
Ferrara è libero di manifestare il proprio pensiero ed è libero di presentare la sua lista "Pro-Life", ma della sua scelta deve, nel bene e nel male, accettare le conseguenze. Anche noi siamo liberi di contestarlo nei tempi e nei modi che riteniamo più opportuni, e mi sembra che un po' di uova marce e di pomodorini pachino non siano poi l'"inaudita violenza" di cui si ciancia. Non trovo niente di scandaloso nella reazione della piazza nei suoi confronti 2 giorni fa a Bologna e ieri a Pesaro e Ancona. Invece, dall'"inaccettabile intolleranza" di Cofferati all'"io lo amo" di Casini, una bipartisan levata di scudi Pro-Ferrara-Life. Voci fuori dal coro quelle di Flavia D'Angeli (Sinistra Critica) e Manuela Palermi (la Sinistra Arcobaleno): "Hanno fatto bene. Mi auguro che capiti in tutte le piazze d'Italia" (e pure io, n.d.r.). E a lei Alfredo Mantovano (AN) rende addirittura l'onore delle armi.
Sarei curiosa di conoscere come avrebbero reagito i suoi sodales se Ferrara avesse sostenuto una lista "Pro-China", e se il suo simbolo fosse stato quello, inventato, della foto: anche il problema tibetano ha risvolti morali ed etici.
Un tema "sensibile", come si dice oggi. Neanche in quel caso uova e pomodori sarebbero andati bene?
Flashback # 2. Ratzinger alla Sapienza. Hai visto mai che, senza saperlo, abbiamo perso anche il diritto al dissenso? Ieri era "Taci, il nemico ti ascolta!". Oggi forse è l'occhio del Big Brother di orwelliana memoria, ma la morale è sempre la stessa: loro continuano a essere gli intoccabili.
Noi continuiamo a essere puffa.
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