spieghi adesso però mi fan quasi incazzare, in gioco c'era solo il fatto di essere statali o meno? Che poi anche nel privato nessuno ti manda via così, devi fare qualcosa di molto grave. Incomnicio a mettere in dubbio le buone intenzioni di sti qua.
Ciao

Bastian Cuntrari ha detto...

@Alberto, più che confusione definirei l'autunno che ci aspetta un vero e proprio caos: i piccoli segnali agostani credo ne siano solo 'incipit.
Un abbraccio.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Ormoled, appunto...
Non era questione di "pagnotta", ma di "pagnotta privilegiata": e il commento dei sindacati mi sembra la dica lunga.
Un bacione, caro.

il Russo ha detto...

Sulla questione A.N.C.R. non ho le idee chiarissime, o meglio, ci sta che uno provi a non perdere i diritti e relativi benefici acquisiti, certo paragonarlo al caso IMSE sa di bestemmia...
Per il terzo punto che dire: di fronte all'ennesima figura di merda qualcosa sembra muoversi, ma la cattiva senatrice Montalcini era quella che appoggiò il passato governo, avrà capito l'avvertimento? Ah, ha un nobel? E che sarà mai, mica il telegatto, no?

Bastian Cuntrari ha detto...

@Russo, sì, La "cattiva" Montalcini è quella che ha appoggiato lo scorso governo Prodi.
Ma se è vero - com'è vero - che già dallo scorso ottobre il leghista Castelli aveva proposto di tagliarle i fondi, non posso credere che le difficoltà economiche della Fondazione siano sorte improvvisamente solo nei 4 mesi precedenti, e cioè solo con l'attuale governo. Converrai con me che è probabile che - anche con il precedente governo - le si saranno sbattute in faccia molte porte...
Ti abbraccio (pure se mi hai cancellato...)

Rolando ha detto...

i fondi pubblici vengono dati a chi fa comodo, naturalmente. le guardie giurate hanno una organizzazione forte, la Montalcini no.
non mi piace l'erogazione di fondi pubblici, in generale, però certo che non riuscire a trovare i soldi per l'EBRI mi pare come minimo miope.
certo, una volta dati soldi pubblici, posso anche impedire di fatto la ricerca ad esempio sulle staminali.
i diritti: ognuno cerca naturalmente di tenersi i diritti, o i privilegi, che ha. cercano di spremere il più possibile la tetta della mucca, e se gli riesce buon per loro.
è pericoloso, secondo me, accettare diminuzioni o limitazioni di diritti acquisiti; chi mette il paletto oltre il quale non si può andre?

ps: ogni tanto cambio blog di rifermineto, quello qui in firma è quello più serio. abbracci :)

Bastian Cuntrari ha detto...

@Whow!!! Hai anche l'identità segreta, proprio come ClarkKent!!

Le diminuzioni o le limitazioni dei diritti acquisiti - in un periodo di crisi come l'attuale - dovrebbero essere dettate dal buonsenso e dalla solidarietà collettiva: è successo in Inghilterra che alcuni dipendenti si sono autoridotti l'orario di lavoro (e, ovviamente, lo stipendio) perché altri loro colleghi non venissero licenziati?

Ricambio l'abbraccio.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Sembra che il problema sia rientrato. Va detto che leggevo su Repubblica di sabato che ci sarebbe la ricetta giusta per far rientrare i cervelli fuggiti all'estero e trattenere quei pochi ancora presenti: "investimenti pubblici, selezione dei progetti, competitività"

Ok, adesso chi lo dice a quelli di Repubblica che siamo in Italia? LOL amaro!

Bastian Cuntrari ha detto...

@Daniele, ma sei sicuro fosse Repubblica, quello stampato in Italia? Ma in quale paese pensano di vivere???
Rob' de' matt...
Un bacione.

Rolando ha detto...

ho già visto autodiminuzioni di orari e stipendi, o al contrario aumenti di produttività all'inizio pagati con dei premi e poi fatti diventare normale resa produttiva.
a questo punto però bisognerebbe che quando l'azienda va bene, gli utili dovrebbero essere divisi con i lavoratori. accade invece che gli utili vengano reinvestiti in progetti di espansione, ammodernamenti, nuove linee di produzione che, se vanno male, vengono fatte pagare da chi lavora.
questo vale sia se lavori in fabbrica, che in banca, che in qualunque altro posto.
c'è una crisi generata dalle banche, peggiorata da un sistema industriale che non riesce a trovare un equilibrio tra produzione e mercato, fabbriche che vanno a comprare la mano d'opera, o anche il lavoro specialistico, in polonia, in romania, in cina, ossia dove costa di meno, esattamente come facciamo noi quando facciamo la spesa al mercato quando cerchiamo l'offerta speciale o le zucchine al prezzo più basso.
bisognerebbe evitare di far ricadere sempre ogni crisi sulle spalle nostre. posso capire che a volte l'unica strada da seguire sia quella dell'autoriduzione, ma dovrebbe essere usata come estrema ratio, non come strategia generale.
in italia abbiamo stipendi che non crescono da almeno 10 anni, un esercito di precari generati dal mito della flessibilità che tanto è piaciuto alla CGIL negli anni 90 quando industriali e banchieri avevano l'opportunità di aumentare i profitti sia vendendo di più che diminuendo le spese.
non sto parlando del caso specifico, che non conosco bene, dico solo che sarebbe il caso di piantarla di dare a chi lavora tutte le colpe del cattivo andamento di un'azienda, mentre niente si elargisce quando le vacche grasse pascolano liberamente nel giardino del capitale.
scusa lo sfogo lungo.

il mio nome è mai più ha detto...

Probabilmente ti sei persa qualche conflitto...interiore.
Noi reduci delle nostre ambasce psicologiche avremmo sì il diritto di arrampicarci come scimmie ovunque.
La Montalcini a me non sta simpatica, ma non affrettarti a dire che è per via delle sue idee: vecchia per vecchia le preferisco di gran lunga Margherita Hack.
:-)

Bastian Cuntrari ha detto...

@Rolando, il mio status di "imprenditrice di me stessa" non mi consente di essere d'accordo con te quando affermi che - se un'azienda va bene - gli utili dovrebbero essere divisi con i lavoratori.
E che, allora facciamo tutte cooperative?
E se gli affari vanno male? Anche le perdite saranno ripartite nello stesso modo? Se fosse necessario un aumento di capiale per coprire le perdite che si fa? Mezzo stipendio a tutti?

Ma concordo quando parli dei nostri stipendi fermi a 10 anni fa: il problema è - a mio avviso - la tassazione "cravattara" che si opera sulle buste paga. Un "netto in busta" di 1.500 euro costa ad una azienda più di 2.500 euro. E credo ci sia una bella differenza tra 3 milioni di vecchie lire da portare a casa e 5 milioni...
Ti abbraccio.

Bastian Cuntrari ha detto...

@Enne, no... non credo in questo caso di essermi persa conflitti interiori!
A Punzy ho precisato sull'anima "anticrista" della Montalcini (e non sulla "comunistaccia cattiva") e al Russo ho replicato rammentandogli che è probabile che le difficoltà dell'Ebri è probabile siano sorte già nel precedente governo Prodi, che non le ha dato, però, una fottuta mano.

Simpatie a parte, credo che lo scopo della Fondazione (ricerche sul cervello e sulle malattie ad esso legate, Alzheimer in primis) abbia più importanza dell'appartenenza politica della presidente: per me è semplicemente uno scienziato. E in quanto scienziato, mi piace pure la Hack. Che poi politicamente si sia anni luce (ahahah!!!) lontane, chissenefrega!
Sarò pure una quaglia, ma mica salto così lontano!
Un bacio, gemella.

Rolando ha detto...

per carità, Bastian, non ne facciamo una diatriba tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti; sono due modi diversi di portarsi a casa la pagnotta, ognuno con problemi diversi e individualmente grandi.
si stava parlando di lavoratori di un'azienda, e su questo filo ho iniziato il discorso.
vedi, la differenza sta proprio nel fatto che tu lavori in proprio, mentre altri lavorano a stipendio. se l'imprenditore fa delle scelte sbagliate ha la comodità di poter licenziare operai o vendersi parte dei macchinari e ricominciare da un'altra parte. tu, come tanti altri che lavorano in proprio, non ce l'hai questa possibilità, così come non la hanno i piccoli professionisti, gli artigiani, piccoli negozi a conduzione familiare.
comprendo bene questa difficoltà, credimi.
ma non ho visto mai che diminuendo il salario di un lavoratore se ne possa avvantaggiare un'altra categoria, come i lavoratori indipendenti.
tu hai guadagnato più soldi dopo che hanno licenziato 500 operai, o mandato via 20 impiegati?
ti sono diminuite le tasse?
ti sono diminuite le spese?
sono aumentati i servizi a cui hai accesso?
la diminuzione di uno stipendio non è mai momentanea, ma quasi sempre definitiva, e questo significa che poi occorre lottare per tornare, almeno, ai livelli precedenti.
al contrario, quando ci sono dei profitti aziendali, gli eventuali premi di produttività sono _sempre_ momentanei.
non si tratta di fare cooperative, mi sono spiegato male, si tratta di rendersi conto che l'andamento buono o cattivo di un'azienda, in linea generale certo, non dipende dalla volontà dei lavoratori, visto che non sono loro i proprietari dei mezzi di produzione, macchinari, uffici, postazioni di lavoro.
io posso anche mettermi a produrre, nelle stesse 8 ore, 500 tondini di ferro in più, o 5 automobili, ma se poi l'imprenditore non riesce a venderli, io come lavoratore non posso farci nulla, tranne che essere mandato via per limitare le perdite.
uno strizzone a te ;)

Bastian Cuntrari ha detto...

@Rolando, ho letto tre volte il tuo commento (sono ancora un po' arrugginita...), ma ancora non mi trovi d'accordo.
Ovviamente la risposta è "no" a tutte le domande retoriche che hai posto: il licenziamento di 500 operai non mi ha portato nulla, etc.
Ma in un momento di crisi planetaria come quella che stiamo vivendo, l'andar male di una azienda non è certo imputabile al lavoratore. Ma manco al datore di lavoro.

Nel mio àmbito lavorativo ne ho un esempio: uno dei miei più importanti fornitori (una tipografia) ha le macchine praticamente ferme, perché non ha commesse. E neppure io, che sono suo cliente, gliene dò, perché manco a me arrivano.
I suoi operai - però - fruiscono della cassa integrazione (un anno?) e, per quanto poco, un qualcosa a loro entra in tasca. A lui e a me, nisba. Manco un baiocco.

Ora io non so se tu hai qualche ricetta magica, ma quando avrò finito i pochi euriki che ho in banca (e che sicuramente non mi dureranno 1 anno!) e avrò portato i libri dal notaio per chiudere la mia micro azienda (che sono solo io), che farò? Per nessuno di noi è previsto alcun ammortizzatore sociale: l'unico che abbiamo è il nostro popi. Che tra un po' sarà per terra!
A-ri-bacio, pomicione!

Rolando ha detto...

gli ammortizzatori sociali non esistono dappertutto, anzi, sono pochi gli stati che se li possono permettere (e forse non se li possono nemmeno permettere, ma li elargiscono ugualmente).
ribadisco che non si tratta di fare a gara a chi sta peggio; una fabbrica che chiude significa che non lavorerà più nemmeno l'elettricista che va a fare manutenzione dei quadri elettrici, o il benzinaio che riempie i serbatoi dei camion, o il panettiere che rifornisce la mensa aziendale, tutta gente che lavora e che, non per causa loro, si vede diminuito drasticamente il guadagno senza alcun cuscino protettivo.
quel che vorrei cercare di spiegare è che non è con la contrapposizione tra dipendente e professionista che troviamo, se c'è, la formula magica.
ma forse la troveremmo se guardassimo a chi la crisi la crea, per propria convenienza, per propria incapacità, o per un malefico mix di entrambe.
la crisi attuale non è dovuta ad una penuria di materie prime, ad una innovazione tecnologica che taglia fuori milioni di lavoratori (di entrambe le tipologie, intendo), o ad una guerra.
è dovuta al modo che ha il capitale di espandere il proprio habitat in tutto il mondo, inserendosi nelle banche, nelle industrie e, infine, negli Stati. con i soldi regalati a banche ed industrie, tu, io, e milioni di altre persone, potrebbero campare non per un anno, ma probabilmente per dieci, con pane, companatico, caffè ed ammazzacaffè.
ti sembra normale un sistema economico in cui si compra e si vende il debito, in cui si punta sulla probabilità di crescita delle azioni o di un certo indice, un sistema economico insomma che alla fine produce solo molta fuffa? quindi, la contrapposizione non è, e non deve essere, tra chi lavora 'sotto padrone' e chi lavora da se stesso. ma una riflessione, per quel che posso fare io, su questo malato sistema capitalistico moderno, bisognerà farla. o vogliamo lasciarla a chi ha creato l'ennesima crisi mondiale?
e quando passi a roma, beh, l'aperitivo lo offro io!

Anonimo ha detto...

imparato molto