
Se ci fosse un dio - o magari soltanto suo figlio - avrebbe dovuto farsi largo tra la folla del Tribunale che ha condannato Sakineh Mohammadi Ashtiani alla lapidazione e, come fece per l'adultera, avrebbe potuto ripetere la formula magica: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" (Gv. 8, 1-11): i giudici si sarebbero allontanati e la donna sarebbe stata libera. Anche di "peccare" nuovamente, ammesso lo abbia mai fatto. Ma libera.
Se ci fosse un dio - o magari soltanto suo figlio - non si dovrebbe cercare Sarah, scomparsa ormai da sette giorni, "tra pozzi e chiese sconsacrate", perché con uno di quei miracoli in cui è maestro, farebbe girare all'indietro l'orologio del tempo, al momento in cui la ragazzina ha avvertito la cuginetta che stava per arrivare per andare al mare insieme. E le si sarebbe affiancato, percorrendo con lei quei maledetti 700 metri, in modo che nessuno potesse vigliaccamente avvicinarsi alla piccola e farla sparire in un nulla, pieno solo di orride ipotesi.
Se ci fosse un dio - o magari soltanto suo figlio - il piccolo Mario, un bimbo rom di soli 3 anni che viveva in una baracca di un campo non sarebbe morto bruciato vivo nell'incendio della sua "casa". Perché avrebbe detto ai genitori: "Sinite parvulos ad me venire" (Matteo, 19, 14) e Mario sarebbe stato altrove, lontano dalle fiamme assassine.
Se ci fosse un dio e se tu avessi fegato, caro il mio Benny Sedici, alzeresti il telefono con il quale intrattieni comunicazioni privilegiate con lui e gli domanderesti che cosa cazzo sta combinando; cosa altro sta "creando" che non ha nemmeno il tempo di buttare un occhio pure quaggiù e cercare di mettere 'na pezza a queste orribili morti di innocenti, mentre maledetti bastardi la sfangano sempre e comunque. Ma scommetto che sentiresti anche tu quell'odioso disco che ripete annoiato: "Spiacenti, il numero selezionato è inesistente".