venerdì 11 aprile 2008

I confess...

Tra i miei blog preferiti, rilevo che molti, coraggiosamente, hanno fatto dichiarazioni di voto esplicite: Max, Marina, e oggi Maria Cristina con uno struggente ricordo del suo papà. Sono entrata da poco in questa comunità, e mi ci trovo bene: mi sento circondata da "amici" silenziosi, e mi spiacerebbe ritrovarmi "sedotta e abbandonata". Forse questo mio lungo post liberatorio me li farà perdere, ma nonostante tutto, voglio pubblicarlo egualmente, magari per condividere esperienze simili con chi si trova, oggi, nella mia stessa situazione.

ERO UN ELETTORE DI DESTRA

Ecco, l'ho detto! Nel mitico '68 avevo 18 anni (fate voi i conti, adesso...) e frequentavo il 3° anno al Liceo Scientifico Plinio Seniore a Roma. Il nostro preside (vecchio alpino nostalgico) ebbe l'infausta idea di costringere una studentessa del 5° anno a lavarsi il viso perché, a suo dire, era troppo truccata. Apriti cielo! Cosa di meglio, in quel periodo di contestazione, che una bella occupazione dell'istituto? E così abbiamo fatto, dormendo nei sacchi a pelo in palestra e sentendoci veri "combattenti per la libertà". Tutto andava per il meglio fino a che non si presentò un ex del Plinio (eskimo d'ordinanza, sciarpa rossa e barba incolta) a farci un discorso su Marx, i metalmeccanici, Lenin, Trotsky, il Capitale e chi più ne ha più ne metta... Non ne abbiamo capito un'acca: ci siamo solo resi conto, a pelle, che quel tizio stava cercando di manipolarci. Non eravamo cretini, attenzione: solo assolutamente impreparati. Ignoranti, nel senso etimologico del termine. Ci siamo guardati in faccia smarriti e, tanto più che al preside era venuto un infarto, siamo andati a trovarlo in ospedale e abbiamo sgomberato la palestra.

Gli anni successivi sono stati una sorta di ricerca d'identità. Vuoi per reazione all'intrusione di quel tipo nella "nostra" causa; vuoi per "istanze" in cui non mi riconoscevo (il 18 politico all'esame universitario ad esempio, del tutto indigeribile per una sgobbona come me), mi sono trovata dall'altra parte. All'epoca, quasi tutti i giovani si collocavano "fuori dell'arco costituzionale": a sinistra i militanti del PCI e a destra i missini di Almirante. Io fui attivista, regolarmente iscritta con tessera di partito, tra questi, ma non per molto. Vedevano gli ebrei come il fumo negli occhi, e io avevo un fidanzatino, Ariel, ebreo. Gli americani erano porci-e-bastardi e io sono sicura di essere stata, in una mia vita precedente, un'emigrante, tanto mi commuovo al solo vedere la Statua della Libertà. Smisi di credere al doppio petto di Almirante quando, invitata ad una riunione politica, mi trovai in un ristorante di Fregene, sul litorale romano, ad ascoltare i vaneggiamenti di un altissimo esponente della Marina Militare (che si presentava nelle liste del MSI-Destra Nazionale). Mi sembrava un incontro segreto di carbonari, e quando alla fine della perorazione del candidato, la ristretta platea (forse una ventina di persone) si è alzata in piedi a gridare "Eia Eia Alalà", il braccio teso nel saluto romano, ho preso la macchina e sono tornata a casa. Il giorno dopo, in sezione, ho restituito la tessera strappata.

Il "vuoto" di ideali (che ideali non erano, mi dice il senno del poi...), venne riempito per fortuna da un grande, di cui sento ancora la mancanza: Indro Montanelli. Lui e il suo Giornale mi hanno in qualche modo aiutato a "formarmi", ma non sono mai riuscita a trovare, negli schieramenti politici, quello che mi stesse addosso come un guanto. Ho votato il partito liberale (troppo liberista, a quei tempi, e poco liberale); ho votato radicale (non mi sono mai fatta una canna, mi stano bene i DICO, ma non l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali); ho sperato che il Partito Liberale, quello Repubblicano e il Social Democratico si fondessero in un'unica coalizione liberal, il che non è avvenuto per i soliti sporchi giochi di potere. Poi è finita la Prima Repubblica. Ed è arrivato Berlusconi. Il suo ingresso in politica ha coinciso con la fine del Giornale di Montanelli: l'ho seguito su "La Voce" per l'anno che quel quotidiano visse e sulla "Stanza di Montanelli" del Corriere della Sera, una rubrica di corrispondenza con i lettori, sino alla morte del giornalista, nel 2001. E politicamente? Ho creduto nella "svolta" di Fini e in Alleanza Nazionale. Ma anche lì... non andava: troppo laicista io, troppo da Melting Pot per accettare il trinomio "Dio, Patria, Onore" che, seppure con connotazioni diverse, continuava a propinare. Ho votato a favore del divorzio e dell'aborto, sono per l'integrazione (quella vera, non quella demagogica dell'"acchiappiamoli tutti") delle razze e dei popoli. Perciò, anche se non con molta convinzione, ho votato Alleanza Nazionale.

Arriviamo così ai giorni nostri. Da quello che ho letto e imparato (grazie anche a voi, amici blogger), da quello che ha fatto, dal suo intendere la politica ad usum delphini, quale impresa altra per scopi meramente personali, non voterò più la coalizione della cosiddetta destra. Se fosse vivo, forse Montanelli mi suggerirebbe di "turarmi i naso" e votare il PD di Veltroni, nonostante i Bassolino, le Binetti, i D'Alema e via discorrendo. Ma non ce la faccio. Darò il voto al partito che, comunque, lo fiancheggia in questa competizione elettorale, all'Italia dei Valori. Non mi frega niente se Di Pietro si esprime in un italiano più che approssimativo: mi è sufficiente che non mi prenda per il c*** pure lui, e che mantenga quello che ha promesso (cito a caso): fuori camorristi, collusi, truffatori e affaristi dalle aule parlamentari; drastica riduzione delle spese e degli sperperi dell'apparato pubblico; eliminazione degli enti inutili (ragazzi, sono 40 anni che ne sento parlare!); approvazione della legge sul conflitto di interessi; Rete 4 sul satellite e Italia 7 sulla sua frequenza. Se iniziasse a intervenire solo sui casi denunciati e documentati nelle prime 84 pagine da "La Casta" di Stella e Rizzo, sarei soddisfatta. Per le altre 200 pagine, lo aspetto al varco alla prossima legislatura.

E
cco, ora che sono rea-confessa, attendo la sentenza. A chi non mi vorrà più, lascio comunque un pensierino d'addio (non vi sto commuovendo neanche un po'?): a Fabio, a Finazio e ad Andrea (gli altri lo hanno già avuto) rifilo una blog reaction che non si rifiuta mai!

8 commenti:

Fabio ha detto...

Mia cara, a 2 giorni dal voto, sottoscrivo gran parte di ciò che hai scritto (compresa l'intenzione di voto, ammetto che però sono ancora molto indeciso sull'annullare la scheda).
La parte che non sottoscrivo è la prima, ma giusto per motivi anagrafici. La mia età non mi ha consentito (per fortuna o purtroppo, lascio algi altri pensarlo) di vivere il periodo in cui gran parte dei giovani si schieravano così nettamente con una ideologia politica, da una parte o dall'altra.
Ammetto che il titolo del mio blog è fuorviante, quando l'ho scelto, lo scorso dicembre, fu una scelta casuale: stavo leggendo un libro di Carofiglio, il protagonista (l'avv. Guerrieri) raccontava di un suo ricordo di gioventù, indossava l'eskimo, da qui e dalla associazione di idee eskimo-kefiah (e poi "eskimo e loden" suona pure male), è nato il titolo.
Non sono un comunista e non lo sono mai stato, probabilmente magari potrei votare anche partiti di destra o comunque con idee più o meno conservatrici e/o liberali, ma questa destra non mi piace; non mi vergogno a dire (e dal mio blog si sarà capito) che sono profondamente anti-berlusconiano, e non mi vergogno a dire che sono profondamente pro-montanelliano.
Non sono mai entrato in un centro sociale (o forse una volta per un concerto di un gruppo che mi piaceva, i 99 Posse), non ho mai salutato i miei amici con il pugno alzato e non ho nessuna maglietta con ritratto del Che, mai votato Rifondazione (per me solo l'idea di rifondare il comunismo è una vaccata), e per dimostrare la mia totale incoerenza (se ce ne fosse ancora bisogno) ho votato la Jervolino come sindaco di Napoli, stessa Jervolino che al liceo chiamavo Ministro della Distruzione (allora era Ministro dell'Istruzione), che ci diede un paio di motivi, assai più futili di una lavata di faccia per troppo trucco, per occupare l'istituto.
Ti saluto mia cara, e grazie sempre per i tuoi post.

Massimiliano ha detto...

Confesso che anche io sono stato di destra, non militante, ma di destra. Lo ero per eredità familiare e per sentito dire. Della politica non me ne fregava niente.
Quando poi con il passare degli anni ho iniziato a percorrere da solo la mia vita, quando lo stipendio non era solo per divertirmi, ma anche per la famiglia, quando mi sono reso conto che mi ritrovavo più d'accordo con la sinistra, ho dato una svolta.
Certo è che Berlusconi ci ha messo del suo per farmi fare questa scelta e lo ringrazio infinitamente: parlo con persone intelligenti, con persone che hanno una certa cultura, che quando dicono qualcosa lo dicono perchè lo hanno letto e si sono informate.
Dall'altra parte si parla solo per sentito dire o per relata refero.
Comunque rimane sempre il fatto che non mi importa se il mio interlocutore sia di destra o della roma, l'importante è che mi ci trovo bene e con te è così ;)

Bastian Cuntrari ha detto...

Fabio, che piacere leggerti! Allora non ti ho perso come blog-amico! Sì, ho capito da molti tuoi post che siamo abbastanza sintonizzati (se non ci fosse quel piccolo neo della mia carta d'identità...). E sì confermo che una destra come piace a noi, europea e liberal, non c'è. Adesso.
Chissà che non ne venga fuori una a breve. Per quanto riguarda l'annullamento della scheda, Fabio, ne ero molto tentata anchio, sino a qualche giorno fa. Ora non più. Se ne hai voglia, leggi il mio post di giovedì (chi non vota...) e riflettici. Spero che lunedì mi dirai che hai votato... E, a proposito, non sono della Roma... mmm... fai conto che tu sei il ragazzino napoletano (tifi per il Napoli, no?): e se anche non ti dico "tiè", chi sono??
Grazie ancora!

Bastian Cuntrari ha detto...

@ Fabio: Scusa: ho fatto un pasticciaccio con le ultime righe del commento di Max (apparsomi all'improvviso...) e il tuo.
Vabbè, ora sapete pure per che squadra tifo!

@ Max: verissimo! Per la mia conversione il grosso del lavoro lo ha fatto il nano: cavolo, vuoi vedere che debbo essergliene grata? E sottoscrivo anche quello che hai detto: di destra o di sinistra, bianche o nere, le persone valgono (e le ami) per quel che sono, indipendentemente dal loro essere schierate. E anch'io sto benissimo con te! Praticamente "chiacchiero" più con te che con mio marito!

Massimiliano ha detto...

Speriamo allora che tuo marito non legga mai questo blog, altrimenti mi fa trasferire a Lampedusa :D

M.Cristina ha detto...

Intanto ti ringrazio per aver segnalato il mio post e poi ti rassicuro sulla mia frequentazione sul tuo blog. Io rispetto ed ascolto le persone e la loro storia da qualunque parte arrivi. Ognuno ha un percorso ed è giusto ed ovvio che possa avere idee diverse dalle mie, il rispetto di questo principio per me si chiama DEMOCRAZIA.
Un abbraccio

Bastian Cuntrari ha detto...

Maria Cristina,
grazie anche a te.
Il post su tuo padre è stato forse quello che mi ha più indotto alla confessione. Capirai bene che ero, e sono, anni luce lontano dalle sue idee, anche perché - probabilmente - non ho avuto la sfortuna di vivere quegli anni tremendi della guerra, e della lotta fratricida che ne è seguita. Ma la rabbia, la voglia di combattere per idee che si si ritengono giuste, per diritti che si reputano inalienabili, quelle sì, le condivido. E sì, questa è democrazia. Ricambio l'abbraccio con affetto.

Prefe ha detto...

niente di male in tutto questo.

Alla fine l'importante è che ragioni con la tua testa.

Si può essere di destra ed essere buoni e ragionevoli, anche se qui in italia è molto difficile (perchè uno che vota berlusconi ragionevole non è).